giovedì 12 novembre 2015

20. Letture: Naomi KLEIN: Una rivoluzione ci salverà, Rizzoli 2015.

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Si è voluto rendere con “Una rivoluzione ci salverà” il titolo inglese “The Changes Everything. Capitalismus vs. The Climate”, cosa che ha dato luogo a qualche intervento nella presentazione dibattito che si è tenuta a Roma, mesi or sono, presente l’autrice, in un edificio occupato nei pressi di San Giovanni in Laterano. Di Naomi Klein ho già letto il suo “schok economy”, che mi ha maggiormente impressionato e di cui farò una scheda, appena potrò riavere un’altra copia del libro, data in prestito e non più rientrata. Il libro è abbastanza voluminoso, di 724 pagine, e ne ho letto più di un centinaio, oltre ad aver assistito all’epoca alla presentazione-dibattito assai gremita e dove molta gente era rimasta fuori, seguendo con telecamere. L’idea è abbastanza semplice. La terra non ce la fa più ad essere violentata. Rischiamo tutti, e di grosso. Naturalmente, viene accreditata la teoria del riscaldamento climatico e delle sue conseguenze. Anche a me sembra un dato acquisito, ma onestamente non essendo io un climatologo, devo affidarmi al giudizio corrente, che a differenza del campo storico-umanistico-filosofico-religioso, dovrebbe avere criteri quantitativi-sperimentali-strumentali tali da eliminare o ridurre drasticamente le divergenze che possano (e debbano) legittimamente esservi in un campo storiografico. Ma il rispetto che sempre porto agli amici, di diverse vedute anche in questo campo, mi induce a non assumere mai una posizione di dogmatismo assoluto.

Fatta questa necessaria premessa, l’impianto del libro - in buona parte descrittivo - fa vedere come il capitalismo è cieco, necessariamente cieco, in quanto il suo unico obiettivo è il profitto, costi quel che costi, anche la fine dell’umanità sulla terra. Se al “comunismo” si è rimproverato la sua “utopia”, e quindi la sua “idiozia”, al capitalismo dovrebbe imputarsi la sua tendenza a condurre l’umanità intera al suo “suicidio”. Ed è un suicidio dal quale potrà salvarci solo una “rivoluzione” contro un capitalismo che non conosce altra ragione e scopo che se stesso: era questo concetto che il titolo italiano credo abbia inteso riassumere.

(Segue)

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