venerdì 6 maggio 2016

Paolo Becchi: “Sulla morte di Casaleggio”. - Dal blog sul Fatto Quotidiano

Home | S. A2 - Inizio - Prec. ↔ Succ.
Proseguiamola nostra riedizione, sistematica, di tutti gli articoli di Paolo Becchi, avente per oggetto il Movimento Cinque Stelle. Per adesso continuiamo con la serie apparso su “Il Fatto Quotidiano”. Questo articolo è apparso il 12 aprile 2016 con il titolo “Gianroberto Casaleggio, non riesco ad immaginarmi un M5S senza di lui”, che noi modifichiamo, secondo nostri criteri. È noto come i titoli dei giornali non vengono mai decisi dagli autori, ma dalle redazioni secondo loro proprie esigenze, alle quali non siamo certo vincolati. Sulla morte di Casaleggio ero intervenuto anche io, associandomi al cordoglio e alle condoglianze. La sua morte mi giungeva quasi nello stesso istante in cui usciva l’Ordinanza cautelare di condanna sostanzialmente alla Casaleggio Associati, che aveva gestito la mia espulsione dal Movimento Cinque Stelle e di altri. Paolo Becchi è il pensatore che più sistematicamente si è occupato del Movimento Cinque Stelle, prima aderendovi con entusiasmo e poi dissociandosi con il mutare del Movimento o della sua Leadership.
AC
Moriamo da sempre e tuttavia la morte non cessa mai di sorprenderci.

Sì, è vero la morte di Gianroberto Casaleggio mi ha sorpreso. La sua malattia era nota da tempo, ma da persona schiva quale era la teneva riservata. E nonostante recenti notizie giornalistiche ho sempre voluto pensare che fossero falsi allarmi.

Mi potevo immaginare un M5s senza Grillo, ma non un MoVimento senza Casaleggio. Mi sono sbagliato, almeno in parte.

Me ne sono andato dal MoVimento proprio per dissenso sulla svolta politica “istituzionale” che gli ho imputato, ma devo riconoscere che l’anima del MoVimento era lui. È sempre stato così, sin dall’inizio. E se il M5s ha raggiunto l’attuale successo questo è in larga parte merito suo.

Poche volte ho parlato con lui, ma ricordo tutto di quegli incontri nel suo ufficio di Milano. Io un professore che quasi non sapeva che cosa fosse internet e la rete, che passava le sue ore in archivi e in biblioteche, a parlare con lui, di come la rete avesse aperto nuovi orizzonti nella conoscenza e ora potesse anche farlo nella politica. Confesso, rimasi colpito dalla sua forte personalità e dalla sua vasta cultura e sull’onda dell’entusiasmo, durante la campagna elettorale del 2013, ho aderito al MoVimento. Gianroberto mi ha aperto un mondo, quello della rete e delle sue potenzialità, e questo gliel’ho sempre riconosciuto, anche dopo la nostra rottura politica. La politica divide, la morte riunisce.

Nessun commento: