martedì 31 maggio 2016

38. Letture: a) Paolo BECCHI: Cinquestelle & Associati. Il MoVimento dopo Grillo (Kaos Edizioni, 2016); b) Arthur KOESTLER, Buio a mezzogiorno (Oscar Mondadori, rist. 2015).

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Ho già spiegato che in Civium Libertas la serie di post “Letture” è diversa dalla serie “Recensioni”. La prima è costituita da annotazioni in corso di lettura o rilettura del libro, in pratiche note occasionali in margine a una o più pagine, mentre la seconda serie è uno scritto compiuto, redatto dopo e non prima che il libro lo si sia finito di leggere e valutare. Sono due tecniche diverse che rispondono a finalità diverse. La recensione ha una lunga tradizione accademica ed è un'attività scientifico accademica destinata in genere a pubblicazione in riviste accademiche. Detto ciò, tocca spiegare perché mi occupo insieme di due libri in apparenza tanto diversi. Stranamente, i due libri mi giungono dopo in mese circa che li avevo ordinati via internet. Per la sua attualità, avevo interesse a leggere il libro di Becchi appena uscito, finito di stampare nell’aprile 2016, mentre ora siamo a giugno. Il libro di Koestler,  con ultima ristampa nel 2015,, è invece del 1940 e la sua traduzione italiana presso Mondadori è del 1946.

Tocca spiegare perché abbia nutrito interesse a leggere contestualmente due libri così distanti nel tempo, secondo criteri inconcepibili per una qualsiasi recensione nel senso sopraddetto. Intanto è da dire che proprio ieri a una serie televisiva diretta dal giornalista conduttore televisivo Enrico Cisnetto vi è stata una puntata della serie “Roma Incontra”, dove Becchi ha parlato del suo libro, e di cui daremo il link della trasmissione, appena disponibile, in modo che i nostri Sei Lettori possano farsi immediatamente un'idea del contenuto del libro senza dover attendere che noi si sia terminato di leggerlo il libro: chi conosce i miei tempi sa quanto possono essere lunghi e oziosi. Il libro di Becchi abbiamo detto esce dalla stampa nell’aprile di questo anno 2016. Nell'incontro intervista con Cisnetto registrato ieri pomeriggio, 30 maggio, in uno studio romano che si trova a Palazzo Santa Chiara, dietro il Pantheon, e che è aperto al pubblico che può assistere direttamente alla registrazione. È quello stesso pubblico che poi si vede in televisione: questa volta ci sono anche io, in seconda fila, andato appositamente ed esclusivamente per vedere e sentire Paolo Becchi, il quale nella conversazione ha parlato di un evento che mi riguarda direttamente e che però giunge a maturazione il 12 aprile, quasi nello stesso istante in cui mi giungeva la notizia della morte di Gianroberto Casaleggio.

La data del 12 aprile 2016, a noi così vicina, sarà cruciale in qualsiasi libro di storia che si vorrà scrivere su quello che nel 2013 è di botto assurto come il principale partito politico italiano, poco rilevando gli scarsi margini di differenza che hanno fatto scattare il premio di maggioranza a favore del PD, che non ha però conseguito la maggioranza in Senato, producendo quegli strani fenomeni politici che stiamo sperimentando nel momento in cui scriviamo. Il libro di Becchi ci aiuterà nella ricostruzione degli eventi. Ah, stavamo quasi dimenticando di spiegare cosa c'entra Koestler. Presto detto. Il libro narra nella forma del romanzo quanto nel clima dei processi moscoviti del 1938 successe a un militante comunista, Rubasciov, che «finisce con il condividere il punto di vista dei suoi inquisitori, e accetta la morte come l'ultimo servizio da rendere al partito». Ho ritrovato questo “punto di vista” in numerosi Attivisti del Movimento Cinque Stelle. Riferivo loro gli evidenti torti che lo «Staff di Beppe Grillo», che agiva “in nome e per conto di Beppe Grillo”, ma dei cui atti è alquanto dubbio che Beppe Grillo sapesse molto, anche se poi magari ratificava e avallava. Pur riconoscendo l'oggettiva evidenza dei torti fatti ad Attivisti che nel M5s avevano militato con “onestà” ed abnegazione,  questa specie di Attivisti, detti in gergo Talebani, persistevano nel ritenere che si dovesse condividere la sorte di Rubasciov. Per lo meno l'Ordinanza di un giudice ha avuto il pregio di non consentire più alibi morali di nessun genere: l’ingiustizia è stata commessa dal Capo politico ovvero dal suo Staff.

