lunedì 31 marzo 2008

Perché mai dovrebbe essere “falso” l’«Olocausto» palestinese e “vero” quello che ci viene raccontato pena la galera per chi non ci crede?

Versione 1.1

Esiste in Italia una “Israel lobby” non meno consistente ed invasiva di quella ormai acclarata negli USA. In questo blog ne ho iniziato uno studio sistematico, per il quale bisognerà poi aprire una scheda per il sito di Israele.net, che a giusto titolo può essere incluso nella Lobby. Quale la sua ultima bravata? Ha tradotto in italiano un articolo dove si tenta di contrastare un’iniziativa palestinese di grande impatto mediatico. Si noti bene che ai palestinesi dinanzi al superiore ed indiscutibile diritto israeliano all’esistenza è precluso il diritto alla legittima resistenza all’invasione ed all’usurpazione tramite rudimentali missili kassam, poco più di un temperino di fronte agli arsenali israeliani, bomba atomica compresa. E conosciamo questo ritornello: i palestinesi non hanno diritto di reagire dopo che sono stati scacciati dalle loro terre ed in processo costante di genocidio da oltre 60 anni. Quindi devono subire e rassegnarsi alla clemenza del loro carnefice. In realtà, i missili kassam sono pressoché innocui ed esprimono soltanto una simbolica resistenza e non acquiescenza al diritto violato e vilipedo delle genti palestinesi. In questo senso, cioè per il loro valore simbolico, hanno una grande importanza. Se infatti questa resistenza non vi fosse stata negli anni, sarebbe scattato il processo di legittimazione del fatto compiuto ed i noti meccanismi giuridici dell’usucapione, per i quali ogni cosa che dura nel tempo si legittima per il solo fatto della sua durata. Gli israeliano hanno preso con la violenza delle armi, con la frode ed ogni altro mezzo contrario al comune senso di giustizia ed hanno per questo diritto. Siamo in una piena logica hobessiana dello stato di natura: ognuno prende tutto ciò di cui ha la forza di appropriarsi. Ma tutto ciò era noto ed a questa azione mediatica della propaganda sionista ci eravamo rassegnati, non prestando soverchia attenzione ad una reclame commerciale.

Adesso però non ci si accontenta di contestare ai palestinesi i missili Kassam, ossia la loro simbolica resistenza. Si contesta loro l’uso dei media, in sé non violento, quello stesso uso della stampa di cui la “Israel lobby” anche in Italia fa largo impiego per sostenere il suo diritto divino a “sterminare” i palestinesi. E di questo si tratta. I plalestinesi hanno capito l’importanza di questo fronte di guerra e lo mandano a dire agli europei, ed agli italiani in particolare, i quali hanno una grande propensione all’ipocrisia, un pilastro della nostra Civiltà giudaico-cristiana. Se mai si potesse fare una misurazione della sofferenza, non vi è dubbio che quanto in 60 e più anni soffrono i palestinesi supera di gran lunga il «cosiddetto Olocausto» europeo, il cui senso vero è da includere nella “guerra ideologica” che in pratica non è mai cessata fino ad oggi. Un ebreo come Norman G. Finkelstein non lascia più alibi a chi era refrattario a riconoscere la natura strumentale dell’«Industria dell’Olocausto». Un altro ebreo come Avraham Burg ha posto lui un’equiparazione fra la Germania nazista degli anni Trenta e la realtà dell’attuale Stato di Israele.

In sostanza, sempre più e da diverse e disparate parti si pone l’oggettiva equiparazione fra la politica nazista di discriminazione e persecuzione verso gli ebrei ed altri strati sociali e l’analoga politica che lo stato israeliano applica sulla pelle e sulle vite dei palestinesi e su tutti gli altri popoli mediorientali. Dopo Mearsheimer e Walt è innegabile il coinvolgimento di Israele nell’attacco all’Iraq e nella menzogna mediatica degli inesistenti armamenti di Saddam. È di tutti i giorni la continua istigazione ad una nuova guerra all’Iran sulla base di identiche menzogne, riproposte con impudicizia malgrado il rapporto dei servizi americani. In pratica, l’obiettivo manifesto di Israele è una guerra aperta e costante contro tutto il mondo musulmano da ridurre all’obbedienza con l’impiego della armi americani. Un intero continente trasformato in un Lager dove ai soldati israeliani vengono delegate le funzioni dei Kapò.

I palestinesi con la loro iniziativa mediatica stanno svelando alle nostre sopite coscienze questa verità. L’articolo del Jerusalem Post, tradotto da Israel.net, convince esattamente del contrario di ciò che vorrebbe. Non confuta nulla e rende un servizio all’iniziativa palestinese. Sul “vero” e sul “falso” in relazione al «cosiddetto Olocausto» andrebbero fatti altri discorsi, se si potessero fare. Come possiamo tacere sulle migliaia e migliaia persone che nel “democratico” e “liberale” Occidente vengono incriminate solo perché sostengono verità diverse da quelle sancite per legge? Le condanne che vengono inflitte sono la migliore conferma che ciò che si pretende “vero” è invece “falso” e ciò che è stato condannato come “falso” è invece “vero”. A ben riflettere, tutto il Cristianesimo è fondato su questo ribaltone gnoseologico. Se si va a chiedere ai rabbini ortodossi chi fosse Gesù Cristo e perché sia stato condannato a morte, la risposta è il contrario di ciò che i Cristiani ancora oggi sostengono.

Della Giustizia si dice che senza una forza che la sostenga la sua efficacia è nulla, ma in cose di Verità unico giudice è la nostra capacità di discernimento sulla base dei fatti o delle notizie che vengono portati alla nostra conoscenza. Di certo noti personaggi che qui non nominiamo hanno tutto l’interesse a credere e far credere ciò che a loro torna utile, ma chi non fa parte del loro mondo e può dirsi terzo fra vittima e carnefice potrà riconoscere il vero gioco delle parti. Se non è il suo amore per la giustizia o il suo senso umanitario a fargli esprimere il suo giudizio, sarà quanto meno il rispetto che sente per la sua intelligenza a non fargli scambiare la notte per il giorno e la menzogna per la verità. Non esiterà a riconoscere che in Gaza si consuma un vero e proprio genocidio, stando per lo meno alla nozione che di genocidio hanno voluto darci quanto nel 1948 l’hanno formulata pensando che la si potesse usare come un’arma contro la sola Germania sconfitta. In realtà, ciò che la parola “genocidio” significa supera i confini temporali e spaziali che si erano allora voluti fissare. Quegli stessi che fabbricarono il titolo di reato furono e sono responsabili e corresponsabili dello stesso “crimine”.

Links:
1. ICN News.
2. Israele.net.
3. E costui sarebbe uno psicologo?. Da notare questa frase estratta dal link dei «Corretti Informatori»:
Dopo Auschwitz non si possono più odiare gli ebrei in quanto tali, in quanto vittime del male assoluto li si deve onorare. Si può però tornare a odiarli in quanto nazione che ha tradito i suoi valori più profondi.
Una bella pretesa che spiega tante cose! Normalmente ognuno di noi che si trova vittima di una disgrazia, pubblica o privata, si aspetta al massimo sincera compassione e concreta solidarietà oltre a giustizia se vittima di un reato. Quanto all’onore è cosa quanto mai inusitata per i comuni cittadini. Ho avuto un incidente d’auto? Devo essere per questo... onorato? E così via per ogni possibile disgrazia: uno stupro, una rapina, un incendio, un crollo... Sapendo quanto gli uomini desiderino gli onori, la via della disgrazia potrebbe così diventare la più comune e facile da praticare. Chiaramente, è follia allo stato puro. Ma questo spiega tante pubbliche onorificenze che sono state effettivamente conferite. La «perversione dei valori» diventa chiara davanti a simili pretese, che nessun normale cittadino di sano buon senso si sogna di avanzare, ma ormai esiste un’ampia categoria di soggetti che su simili base pretende ogni onore e privilegio, persino quello di procurare sofferenze ad altri pretendendo che il fare ciò sia un loro diritto.

venerdì 28 marzo 2008

Commento al video pro Frankenstein presso la sede di Magna Carta

Versione 1.1
testo in progress

È possibile seguire il video direttamente dal blog di Fiamma Nirenstein. Ne avevo già sentito in parte la registrazione in radio radicale la mattina di pasqua. Avevo riconosciuto la voce di Magdi Allam e mi ero perso l’inizio del bellimbusto che si vede nel video e che incomincia con un dato che io valuto in modo diametralmente opposto, e cioè l’intervento dell’ADL centrale con sede negli USA. Si tratta di un’organizzazione legale, ma che sarebbe bene poter definire come una centrale autorizzata di diffamazione e di propaganda politica. Gode purtroppo della protezione e della copertuta degli stati a tutto danno di cittadini spesso ignari che si trovano inseriti in vere e proprie “liste nere“, per le quali nessuno grida e nessuno si scandalizza. Non conosco al momento il nome del bellimbusto. Lo indicherò in seguito. Nel suo sito noto con piacere che donna Fiammetta usa la vignetta di Vauro come suo manifesto elettorale. Mi sembra evidente l’intenzione di chiamare a raccolta la “Israel lobby”, presente in Italia. In effetti, questo è il solo elettorato sul quale può contare ed il solo elettorato a cui risponderà una volta eletta: di tutti gli altri italiani se ne potrà tranquillamente infischiare. È bene che lo sappia Fini il Folgorato, che ne dovrà lui rendere conto agli Italiani, di cui detiene la rappresentanza parlamentare. Proprio questa mattina mi sono già espresso come elettore e militante del centro destra che non ha mai gradito la candidatura di Fiamma Nirenstein e che la percepisce come una grave minaccia: non saranno rappresentati da lei gli interessi degli italiani, ma quelli di Israele e del sionismo.

Manderò naturalmente il mio terzo commento al sito della Nirenstein, venga esso pubblicato o meno. Il mio vero commento è in questa mia propria sede, dove farò anche un’analisi dei fans di Fiammetta, chiaramente ospitati da lei nel suo sito. Sarà un’istruttiva analisi sociologico-politica del sottobosco che gravita intorno al personaggio sionista che intende farci ingurgitare il genocidio palestinesi che si svolge sotto i nostri occhi mentre i nostri politici guardano ipocritamente al Tibet ed alla Cina...

Ma perbacco! È sparito proprio ora, il video!!! Avevo incominciato a scrivere righe, torno sul blog di donna Fiammetta per prendere il link del video ed il video non c’è più. Certamente, non allo stesso posto in cui era pochi minuti fa.
Solidarietà
Cari amici,
ecco il video della conferenza stampa che abbiamo tenuto giovedi scorso, presso la Fondazione Magna Carta, insieme a Magdi Allam, Giuseppe Caldarola e Riccardo Pacifici.
[E perché l’hai subito tolto? Forse Magdi sta diventando un cattivo affare dopo l’odierna presa di distanza del Vaticano? Cosa pensavate, tutte e due, di indire una moderna crociata per la Terra Santa e per la vostra Bella Faccia?]
Riunisco qui anche le lettere che mi sono arrivate a seguito dell'episodio della vignetta.
[E le leggeremo con la dovuta attenzione! Saranno certamente istruttive per capire la natura delle tue “collusioni” – per usare il linguaggio di Magdi ora Cristano – Di certo, non mi aspetto di trovare la mia stigmatizzazione della tua sciagurata candidatura: è nella migliore tradizione sionista far vedere le voci a sostegno e tacere di quelle critiche]
A quanti parlano di diritto alla satira, libertà di espressione e fanno paragoni con la vicenda delle vignette danesi, voglio dire che io non ho cercato di imbavagliare proprio nessuno
[ci hai provato, ma non ti è riuscito! Se Vauro può disegnare non deve ringraziare la tua bontà d’animo, la tua liberalità, ma i diritti costituzionali che non sono stati ancora del tutto soppressi. Vi è grande probabilità che lo siano, se in Parlamento troverai infausto seguito. Ti ci hanno messo in lista per raccattare voti ebrei o per indicare una politica? Come militante di FI sono convinto che per un voto che puoi portare, ne farai perdere non meno di due. Ma questo Fini non lo sa o non gliene importa.]
e di certo non sono andata a bruciare negozi, ad insultare, ad invitare al boicotaggio de Il Manifesto:
[basta vedere come si comportano i tuoi compari di «Informazione Corretta»: se dipendesse da loro, altro che il Manifesto chiuderebbero. Non dire frottole. Tutta questa cagnara a che pro dunque? Se Vauro aveva ed ha tutto il diritto di disegnare tutte le vignette che vuole, allora cosa significa la conferenza stampa buffonata nelle sede di Quagliarello? Non vi pare di contraddirvi come dei scolaretti colti in fallo?]
ho solo conseguentemente esercitato la mia libertà di espressione, esprimento un punto di vista critico nei confronti di Vauro Senesi,
[e quale sarebbe il tuo punto di vista critico? Quello di Vauro, si è capito, il tuo no, o meglio si: ci hai provato. Non dovevi fare la querela a Vauro? E querela di che e perché? Il tuo punto di vista critico lo avresti scritto nella querela? E chi è che ha mobilitato Foxman? Si sarebbe mosso da solo se qualcuno dall’Italia non glielo avesse chiesto? Chi? Tu, Ruben, Pacifici? Chi? Abbiamo il diritto di saperlo o possiamo e dobbiamo solo immaginarlo?]
il quale continuerà liberamente a fare il suo mestiere.
[Quanto sei buona! Non sospettavo tanta bontà d’animo nel tuo cuore. Non si conosce mai abbastanza il prossimo.]
Ringrazio con profonda riconoscenza quelli che mi hanno espresso il loro affetto e la loro solidarietà. [Continua...] [Ma abbiamo già raccolto sufficienti elementi di giudizio]
[E chi sono costoro? Se si sono pronunciati in privato, la cosa resta privata. Ma se hanno espresso giudizi pubblici, saranno leciti leciti altri pubblici giudizi di segno avverso, ma nell’interesse pubblico di un fatto eminentemente pubblico e politico come una campagna elettorale, che non si farà a suon di bombe come nell’Iraq liberato, ma almeno si spera con parole “libere” e non ricattabile.]
È stato tolto in un baleno il link alla parola “video”, mentre è rimasto il link a “Magna Carta”. Lascio a voi pensare quel che volete. Rinvio comunque ad un più ampio mio articolo, nel cui contesto tratto anche dell’«assoluto demenziale» centenuto nel citato video, subito scomparso dal blog fiammesco. Se il video riappare continuerò il mio commento, riferendolo direttamente al blog di donna Fiammetta ed elaborandolo a tempo perso.

Se lo trovo altrove, per inziare il lungo commento critico-demolitorio che mi propongo lo farò, ma di certo il video non c’è più dove pochi minuto fa avevo incominciato a vederlo, con l'immagine iniziale del bellimbusto, di cui ricordo la faccia. Se la cosa sia casuale, o sia una conseguenza del mio intervento, lascio a voi giudicare. Resto tuttavia del parere che alla mitragliera verbale della Nirenstein occorre opporre altro fuoco di contromitraglieria. Ormai ne sono più che che certo: in tutti i discorsi abbondanti di Fiamma Nirenstein è inutile cercare consistenza logica e dignità di pensiero. Le sue parole sono la stessa cosa delle bombe a grappolo che Israele ha disseminato in ogni metro quadrato del Libano meridionale nell’ultima sua aggressione. Donna Fiammetta confida nella quantità delle parole che escono dalla sua bocca: che abbiano un senso logico e morale oltre che politico, è la cosa che a lei meno interessa. Ciò che le interesse è che le parole, abbondanti, vi siano ed abbiano la stessa direzione delle pallottole dei soldati israeliani. A questa strategia si può rispondere in una prima fase elementare facendo rimbalzare su lei stessa e la sua parte le parole menzognere con le quale offende quanti la ascoltano e la vedono, o meglio di quanti, cittadini di questo stato e fedeli ad una sola patria, hanno il dovere di tenere aperte le orecchie e gli occhi puntati su di lei e su chi l’ha messa in lista: un mostro elettorale!

Note
estemporane di commento al Video,
nonché ai messaggi di “solidarietà”
che non so come ma è riapparso: lo si attiva forse cliccando sui commenti, ma non più su “video”.

1. La vostra amica Fiamma. – Il mezzobusto che inizia la conferenza stampa produce una serie di emissioni verbali, di cui poco ho nulla merita apprezzamento concettuale. Tira fuori il tema dell’antisemitismo, che esiste nella sua testa e nella testa di quanti ancora vogliono continuare a specularci. Vita come un fatto significativo e positivo l’intervento dell’ADL, su cui occorrebbe guardare dietro le quinte. Esiste infatti una sezione italiana di questa organizzazione, della cui liceità costituzionale ho i miei dubbi. Nessuno potrà togliermi dalla testa che vi sia stata una concertazione di qua e di là dell’Atlantico. È da chiedersi quanto ancora possa essere sfruttabile politicamente la carta dell’antisemitismo. Andrebbe fatta una verifica sociologica. Ciò che io posso dire, guardandomi intorno, è che non esiste un fenomeno antisemitismo. Si tratta solo di un espediente per lucrare vantaggi economici e politici nonché privilegi a danno di altri concittadini. Il mezzobusto – di cui non posso dare il nome, non conoscendo – parla poi di “difesa di Israele”. La prima ovvia obiezione è che siamo in Italia, non in Israele. Se “difesa” deve esservi, deve essere “difesa dell’Italia”, non di Israele. Se poi si tratta di fare opzioni di politica estera, allora ad essere umanitariamente difeso dovrebbe essere il popolo palestistenese, di cui Israele fa genocidio. La solidarietà a Fiamma Nirenstein, per delle semplici e banali vignette, è al tempo stesso un atto di ostilità verso il popolo palestinese e tutto il mondo arabo. Al neocristiano Magdi è da dire che se una mattina ci sveglieremo con degli aerei caduti in piazza San Pietro, non sarà difficile ricostruirne la storia: Iddio non voglia! Ma come cittadini italiani che vanno a votare dobbiamo immaginare tutti i possibili scenari futuri. A quanti hanno “nominato” Fiamma Nirenstein al parlamento italiano va la mia personale esecrazione di cittadino, ancora non privato dei suoi diritti politici.

2. Mondezza, bufala e Magna Carta. – Sfogliando le pagine del bel sito di Magna Carta, lo stesso che ha organizzato la conferenza stampa (?) pro Frankstein e anti Vauro, mi sono imbattuto nell’immagine e nel nome di Gaetano Quagliarello, con l’invito “scrivimi!”. È quello che ho fatto. Una simile posta è normalmente gestita non dal leader, ma dai “portaborse” (uso il termine non per offenderli, ma perché ormai largamente in uso per indicarne le funzioni), che forse nei casi più rilevanti lo sottopongono all’attenzione del loro Padrone. Ed è quindi tempo perso per chi pensa di poter comunicare direttamente con l’Illustre Personaggio. Anche le “lettere” di solidarietà, anzi le numerose lettere di solidarietà giunte a donna Fiammetta – e di cuir diremo più avanti –, ammesso e non concesso che siano autentiche, vengono selezionate da qualcuno fra quelle pro, mentre quelle contrarie vengono comprensibilmente cestinate. Per non fare una fatica inutile, ho scritto Gaetano Quagliarello la lettera che segue e che ho effettivamente spedito all’indirizzo. La rendo qui pubblico a beneficio di qualche militante di FI ovvero Popolo della Libertà, che come me pensi che in un partito si sta principalmente non per reggere la coda a qualcuno, ma per tentare di suscitare il dibattito previsto dall’art. 49 della costituzione. Ricevo molte lettere del seguente tenore: “Professore, ma uno come lei, come fa a stare in un partito come...”. La mia risposta è sempre del seguente tenore: “Non importa in quale partito uno stia; importa invece che tutti i partiti siano conformi al dettato dell’art. 49 cost... Ognuno, nel partito in cui si trova, dovrebbe lottare innanzitutto per questo obiettivo”. Rendo tuttavia pubblico ancora una volta che la mia militanza (ridotta) è solo una forma di impegno civile, non certo una mia condivisione di interessi e vantaggi di casta: non una lira, non un piccolissimo favore è mai venuto a me dalla mia tessera.

Caro Compagno di Partito,

Ti scrivo, anche per distrarmi un poco.

È’ commovente come proprio nelle tornate elettorali tutti, proprio tutti, vi ricordate che esistono quei babbei che sono gli elettori, i quali non possono fare a meno di sopportarvi, non avendo gli strumenti per potersi liberare di voi. Questa campagna elettorale ha tuttavia poco, anzi nulla da invidiare alle campagne elettorali di epoca fascista o nazista. Sono egualmente antidemocratiche, se non peggio e sempre qui ragionando secondo i cliché che di questi regimi ci date abitualmente. Sempre più spesso mi capita invece di pensare che come classe politica siete peggiori di quelle che demonizzate al solo scopo di poter trarre una legittimazione che non troverebbe autonomo fondamento. Mi auguro che da quell’area sociale che spregiativamente chiamate Antipolitica possa venire presto la giusta e legittima reazione.

Se vuoi conoscere più diffusamente il mio pensiero politico, ammesso che tu ne abbia il tempo e la voglia, puoi andare al mio ultimo articolo, dove commento fra le infinite tue prodezze anche la squallida e vergognosa vicenda legata alla nomina in parlamento di Nirenstein, esponente principale di Magna Carta, amica tua e non mia:

Senza farmi nessuna illusione, conservo la mia tessera a FI ed al Popolo delle Libertà, solo per il gusto di muovere critiche dall’interno a tutti quelli che dovrebbero essere i miei “maestri di pensiero politico” e rappresentanti (leggiti la costituzione, per quel che vale!)

Non ricordo cosa insegni, ma ti ricordo io l’art. 49 della costituzione, mai attuato... Mi muovo rigorosamente in questo ambito costituzionale!

Avendo conosciuto gli anni di piombo, trovo preferibile l’uso anche aspro delle armi della critica anziché la critica diretta o indiretta delle armi. Dopo la morte del mio “docente di diritto penale” Aldo Moro non posso più nemmeno sopportare la vista della violenza. Ma è proprio sulla infinita pazienza di un popolo pacifico come quello italiano che voi (= la Casta) potete fondare la vostra impunità.

Nei miei 58 anni di esistenza non ricordo una campagna elettorale così disgustosa come quella alla quale siamo chiamati.

Ti ho scritto, rassegnato alla prossima pubblica vergogna del 13 aprile, qualunque sia l’esito elettorale! Proprio oggi, in questo momento in cui scrivo, si tiene non lontano dalla mia abitazione, in Roma, un’assemblea dell’Astensionismo organizzato. Non ci vado per questa volta, ma mi auguro che l’Antipolitica sappia trovare presto le sue forme efficaci di protesta.

Antonio Caracciolo
Docente ...
e per quel che serve:
- Presidente di...
- Coordinatore provinciale...

PS - Tutti quelli che erano in FI quando io mi sono iscritto ne sono usciti, invitandomi pure ad andare con loro altrove. Solo io resisto, per un mio principio di coerenza morale e politica e soprattutto valutando il senso costituzionale dell’art. 49. Me ne andrò, quando sarò letteralmente cacciato, ma fino ad allora non risparmierò a nessuno le mie critiche, neppure a Cicchitto, che stranamente in tre o quattro volte che incontro in pubbliche manifestazioni, gira subito i tacchi, appena incomincio a parlare della situazione interna di partito in Calabria. Il suo atteggiamento mi conferma nell’idea che non esiste un partito, ma solo una casta di notabili che lucra perfino le risorse delle nostre tessere, oltre a quelle pubbliche ingentissime. È questa sarebbe la nostra eccelsa democrazia! Una democrazia che con l’aiuto della tua amica Fiammetta Nirenstein, esponente di Magna Carta, dovremmo esportare con le armi in Medio Oriente? Poveri noi! Povero popolo italiano! Mondezza, bufala e Magna Carta!

Ciò di cui la nostra classe politica è in sommo grado priva è il... Comune senso del pudore!
La lettera di cui sopra è un documento politico, che mi riservo di migliorare ed elaborare rispetto all’originale effettivamente spedito al destinatario, che è per me una figura tipica di politico e non necessariamente una singola persona.

3. Le papere del bellimbusto. – Di papere del Moderatore di cui non posso dare il nome, ma che chiamo in mancanza di altro con l’appellativo di bellimbusto se ne notano almeno due: uno forse solamente formale quando dice questa campagna elettorale, che in effetti è tale, per indicare la seduta, si corregge poi dicendo che si tratta di una conferenza stampa che non ha niente a che fare con la campagna elettorale. Ha invece detto la verità senza volerlo: donna Fiammetta ha pensato di imastire la sua campagna elettorale sulla vignetta di Vauro, facendo del vittimismo. La seconda papera è l’affermazione secondo cui la campagna elettorale in corso sarebbe incentrata tutta sull’antisemtismo. Niente di più falso. Ognuno può sentire e leggere sui giornali i titoli di prima pagina: al momento si parla di Alitalia, ma anche di bufala campana, mondezza, carovita, e simili. Che la campagna elettorale abbia al suo centro l’antisemitismo è una Bufala gigantesca, ma non bufala campana, bensì bufala israeliana e sionista. Quanti si erano riuniti sembravano augurarsi che tutto il popolo italiano si commuovesse per la vignetta di Vauro che ritraeva donna Fiammetta nel modo che sappiamo: mai vignetta fu più indovinata! Quel che è lugubre è che ahimé ci troveremo in parlamento un simile campione di antitalianità. Povero, disgraziato paese! A cosa ci siamo ridotti!

(segue)

mercoledì 26 marzo 2008

Leggendo Avraham Burg: 2. Il rifiuto della “religio holocaustica”

Pagina
di riunione con articoli e links su A. Burg

Versione 1.1

Avraham Burg dimostra di aver ben compreso gli aspetti religiosi insiti nel mito olocaustico, i cui pericoli erano stati erano stati ben intravisti da un ebreo torinese, di nome Sion Segre Amar, che circa dieci anni fa ebbe una polemica con il prof. Coppellotti proprio sulla connotazione religiosa del termine “Olocausto”, per cui egli stesso non accettando l’espressione ormai in voga usavo egli stesso dire «cosiddetto Olocausto». Questi polemica si cancellò presto dalla memoria dei discendenti ed io ho potuto divertirmi non poco ad usare non un termine mio, ma quello dell’ebreo Sion Segre Amar, a quanto pare non seguito, letto o compreso neppure dal figlio. Si aprì una caccia all’antisemita, dove però l’antisemita non ero io, ma il capo ebreo e noto storico sopra citato. Diverso il caso di Avraham Burg, dove il rifiuto dell’identità olocaustica si svolge nell’arco di tre generazioni della famiglia Burg: il padre di Avraham, che oltre a ministro degli interni fu anche direttore del famoso museo della Shoa in Gerusalemme, quello stesso museo visitato da Gianfranco Fini, che si mise pure in ginocchio con sommo gaudio di Fiamma Nirenstein; il figlio Avraham ormai inviso ai sionisti sfegatati di stanza in Israele ma dislocati anche all’estero; i figli di Avraham, che non riescono a capire i viaggi scolastici di istruzione in Polonia, per apprendere che gli ebrei per definizione sono tutti dei “sopravvissuti”. Ma ecco come si esprime lo stesso Avraham:
«Plus j’y pense, plus je me dis que la Shoa est devenue le pilier théologique de l‘identité israélienne moderne. L’examen des sorces et des évolutions de ce fondement m’amène aujourd’hui à dire qu’il représente l’une des grandes questions auxquelles se heurte l’identité juive moderne».

«Più ci penso più mi dico che la Shoa è diventata il pilastro teologico della moderna identità israeliana. L’esame delle fonti e l’evoluzione di questo fondamento mi spinge oggi a dire ch’esso rappresenta una delle grandi questioni sulle quali sis contra l’identità ebraica moderna».
(A. Burg, op. cit., 43)

Ciò che però mi sembra più interessante nell’analisi di Burg non è tanto la comprensione del ruolo dell’«Olocausto» nell’identità israeliana o ebraica, quanto l’individuazione che ciò costituisce una fonte di inimicizia perpetua ed irriducibile con tutto il mondo e tutti i restanti popoli. Credo che in ciò vi sia la fonte di un nuovo e ben diverso antiebraismo che finirà per ridimensionare l’antisemitismo storico. È ben vero che l’aggressività sionista odierna si avvale del concetto, piuttosto vago, di genocidio coniato per l’occasione subito dopo il processo di Norimberga, dove per la prima volta nella storia non ci si accontentò semplicemente di vincere il proprio nemico, ma lo si è voluto anche processare e dichiarare in perpetuo come criminale, ossia si è inteso squalificarlo sul piano morale ed etico, dove per morale si intende la sfera privata delle relazioni intersoggettive fra gli individuo mentre per etica si intende il sistema proprio di valori condivisi di un determinato popolo.

Il fatto è che ad uscire fuori dagli intenti strumentali della prima dichiarazione convenzionale di genocidio e non potendo riferire il nuovo crimine ad un solo popolo, ma a tutti i casi simili presenti, passati e futuri, ci si deve fatalmente accorgere che vi è unicità in ciò che gli uomini sono capaci di fare in tempo di pace e in tempo di guerra. Curiosamente ci si deve accorgere che la condotta odierna degli israeliani nei confronti del popolo palestinese e di tutti i popoli islamici mediorientali in nulla è inferiore a quanto di peggio si attribuisce, dico: si attribuisce a Hitler ed al nazismo. A riconoscerlo è un Avraham Burg, il cui vaincre Hitler si riferisce evidentemente ad un saper uscire da questa logica identitaria in cui si è davvero vittime di Hitler in quanto si perpetua il peggio di ciò che gli si attribuisce. Friedrich Nietzsche che non fu affatto l’antisemita che in un primo tempo si era fatto credere che fosse ha però ben descritto il modo in cui dal risentimento si formano spesso i pregiudizi e le dottrine morali. Aggiungerei un’aggravante che rende ancora più odiosa la religio holocaustica: il fatto che si perseguitino con la prigione quanti non sono disposti ad accettare le verità ufficiali sugli svolgimenti della seconda guerra mondiale e sulle cause che l’hanno prodotta. Avraham Burg, per un’autorevolezza indubbia che neppure i suoi peggiori nemici possono disconoscere, riapre con veemenza un dibattito che la ragion di stato ovvero l’interesse allo status quo intendeva soffocare.

(segue)

Magdi Cristiano Allam: un cristianesimo tutto da ridere

Versione 1.4

Altro che vignette danesi! Per chi vorrà metter in burla il messaggio cristiano basterà il reality delle dichiarazioni del neoconvertito Magdi Cristiano Allam, che ora si aggiungono a quelle dell’«ateo devoto» Giuliano Ferrara. Vi è da scommettere che il protagonismo neofita di questi Grandi Alleati di Sua Santità farà perdere in credito e devozione monto di più di quanto non ne abbia fatto guadagnare Madre Teresa da Calcutta o da Mastella, un paravento invocato ogni volta che dall’America giungono notizie pedafeliche. Le prime reazioni arabe non mancano: si esprime l’augurio che Magdi Allam possa esser miglior cristiano che non musulmano. Anzi si nega che un musulmano sia mai stato e ci si lamenta che a pagar la scorta siano i cittadini italiani, musulmano e non.
Nella sua nuova veste di “cristiano” in nuovo Magdi non si è trattenuto un istante dal rubare la scena a Sua Santità Ratzinger, facendo dichiarazioni sul “genocidio” iracheno di cristiani. Viene da chiedersi: genocidio di chi? Fatto da chi? È di ieri un’impressionante notizia data dal «Manifesto», un giornale inviso a radicali bordiniani, a «Corretti Informatori» ed ai neoconvertiti alla Magdi, e messa in sordina: in Iraq oltre ai 4.000 morti statunitensi di cui si tiene accurata statistica, vi sarebbe la cifra di oltre 700.000 vittime civili, delle cui statistiche non si può mai essere certi. Era stata data una prima volta la cifra di 600.000, ma poi era stata ridimensionata. Adesso siamo di nuovo a 700 mila. Eccolo il vero genocidio.

Se fra questi 700.000 vi sono anche cristiani, avranno condiviso il comune genocidio del popolo iracheno. Resta da capire come sia stato ciò possibile, dal momento che l’Iraq è stato liberato dalle cristianissime armate cristiane ed israeliane. Non si era sentito che con Saddam i cristiani fossero stati molestati. E quindi Magdi Cristiano Allam ci deve spiegare come ciò possa accadere nell’era cristiana di Bush. Credo che potrà farci solo ridere, benché di un riso amaro. La sua “conversione” avrebbe potuto restare un fatto privato: musulmano o cristiano il personaggio non cambio in meglio e credo che dopo essere stato un problema per i musulmani lo diventerà anche per i cristiani, se l’incontenibile Magdi pretenderà ora di poter parlare a nome di tutti i cristiani al posto del papa. In questa sua nuova veste non ha atteso neppure 24 ore per dare nuove performances, lasciando a più non posso esternazioni urbi et orbi. Ne vedremo presto delle belle, ma tutte rigorosamente da ridere.

RASSEGNA STAMPA COMMENTATA

1. «Ci sta prendendo in giro tutti»: cristiani e musulmani.
2. «Voglio essere di Cristo»: povero Cristo!
3. Quanto è bello il primo amore: ma il secondo è più bello ancora!
4. «Un contributo alle guerre di religione»: sangue e carne, fratelli!
5. Da Ritanna degli Armeni: la prima visita apostolica, dove incomincia a pontificare, togliendo il mestiere a Benedetto.
6. Convertiti o pervertiti?
7. Ora Magdi Cristiano: e cosa aspettate voi Ebrei?
8. La scelta del nome: Cristiano I vice di Benedetto XVI.
9. La conversione di Magdi Cristiano: il nostro uomo in Vaticano.
10. Se questi sono gli amici, figuriamoci i nemici!
11. Al supposto «fanatismo jihadista» il concreto e reale fanatismo tarantolare del Magdi Cristiano.
12. Buoni e cattivi cristiani secondo il Corretto Verbo di Pezzana, Angelo d’Israele.
13. La CIA teme la crociata benedettina e si chiede: «è nell’interesse della Chiesa e dell’Occidente?»
14. Lo spazio pubblico della religione: lo occupa tutto il Magdi Cristiano!
15. Il piano «diabolico» del Magdi Cristiano: «ma non ci riuscirà».
16. I “reali problemi” secondo «Informazione Corretta»: e secondo Maurizio Blondet.
17. Magdi “scaricato” dal Vaticano: la tardiva scoperta del relativismo, ma Pippo non lo sa.

domenica 23 marzo 2008

Avraham Burg o Magdi Allam? Ovvero l’identità ebraica non-olocaustica o l’assoluto demenziale?

Pagina
di riunione con articoli e links su A. Burg
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Versione 1.5
testo non definitivo in progress:

sto tentando di ridurre e rivedere il testo concentrando l’attenzione sul contrasto fra l’identità ebraica quale ci è presentata nella “conferenza stampa” di cui sotto e da cui traggo spunto e l’identità non olocaustica di un Avraham Burg quale emerge dal suo ultimo libro. Per i non ebrei si tratta di decidere chi è l’ebreo e chi è invece soltanto un sionista, impropriamente a volte tacciato di nazista o fascista. Quindi infine di sapere come regolarsi sui temi della politica internazionale, senza essere traviati da forme di terrorismo ideologico risalente all’evento sempre più remoto e mitico del «cosiddetto Olocausto».

La corrispondenza di ideologiche vedute ovvero una profonda amicizia personale fra Massimo Bordin e Fiamma Nirenstein ha procurato a quest’ultima un sostegno alla sua campagna elettorale sulle onde di Radio radicale, trasmettendo proprio la mattina di Pasqua la registrazione di una “conferenza stampa” presso la sede di Magna Carta, nella quale ho potuto sentire in successione Magdi Allam, Giuseppe Caldarola, Riccardi Pacifici, la stessa Nirenstein e forse qualche giornalista presente. Avevo già partecipato ad una analoga conferenza stampa di Magna Carta in occasione del convegno sulla democratizizzazione forzata, mediante finanziamento della dissidenza e destabilizzazione dei paesi colpevoli di essere fuori dal circuito dei Mac Donald’s e della Coca Cola o dei cosiddetti “diritti umani”. Non vi furono allora giornalisti che rivolsero domande, ma solo persone che applaudivano. Credo che questa volta le cose non siano andate diversamente. Mi dispiace di non aver saputo in tempo della “conferenza stampa”. Ci sarei andato ed avrei fatto una sola domanda a Fiamma Nirenstein: «Se sei una “Signora”, come dici ossia felicemente sposata, che mestiere fa tuo marito?» . Seguo da anni radio radicale, ma solo negli ultimi tempi mi diventa chiara la sua linea politica, non priva di incoerenze, che si affianca all’eccellente servizio informativo. Proprio qualche tempo fa, nella sede radicale, in occasione di una manifestazione canora-familiare per Aldo Moro, manifestai a Marco Pannella la mia stima, essendo un suo ascoltatore. Sapendo Marco che lo ascoltavo solo tramite Radio radicale, mi rubricò con aria divertita e compiaciuta fra quelli che la sera al posto della valeriana ascoltano radio radicale e quindi Pannella. Evidentemente l’allusione sottile di Pannella era alla mia mancata militanza radicale: ma come potrei stare terzo fra Massimo e Fiamma? Purtroppo, l’effetto valeriana, con trasmissioni come quelle di questa mattina o con le interviste sollazzevoli (alla faccia dei morti ammazzati palestinesi) di Massimo a Fiamma, sta venendo meno ed è poco se non subentra la collera indignata. Il che non vuol dire io non sia in grado di ascoltare pacatamente idee anche molto diverse dalle mie. Del resto, con il tarantolismo radiofonico di questa mattina di pasqua – un tarantolismo condiviso dall’emittente che per bocca di Bordin si dissocia per contro dal sen. Fernando Rossi – , cosa ci si aspetta da me? Un contagio tarantolistico o una civile reazione? Per fortuna, sono divenuto abbastanza esperto di internet da poter andare io alla ricerca delle notizie per me rilevanti, trovate le quali ritrasmetto poi a miei Cinque Lettori. Proprio perché sono un estimatore di Pannella, ma non di Massimo Bordin che alle 17 di oggi farà a Pannella la consueta intervista settimanale, che io sentirò di notte supplendo così all’uso di valeriana, mando a tutte e due questa missiva, se mai la leggeranno troppo occupati come sono fra di loro:
Caro Marco,

se mi leggi, vorrei che tu tornassi con la mente alla villania di monsignor Fisichella, quando a Porta a Porta disse che lui, per poter parlare alla televisione o in qualsiasi altro luogo, non aveva bisogno di fare i digiuni e gli scioperi della fame e della sete. Tu giustamente lo rimbeccasti e perfino mons. Fisichella si accorse della gaffe, proclamandosi peccatore a buon mercato. Ebbene, paragonando quell’episodio all’altro di Campo de’ Fiori, dove Bordin avendo concesso il microfono al sen. Rossi, che aspettavo fin dall'inizio della manifestazione, dopo averlo lasciato parlare dopo donna Fiammetta, che ha tutto l‘amore di Massimo, sente poi l’indebito bisogno di dire a Rossi che “noi” (ma chi? ) non la pensiamo così e non siamo d’accordo con Rossi. Era come se dopo aver concesso una cosa con una mano, la si togliesse con l’altra. Ma di questo parlo meglio nell’articolo sui cretini in Campo dei Fiori...
Diversa, ma proprio diversa cosa, è tuttavia l’assoluto demenziale con il quale mi sono svegliato questa mattina. Poco alla volta prestavo attenzione ad un delirio verbale così intenso da non risparmiare una singola parola di ciò che veniva detto. Quindi, la prima attenzione al discorso, al suo contenuto di senso, o meglio alla sua totale mancanza di senso, poi alla persona. La distinzione è importante perché costoro dicono cose che non stanno né in cielo né in terra, perfino gravemente oltraggiose e di una violenza della cui impunità sono certi. Se vengono contestati in sede giudiziaria per ciò che hanno detto o scritto, sanno di poter sostenere tutti gli oneri. Infatti, il loro interesse è politico e propagandistico, forse per conto terzi. Se però vengono loro toccati, appena sfiorati magari con una vignetta satirica, ecco che gridano come maiali scannati e si mettono a chiamare polizia, vigili del fuoco, il parroco, il rabbino, il governo, la chiesa e... l’ADL, quello di Foxman negli Usa e quello di Ruben in Italia, che pare pure lui perfino nelle liste del “Popolo della Libertà”: mai la Libertà si trovò in così cattiva e impropria compagnia!

Scrivendo di Magdi Allam un giornalista dell’Unità, di nome Gravagnuolo che non leggo abitualmente, ebbe un’espressione felicemente indovinata: delirio verbale da tarantolato. La mia fonte di Gravagnuolo è indiretta, cioè un libro di Travaglio, di cui adesso faticherei a trovare esattamente il brano, dove Gravagnuolo si interrogava anche sulla “incompatibilità” di un simile delirio verbale con un giornale importante come il “Corriere della Sera”. Ed in effetti anche a me la cosa riesce strana e posso spiegarmela solo con un ricorso ai poteri dell’immaginazione. Un simile mancanza di equilibrio di giudizio, una così irritante e provocante faziosità non verrebbe tollerata neppure in un giornale di parrocchia della più infima provincia: non esagero e mi trattengo dall’aprire altre digressioni sul discorso di fondo che vuole approdare al contenuto, serio e tragico, del libro di Avraham Burg. Di Magdi Allam tuttavia ho appreso che di recente ha collezionato in un solo fine settimana una sfilza di querele. La conferenza stampa alla sede di Magna Carta di Quagliarello, dove continua nello stesso tono diffamatorio, danno la conferma della sua copertura finanziaria, magari ci guadagnerà pure: tutto programmato a tavolino. Diversa la questione delle scorte, di cui mi piange il cuore perché non credo che esista da parte dei docenti universitari italiani tacciati di “collusi” con l’Islam nessun pericolo all’incolumità fisica del “tarantolato”, ma mi duole che le forze dell’ordine sia sottratte là dove vi sarebbe grande bisogno di sicurezza pubblica e vengono così malamente e stoltamente impiegate. Peraltro, con i soldi che Nirenstein, Magdi e altri dispongono potrebbero ben pagarsi la loro polizia privata, ammesso che già non ci pensi il governo di Israele ed il Mossad. Circa quest’ultimo aspetto ancora una risposta o una smentita da parte di Fiamma Nirenstein. Mancando qualsiasi risposta, temo che la mia ipotesi sia fondata e corrispondente al vero. Avrei potuto perfino interrogarla donna Fiammetta Nirenstein. A Campo de Fiori in una piazza quasi deserta me la sono davanti a due o tre metri davanti mentre recitava la sua pappardella, la stessa del famoso convegno, di cui Quagliarello ha dato il patrocinio, credo a nome suo e di altri suoi amici, non certo mio che pure milito nella stessa area politica ed al quale non è stata data la parola, pur avendola chiesta: non “era previsto” che nessun altro parlasse e che un contraddittorio vi fosse. Mi sono trattenuto per prevenire le grida di donna Fiammetta, che magari sentendo il mio nome e le mie domande avrebbe chissà cosa gridato ed io mi sarei trovato nei guai. In realtà, donna Fiammetta non aveva nessuna intenzione di parlare alle poche persone rimaste in piazza ma al solo microfono che teneva vicino alla bocca, come pure credo che alla sede di Magna Carta abbia egualmente parlato ad un microfono ed ai nastri di registrazione, che puntualmente il suo amico Massimo ha riversato per radio facendole giungere alle mie orecchie indifese. Se Massimo Bordin non avesse affittato le orecchie degli ascoltatori di Radio radicale credo che le tre scimmiette di Magna Carta non avrebbe avuto altro pubblico. Se mi avessero avvisato in tempo e se lo spettacolo era pubblico. mi ci sarei recato per vedere anche le loro facce.

Ma veniamo dopo il lungo preambolo al contenuto della trasmissione radiofonica demenziale, trasmessa proprio la mattina di Pasqua, che per i cristiani significa una cosa, per gli ebrei un’altra. Si trattava di una conferenza stampa del trio Magdi Allam, Caldarola, Riccardo Pacifici nella sede di Magna Carta (e dunque ospiti del “liberale” Gaetano Quagliarello, povero liberalismo!), da dove si apprende a loro demerito che Fiamma Nirenstein ha ricevuto telefonate di solidarietà di Martino e di Fini per la vignetta di Vauro. Dico... una vignetta! Fosse (e ce ne vorrebbe!) che Vauro avesse fatto qualche gesto di violenza privata su Fiammetta Nirenstein, capirei pure, ma non vi è stato personaggio politico appena un poco noto che non sia stato fatto oggetto di caricatura da parte di vignettisti di professione. Credo che nemmeno Mussolini si sia sottratto ed abbia protestato. Non era lui il Pippo della famosa canzone? Non ricordo che nessuno si sia mai lamentato come Fiamma Nirenstein, che ha tirato fuori ancora una volta l’arma dell’antisemitismo.

E veniamo alle sue scempiaggini, intendo quelle di Fiamma e del trio scimmiesco. È qui sulla mia scrivania il libro di Avraham Burg, uscito in Francia con il titolo "Vaincre Hitler”. Burg non è Vauro e dice cosa di gran lunga più meditate e fondate di quanto un vignettista possa fare. Di questo libro sto facendo un ampio studio e rinvia perciò a quanto vado scrivendo altrove. Chi è interessato può cliccare qui e poi proseguire la navigazione ipertestuale ad altri miei articoli ed a links in lingua italiana e straniera. Riassumo all’estremo dicendo che Avraham Burg è un ebreo doc, che non può certo essere accusato ovvero querelato dall’ADL per antisemitismo, ma è proprio lui a rigettare come totalmente folle la costruzione dell’identità ebraica in associazione con l’«Olocausto», che con fondamento è drasticamente demistificato dagli storici revisionisti, non lasciati liberi di fare il loro lavoro di storici. Ma anche se l’«Olocausto» non fosse né un’«Industria» (così Finkelstein altro ebreo doc) né una “bufala” (vanno in galera quanti lo sostengono), sarebbe in ogni caso – dice Burg – fondare su questo tragico evento la propria identità. Burg, parlando anche a nome di suo padre – che non ha subito la scomunica come il figlio – dice di non aver mai costruito la sua identità in modo così negativo e traumatico, cosa che peraltro comporta una carica di ressentment tale da porre un serio problemi di rapporti con tutta la restante umanità, resa colpevole – ad esempio dal “portavove” Pacifici che farebbe meglio a “tacere” se vuole risparmiare una crescente disaffezione ed insofferenza per la comunità che dice di rappresentare – anche per il suo “silenzio dubbioso” di fronte alle bufale ed alla pretesa di un monopolio del dolore e della tragedia.

È ancora Avraham Burg, non i vignettisti italiani Vauro o Disegni, ha porre l’equiparazione sionismo = nazismo, ma senza tirare in ballo né Ciarrapico né Alessandra Mussolini, ammesso ch’egli sappia chi siano. No, Burg si basa per il suo giudizio per la conoscenza diretta della politica israeliana. Egli è stato presidente del parlamento israeliano, la Knesset, dove sia Magdi Allam sia Fiamma sia Nirenstein sia Caldarola, avrebbero dovuto con più pertinenza candidarsi. A proposito di Ciarrapico si sono tirate in ballo le leggi razziali del 1938, alle quali Mussolini nella fase declinante del fascismo si trovò costretto con maggior malavoglia di quanta Berlusconi non ne abbia avuta di andare in Iraq, la cui invasione è in notevole misura dovuta alla Israel lobby degli Usa ed i cui disastri sono pagati dal popolo americano e da un “olocausto” di vittime innocenti.
«Associare allo Stato d’Israele gli aggettivi
“ebraico” e “democratico” equivale
a produrre nitroglicerina:
il paese è la versione contemporanea
della Germania degli Anni ’30»
A. Burg
La citazione è di Avraham Burg. Le leggi razziali del 1938 non sono più sciagurate di quanto non lo sia la legge elettorale che ci obbliga a votare una Fiamma Nirenstein, voluta non dal popolo italiano – che lei non rappresenterà mai – ma messa in lista da Gianfranco Fini, che Fiamma ha potuto osservare in ginocchio e con il tipo berretto ebraico nel famoso museo di Gerusalemme: solo così l’allievo di Almirante poteva diventare ministro degli Esteri ed uscire da quell’emarginazione a vita che era il MSI. Evidentemente la candidatura da lui e solo da lui voluta di Fiamma Nirenstein è una continuazione di quella storia. Il “fascismo” se proprio lo si vuol cercare, non bisogna andare con la mente al 1938 ed a Ciarrapico, ma basta restare nel 2008 e considerare la legge elettorale-razziale con la quale andiamo a votare. Non si vedono le cose ad un palmo dal proprio naso e si pretende di scrutare in un passato che non si comprende e che esiste solo in teste confuse ed ottuse.

Chi abbia un minimo di onestà intellettuale ed un minimo di informazione storica e gironalistica, certamente non il giornalismo della Nirenstein che è solo propaganda sionista, potrà constatare lui stesso che il “dramma” Palestina supera di gran lunga la “fiction” «Olocausto». Questo è un fatto remoto e dai contorni per lo meno dubbi, l’altro è un evento che si svolge sotto i nostri occhi, benché velati da una stampa di regime. Quanto alle leggi razziali, per le quali è stato chiamato in causa Ciarrapico, è il caso di ricordare che il primo rastrellamento di ebrei in Italia si è avuto dopo due date decisive: quella del 25 aprile 1943 e dell’8 settembre dello stesso anno, quando cioè non esisteva né il fascismo né il governo italiano. Se del fascismo si vogliono ricordare le leggi razziali, che sarebbe interessante (e lo faremo) mettere a confronto con le leggi israeliane riguardanti i palestinesi, si dovrebbe ricordare (e troverò i brani) quei discorsi di Mussolini in polemica con il nazismo giuntoda poco al potere. Non pochi ebrei furono fascisti. Persino il “sopravvissuto” Shlomo Venezia narra nel suo libro che in quanto ebreo era trattato bene dai fascisti ed avevo quello che non era concesso ai noi ebrei.

Insomma, per chiudere un discorso che rischia di diventare torrenziale, è ad un Avrahm Burg che occorre rivolegersi per sapere come stanno le cose in Israele, non a donna Fiammetta Nirenstein ed al suo pseudo-giornalismo, che dice di essere “scrittrice” (ne so qualcosa), “giornalista”, e “Signora” (cioè sposata, ma a chi? Ci terrei tanto a saperlo! Privacy? Ma il matrimonio non è un fatto “pubblico”?). Si vedrà che la tragedia attuale e reale di nome “Palestina” supera di gran lunga (per numero di morti, per durata, per illegalità dichiarata) ogni altro genocidio ed in particolare la fiction dal titolo “Olocausto”, con la quale peraltro lo Stato di Israele non ha rapporti giuridici in senso proprio, neppure esistendo all’epoca dei fatti contestati. Ma non intendo ora qui ritornare a questa diatriba. Concludo dicendo quello che come quiste de populo già dissi a Gianfranco Fini e Antonio Polito nella fossa dei leoni per me costituita da un ritrovo della comunità ebraica romano, dove se ben ricordo vidi per la prima volta Riccardo Pacifici. Se il problema principe dello stato di Israele è un riconoscimento di legittimità, questo può essere concesso solo dalle vittime del sionismo: i palestinesi. Le Fiammette sioniste lo pretendono però un simile riconoscimento da tutti quelli che non hanno titolo a concederlo: io, Vauro, Fini, Caldarola, Quagliarello, ecc. Se lo concedessimo, sarebbe complicità in genocidio.

Che i palestinesi non vogliano e non possano concedere una simile legittimità, lo ha ben compreso Avraham Burg, che disponendo di un passaporto francese, come buona parte degli israeliani che godono di doppia cittadinanza, ha girato le spalle alla patria impossibile, uno stato alla nitroglicerina, perfettamente assimilabile alla Germania degli anni trenta. Sarebbe interesse politico dell’Italia e dei suoi rappresentanti in parlamento non lasciare spazio alle lobby (e donna Fiammetta andrà a costituire una simile lobby che ci alienerà tutto il mondo islamico) e riflettere seriamente sui problemi della pace e della guerra. L’assoluto demenziale, ospitato in Magna Carta, non ha nulla a che fare con la pace fra i popoli, con la convivenza pacifica all’interno, con le nostre libertà costituzionali che vogliono libero il pensiero e l’esercizio del diritto di critica nonché libera la scienza e l’arte, cioè anche le vignette di Vauro.

(il testo è in elaborazione)

sabato 22 marzo 2008

Leggendo Avraham Burg: 1. Il rifiuto dell’industria dell’«Olocausto»

Pagina
di riunione con articoli e links su A. Burg
Versione 1.1

Mi guarderò bene dal tentativo di strumentalizzare Avraham Burg, ma neppure mi propongo di familiarizzare con lui ed il suo mondo. L’ebraismo mi è ancora più estraneo del cristianesimo, che tuttavia è parte della mia formazione, giacché vivendo in Italia nessuno si è mai potuto sottrarre alla sua influenza: Se avessi potuto scegliermi una religioni, avrei optato per la religiosità greco-romana. Ma su questi temi non intendo qui soffermarmi. Vi è già un luogo dove posso trattarli. Qui intendo soltanto dar conto del mio approccio alla lettura del libro appena comprato di Avraham Burg, il titolo in edizione francese mi insospettisce un poco: Vaincre Hitler. Pour un judaïsme plus humaniste et universaliste, mentre il titolo originale suona: Lenazeach et Hitler. Se il titolo dell’edizione francese esprime le intenzioni dell’autore, sono affari suoi. Io ho già abbastanza da pensare alla mia causa da dovermi preoccupare anche di quella di Avraham Burg, che nasce e vive in un contesto del tutto diverso dal mio e senza possibili analogie. Il suo libro mi interessa però allo scopo di poter capire dall’interno di uno dei soggetti della crisi geopolitica nello scacchiere mediorientale. Ho già capito che Avraham Burg è uno spirito indipendente che non si lascia condizionare dalla sua comunità di appartenza. Ciò gli fa onore e merita il rispetto degli spirirti liberi. Ho appena iniziato la lettura sequenziale del libro di 359 pagine. Parte di ciò che leggo non mi interessa, singoli brani o intere pagine invece mi interessano e sarà su queste che mi soffermerò, traendole brevi estratti che commentero. Inizio con un brano dove Burg si tira fuori da quella che è stata una vera e propria maledizione del nostro tempo, di cui in posizioni diverse soffrono entrambi ebrei – almeno quelli come Burg o Finkelstein – e non ebrei, che di generazioni si trovano addosso il peso intollerabile ed infamante di una visione generale della storia del XX secolo, fabbricata apposta per sostituire un regime con un altro non meno opprimente nella suoi ideologismi.

