martedì 31 maggio 2016

Paolo Becchi: «Italicum, è già tempo di ritocchini: come eliminare in modo indolore il M5S».

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L’articolo usciva sul Fatto Quotidiano del 26 giugno  2015. Ogni articolo ha una sua data ed è in quel contesto temporale che deve essere letto. Da allora è forse mutata la percezione della legge elettorale detta Italicum, concepita dapprima per eliminare il Movimento Cinque Stelle come possibile competitore, ma oggi si rivela come un'arma a doppio taglio: potrebbe favorirlo se giungesse al ballottaggio. Non per nulla si parla di una sua ulteriore modifica proprio da parte di quelli che l’Italicum lo avevano concepito e voluto. Adesso però per il M5s si aprono nuovi problemi che attengono alla sua democrazia interna, che l’Italicum forse rischia di aggravare. L'imprevedibilità e la sorpresa sono componenti della dinamica politica e ogni previsione rischia di essere frustrata dagli eventi.
 AC

Certo che il nostro Paese è veramente sorprendente. Prima si approva in tutta fretta una legge elettorale, –l’Italicum, presentandola come la legge più bella del mondo. Persino il ‘notaio’ che ora siede al Quirinale l’’ha fatta passare senza batter ciglio. Ed il tutto in un delirio di cinguetii su Twitter e sperticate lodi sui quotidiani da parte dei grandi nomi tutelari del diritto costituzionale, da Augusto Barbera a Ceccanti e D’’Alimonte. Finalmente una legge che consentirà la governabilità…e a Renzi di campare in eterno! Ed il fatto che quella legge presentasse gli stessi profili di incostituzionalità del vecchio Porcellum, ai cattedratici  del vecchio ‘pool’ Napolitano poco importava.

Ma ecco che le ultime elezioni regionali rivelano l’’imprevisto: dove si è andati al ballottaggio, vince il M5S! E allora? Non era proprio il ballottaggio, come aveva detto D’’Alimonte, “uno strumento democratico straordinario”, perché costringe “i partiti a scegliere candidati appealing: validi e in grado di catturare, come seconda scelta, il voto di quegli elettori che al secondo turno si trovano nell’impossibilità di votare il proprio partito”? (D’Alimonte, intervista a L’’Espresso, 5 maggio 2015).
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Sì, ma dipende chi vince. Se è il M5S, allora si scopre all’’improvviso che legge elettorale più bella del mondo ha già bisogno di un ritocchino: al posto del premio alla lista, sarebbe meglio darlo alla coalizione. In questo modo, centrodestra  e centrosinistra potrebbero assicurarsi di andare solo loro al ballottaggio, lasciando fuori dai giochi il M5S. Ed è ancora D’’Alimonte a spiegarlo, apertamente: bonus alla coalizione ha proposto il 23 Giugno– attraverso un nuovo accordo tra Renzi e Berlusconi. Il leader di Forza Italia, ha aggiunto, potrebbe garantire a Renzi i voti sulla riforma del Senato, ed in cambio ottenere il premio alla coalizione, in modo da essere lui ad andare al ballottaggio con il Pd alle prossime elezione: una specie di ‘patto del Nazareno-baby’ per eliminare il pericolo pentastellato.

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