Ad ogni uomo o donna normali capita nelle vita di “innamorarsi” e molto spesso capita anche di incorrere in delusioni amoroso o non felice coronamento delle suggestioni iniziali. Si scrivono poi infiniti “romanzi d’amore” che formano estesi generi letterari. Capita anche di innamorarsi di dottrine o movimenti politici. È quello che è successo per Paolo Becchi con il Movimento Cinque Stelle: lo racconta senza nessun astio o risentimento nel libro che ha scritto per narrare il suo privato coinvolgimento, ma anche per offrire una suo analisi di una forza politica che dal nulla è balzata al 25 % dell'elettorato italiano. Un fatto che di per sé si impone all’attenzione di ogni studioso e analista politico. Di tutte le analisi che possono farsi e si faranno, di certo quella di Paolo Becchi ha una sua indubbia rilevanza. La dis-iscrizione dal Movimento non è dovuta in Becchi da un suo personale cambiamento, ma dal mutamento del Movimento in Partito, cosa che Becchi è stato tra i primi ad aver rilevato e analizzato.

Lo sbarco in Sicilia, 2012.
Trattando del M5s un problema che si pone è quella della sua datazione di nascita, del suo inizio. Io distinguerei fra un dato oggettivo, assoluto, che può essere il 2004, il suo big-bang - come Becchi rileva - da un dato relativo, che è diverso per ogni singolo attivista e che è quello della sua adesione, diverso a sua volta a seconda che il Movimento venga percepito come un fatto di costume, sociale, comunitario o un fatto specificatamente politico. Poiché ogni Attivista è in grado di ricostruire dall'interno la storia del Movimento, diventa diversa per ognuno la data di inizio. Per quanto mi riguarda, ricordo di aver avuto interesse e simpatia per questa nuova forma partecipativa fin da quando ne ebbi notizia, e non saprei dire quando perché non tengo un diario. Ma ricordo perfettamente quando ebbi la percezione che non si trattava più di un fatto di costume, per il quale si poteva avere o meno simpatia e condivisione, ma di un fatto precipuamente politico. E - come ben rileva Becchi (p. 20-21: “vera rivoluzione”) - fu esattamente il 28 ottobre del 2012 alle elezioni regionali siciliane, quando il Movimento Cinque Stelle che correva
da solo risultò il primo partito con il 14,88 % dei voti e 285.202 elettori per Giancarlo Cancelleri. Senza essere io un sondaggista ritenni insieme ad un mio amico che questo risultato sarebbe stato confermato l’anno successivo alle elezioni politiche nazionali. E così fu. E da allora fa data la mia adesione intellettuale al M5s in quanto soggetto politico. Da quel momento disposi il completo disimpegno da ogni altra militanza politica, necessariamente dettata dallo scenario politico esistente, verso il quale ero largamente insofferente, e contrastato fra il completo disimpegno politico e un atteggiamento fortemente critico e oppositivo all’interno di uno dei partiti politici esistente. È qualcosa di assolutamente esteriore la data della mia iscrizione al Blog nazionale di Beppe Grillo. E dico ciò non per ricostruire una mia biografia politica, ma per rapportare i dati del mio punto di osservazione con i necessari riferimenti cronologici che si trovano nel libro di Becchi.

(segue)

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