Les grandes manifestations de Jérusalem contre les réparations allemandes et contre l’instauration de relations diplomatiques avec l’Allemagne ainsi que le procès Eichmann ont à peine franchi le seuil de notre maison. Je n’ai pas le souvenir d’une seule conversation où ces choses aient été evoquées. On se s’en étonnera donc pas: toute cette industrie de la Shoah qui s’est emparée d’Israël ces dernières années m’est totalement étrangère. N’étant pas psychologue, j’ignore si mes parents ont refoulé avec succès les drames de leur jeunesse ou s’ils se sont construit une realité propre, un nouveau monde. Quoi qu’il en soit, je n’ai jamais été exposé, affectivement ou matériellement, à cette “shoahtisation” qui est devenue notre seconde nature.

Le grandi manifestazioni di Gerusalemme contro le riparazioni tedesche e contro l’instaurazione di relazioni diplomatiche con la Germania così come il processo Eichmann hanno attraversato appena la soglia della nostra casa. Io non ricordo una sola conversazione dove queste cose siano state evocate. Non ci si stupirà dunque: tutta questa industria della Shoa che si è impadronita di Israele in questi ultimi anni mi è totalmente estranea. Non essendo psicologo, ignoro se i miei genitori hanno respinto con successo i drammi della loro giovinezza o se si sono costruiti una realtà propria, un mondo nuovo. Comunque sia, io non sono mai stato esposto, affettivamente o materialmente, a questa “shoatizzazione” che è diventata la nostra seconda natura.
(A. Burg, op. cit., 25).
Possiamo aggiungere che, in effetti, ogni rapporto con ebrei finisce sempre per toccare questo tasto. Anche se ormai sono passati oltre 60 anni capita di imbattersi in persone di meno di 60 anni che poco manca ci vengano a dire che sono stati internati nei Lager nazisti, sui quali peraltro vige un divieto di ricerca storica indipendente. In Francia, si era perfino rasentata la follia quando il presidente francese aveva proposto che ogni bambini francese “adottasse” un bambino ebreo che morto presunto in una camera a gas 6o anni prima. Credo che questo fenomeno produca una comprensibile insofferenza e reazione in persone che in nessun modo possono essere tacciate di razzismo antiebraico.

(segue)

«Siamo tutti tibetani?» «No, siete tutti ipocriti!» Parte quarta: gli sviluppi reali.

Parte I Antefatti; II Manifestazione; III Rassegna stampa; IV Sviluppi reali; V Appello per la Cina aggredita dagli ipocriti; VI. Chi è il Dalai Lama; VII L’opinione di Sergio Romano.


Versione 1.2

In questa quarta parte cercheremo di cogliere gli sviluppi reali servendoci della logica hobbesiana, secondo cui gli USA hanno tutto l’interesse a cercare di indebolire al suo interno la Cina, se non di destabilizzarla, mentre a sua volta la Cina ha tutto l'opposto interesse a conservare il suo potere interno ed estero. In fondo, cosa vorrebbe la Condoleeza Rice che la Cina diventasse un paese ancora più avanzato sul piano democratico secondo i nostri standard occidentali? Magari fino a punto da poter rendere agli Usa lo stesso servizio, ricordandogli le violazioni statunitensi dei “diritti umani”. Per inciso ricordo che la categoria concettuale dei “diritti umani” è totalmente estranea alla cultura giuridica cinese, dove l’individuo non è concepibile fuori della comunitò di appartenenza ed i suoi diritti non possono venire intesi in conflitto ed in opposizione alla comunità di appartenenza. I “diritti umani” sono stati uno strumento ideologico per dare un’ulteriore colpo di grazia al nazisfascimo o al bolscevismo, che li avrebbe violati. Sono uno strumento ideologico di guerra. Il che naturalmente non vuol dire che non siano estremamente importanti nei loro contenuti concreti o che siano qui da me irrisi e disconosciuti. Semplicemente, li si può chiamare in altro modo e fondare su altre basi e con differenti pregiudizi ideologici.

Per quanto io possa prevedere, secondo le ipotesi di lavoro qui tentate, credo che il governo cinese abbia due alternative riguardo al Tibet: a) se percepisce gli avvenimenti in corso come una minaccia interna ed esterna al suo potere ed alla sua stabilità, userà tutta la forza di cui dispone per difendersi: diritto all’esistenza, su basi ben più legittime di quelle che invoca Israele per far accettare la sua sostanziale ed innegabile occupazione di terre altrui, per giunta seguita da genocidio delle popolazioni scacciate dai loro villaggi; b) se il governo cinese si sentirà sicuro del proprio potere, potrà procedere sulla via di riforme interne strutturali che non cessano di stupirci. Non possiamo dimenticare che il governo cinese da solo amministra nel bene e nel male un sesto dell’umanità, oltre un miliardo di persone, della cui evoluzione demografica con bocche da sfamare – con buona pace di Ferrara e di Ratzinger – deve occuparsi e preoccuparsi. I nostri governi burletta, che esistono più per assicurare i privilegi della Casta che non per occuparsi del “popolo”, non hanno nulla di comparabile. Davanti al “governo” cinese di un sesto dell’umanità possono davvero essere considerate “cricche” giunte al potere, spesso grazie ad un “nemico” che ha debellato, pardon “liberato” il loro popolo da regimi che per lo meno erano autoctoni ed espressione di un diritto di audeterminazione.

Ancora vorrei ricordare, ai miei prevedibili critici, l’evoluzione della ex-Iugoslavia. Agli inizi della tragedia ricordo di essermi lasciato convincere a partecipare ad una innocente ed innocua, non violenta fiaccalatà in Trinità dei Monti a favore di Slovenia e Croazia. Ricordo che c’erano pure le monache a reggere in mano il cero. Se avessi soltanto immaginato il sangue e gli orrori che ne sarebbero venuti, io alla fiaccolata non ci sarei proprio andato. Il che non significa che non sia favorevole alla ricerca di soluzioni pacifiche ai diversi e sempre nuovi problemi dell’umanità. Considerate le dimensioni della Cina, se dovessero esservi sviluppi simili a quelli ex-iugoslavi o mediorientali in quell’area del mondo. pare ovvia la misura incalcolabile del dramma ed imperdonabile la nostra cecità nel lasciarci prendere per il naso da un branco di ipocriti, a cui la pace e la felicità dei popoli è l’ultima cosa che stia loro a chiudere. E quand’anche fosse, nel caso del Tibet, non sarebbe nelle nostre capacità di determinazione, come lo è la situazione in Gaza. Ed è qui che vi voglio signori Ipocriti.

EVENTI


1. Bush preme su Pechino. – Già, Bush chiede a Pechino di dialogare con il Dalai Lama! Ma perché non chiede anche ad Israele di dialogare con Hamas? E perché il Dipartimento si dispiace se al Fatah e Hamas dialogano fra di loro? E cosa è andato a fare Cheney in Israele negli stessi giorni in cui erano trattative fra Hamas e al Fathah? Due pesi, due misure. Cosa vuol dire libertà di stampa in Cina? E perché Bush si dovrebbe preoccupare della libertà di stampa in Cina piuttosto che non negli Usa, dove potenti lobby controllano stampa e giornalisti, dove per anni vi sono stati (e probabilmente vi sono ancora) giornalisti al soldo della CIA? Non mi pare dubbio che Bush stia tentando la carta della destabilizzazione interna. Gli alleati europei gli stanno dando una mano. La libertà di tibetani e cinesi sta loro tanto a cuore quanto a cuore sta loro quella di iracheni, iraniani, palestinesi, ecc.

2. Usare il Dalai Lama per altri scopi. – La guerra mediatica contro la Cina è ormai scoppiata. Non potrei certo rincorrere tutte le notizie che si succedono come il crepitio delle mitragliatrici. Mentre leggevo un articolo cartaceo sugli sviluppi, la mia attenzione si è concentrata su una frase che trovo profondamente vera. Da parte cinese si è reagito duramente alle dichiarazioni della Pelosi, che invita d un dialogo che non vale in altre aree geopolitiche. Le autorità cinesi hanno risposto alle critiche occidentali che in realtà il Dalai Lama è da loro usato per altri scopi. E quali possono essere questi scopi se non la destabilizzazione interna ed uno scenario da guerra civile quale abbiamo già visto nella ex-Iugoslavia? Come credere che ad un manifestante occidentale, magari in Campo dei Fiori, interessi la libertà dei tibetani più di quanto non interessi loro la libertà e la dignità umana dei palestinesi? Ecco, l’ipocrisia è svelata. Ma è anche vero che il popolo italiano, quello vero e non quello finto di Campo dei Fiori, ha problemi di immondizia, quella napoletana e quella morale del suo ceto politico, di Mozzarella, di carovita e quant’altro. La politica estera resta appannaggio delle lobby, ed in particolare della Israel lobby che vorrebbe tutto il mondo destabilizzato, magari con «Olocausti» miliardari, per trarne tutto il vantaggio politico possibile. I problemi della Cina sono immensi e riguardano il governo di oltre un miliardo di persone. Nessun governo della terra ha una così diretta ed immane responsabilità. I nostri politici che nella loro corruzione non sono stati capaci neppure di pulire le strade delle nostre città e che hanno consegnato al mondo l’immagine non del Bel Paese, ma un Paese Sporco ed Inquinato, come possono pretendere di dire al governo cinese ciò che deve fare o non fare? Bisogno essere proprio “ipocriti” e “cretini” per avanzare una simile pretesa.

(segue)

«Siamo tutti tibetani?» «No, siete tutti ipocriti!» Parte terza: Rassegna stampa.

Parte I Antefatti; II Manifestazione; III Rassegna stampa; IV Sviluppi reali; V Appello per la Cina aggredita dagli ipocriti; VI. Chi è il Dalai Lama; VII L’opinione di Sergio Romano.


Versione 1.3

In questa terza parte saranno studiate, decostruendone il testo, le notizie di stampa sull’evoluzione nel Tibet. Partiamo dall’assunto hobbesiano, più volte enunciato, che le relazioni fra gli Stati, anche se singolarmente “civilizzati’ al loro interno, conservino reciprocamente la condizione prorpia dello stato di natura. Si potrebbe discettare su cosa sia il diritto internazionale e la comunità internazionale, come mi è capitato di recente nella mia Facoltà di Scienze Politiche, ma non sarebbe questo blog la sede adatta: ne ho costruiti altri, dove all’occorrenza aprirò dei links di rinvio a singoli problemi. Qui basta accennare all’opinione abbastanza accreditata che il diritto internazionale si basa su un principio di effettività che a sua volta non è ancorato ad astratte idee di giustizia da dover osservare, ma piuttosto a mutevolissimi principi di opportunità e convenienza reciproca.

Che tutta l’operazione mediatica, per giunta imbastita in tempi di campagna elettorale, da Radio radicale (Massimo Bordin) e “il Riformista” (ora nuovamente diretto da Antonio Polito, assai vicino a posizioni filoisraeliane), sia nel segno dell’ipocrisia morale è facile da dimostrare, considerando la diversa loro posizione su un caso a noi più vicino, da noi maggiormente determinabile ed in sé assai più grave dal punto di vista umanitario. Ad esempio, dicendo tutto il male possibile del governo cinese non gli si potrà rimproverare verso i buddisti un regime di apartheid: se lo vogliono i tibetani possono essere totalmente integrati nella società cinese al pari di tutti gli altri cinesi. Personalmente, come ho già detto, i tibetani hanno la mia solidarietà in quanto io ritengo che tutte le culture debbano essere conservate nella loro originalità, non annullate. Per i palestinesi le cose stanno diversamente: non solo la politica israeliana mira alla totale scomparsa del popolo palestinesi, ma gli stessi palestinesi che abitano in Gerusalemme vivono in regime di aparthed in uno stato ebraaico, cioè a fondamento razziale e razzista. Alla rassegna stampa radicale, oggi svolta dall’incredibile Taradash, che una sola volta mi frodò del voto, si è oggi lasciato sfuggire che in Cipro sta per crollare forse l’ultimo muro. E ti sbagli perché in Israele se ne sta costruendo uno più poderoso di quello di Berlino!

La nostra libera stampa può essere o direttamente condizionata dai servizi segreti – a tempi del Vietnam migliaia di giornalisti al libro paga della CIA per influenzare la cosiddetta opinione pubblica – oppure condizionata dall’assetto proprietario dei giornali nei quali i giornalisti prestano lavoro stipendiato, ovvero la cui proprietà ha fatto le sue valutazioni di convenienza politica. Sapendo ciò, ad esempio, un’agenzia di propaganda sionista come «Informazione Corretta» tenta da anni un forma di pressione diretta e costante sulle direzioni e redazioni dei giornali italiani. La Cina è nella geopolitica planetaria il grande rivale degli Usa. La sua crescita economica ed il suo sviluppo politico è impressionante. Ogni suo indebolimento – nei termini hobbesiani anzidetti – non può che essere di vantaggio agli Usa. La Cina, a differenza dell’Europa e del Giappone, non è stata vinta in armi e ridotta alla sudditanza ed al vassallaggio, ma ha conservato la sua indipendenza ed il suo diritto di autodeterminazione. I suoi cambiamenti interni di struttura politica ed economia, ancora in corso, non cessano di stupirci. L’Europa con l’imminente riforma della NATO dimostra ogni giorno di più la sua progressiva perdità di soggettività politica (Carl Schmitt) ed la sua scomparsa come popolo.

Il governo USA può benissimo per un verso dichiarare ufficialmente che non boicotterà i giochi olimpici di Pechino, ma per altro verso lasciare che la “libera stampa” indirizzi l’opinione cosiddetta pubblica in tal senso. Gli USA che in fatto di violazione dei diritti umani può essere colta facilmente il flagranza di reato. Insomma, l’ipocrisia e la menzogna sembrano proprio essere la sostanza morale e l’impianto pedagogico-gnoseologica della nostra epoca. Gli USA che nel dopoguerra sostengo economicamente, militarmente e politicamente uno stato di Israele che è niente altro che una base militare Usa nello schacchiere mediorientale, dove si consumano ogni giorno tutte le violazioni di quei diritti umani, che si pretende debbano essere rispettati dalla Cina in casa propria.

RASSEGNA STAMPA COMMENTATA
(il corsivo è mio, il tondo è un breve estratto dal link.
I titoli sono da me riformulati per richiamare l’attenzione sulla tesi enunciata. L’ordine di successione è del tutto casuale).

1. Quali le fonti di notizie e per conto di chi?. (19.3.08). I miei sospetti, puramente congetturali, trovano conferma in alcuni dati che si trovano in questo link e dove compare lo zampino della CIA. «I media di notizie USA sono riempiti con storie su avvenimenti che si svolgono in Tibet. Comunque, ogni rapporto di notizie, pare includere una nota che molto di quanto riferiscono non possa essere confermato. Le fonti dei rapporti sono vaghe e sconosciute. Se la procedura del passato è un indicatore, è probabile che le loro fonti primarie siano il Dipartimento di Stato USA e la CIA. Una fonte spesso citata è John Ackerly. Chi è Ackerly? Come presidente della Campagna Internazionale per il Tibet, lui ed il suo gruppo sembra operino strettamente con il governo USA, entrambe il Dipartimento di Stato ed il Congresso, come parte delle loro operazioni riguardanti il Tibet. Durante la Guerra Fredda, il compito con base a Washington di Ackerly era di lavorare con "dissidenti" in Europa orientale, particolarmente della Romania nel 1978-80. Una agenzia di sicurezza privata internazionale a Washington, la Harbor Lane Associates, elenca come suoi clienti Ackerly e la Campagna Internazionale per il Tibet, assieme all'ex Direttore della CIA e Presidente USA George H.W. Bush ed all'ex capo del Pentagono William Cohen.»
Links:
Freebooter.



(segue)

venerdì 21 marzo 2008

ONU: Risoluzioni di condanna a Israele: 1) Ris. n° 93 del 18 maggio 1951

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Vers. 1.4/20.5.09
Risoluzione: Successiva
Risoluzioni: 93/1951 - 101/1953 - 106/1955 - 111/1956 - 127/1958 - 162/1961 - 171/1962 - 228/1966 - 237/1967 - 248/1968 - 250/1968 - 251/1968 - 252/1968 - 256/1968 - 259/1968 - 262/1968 - 265/1969 - 267/1969 - 270/1969 - 271/1969 - 279/1969 - 280/1969 - 285/1970 - 298/1971 - 313/1972 - 316/1972 - 317/1972 - 332/1973 - 337/1973 - 347/1974 - 425/1978 - 427/1979 - 444/1979 - 450/1979 - 452/1979 - 465/1980 - 467/1980 - 468/1980 - 469/1980 - 471/1980 - 476/1980 - 478/1980 - 484/1980 - 487/1981 - 497/1981 - 498/1981 - 501/1982 - 509/1982 - 515/1982 - 517/1982 - 518/1982 - 520/1982 - 573/1985 - 587/1986 - 592/1986 - 605/1987 - 607/1988 - 608/1988 - 636/1989 - 641/1989 - 672/1990 - 673/1990 - 681/1990 - 694/1991 - 726/1992 - 799/1992 - 904/1994 - 1402/2002 - 1403/2002 - 1405/2002 - 1435/2002 -



1.
RISOLUZIONE n. 93
del 18 maggio 1951

Fonte

Il CS decide che ai civili arabi che sono stati trasferiti dalla zona smilitarizzata dal governo di Israele deve essere consentito di tornare immediatamente nelle loro case e che la Mixed Armistice Commission deve supervisionare il loro ritorno e la loro reintegrazione nelle modalità decise dalla Commissione stessa.

93 (1951). Risoluzione del 18 maggio 1951. Testo inglese, francese e traduzione italiana a cura della Redazione di “Civium Libertas”
93 (1951). Resolution of 18 May 1951
[S/2157]

93 (1951). Résolution du 18 mai 1951
[S/2157/Rev. 1]

The Security Council,Le Conseil de sécurité,
Recalling its resolutions 54 (1948) of 15 July 1948, 73 (1949) of 11 August 1949, 89 (1950) of 17 November 1950 and 92 (1951) of 8 May 1951 relating to the General Armistice Agreements between Israel and the neighbouring Arab States and to the provisions contained therein conceming methods for maintaining the armistice and rcsolving disputes through the Mixed Armistice Commissions participated in by the parties to the Generai Armistice Agreements,Rappelant ses résolutions 54 (1948) du 15 juillet 1948, 73 (1949) du 11 août 1949, 89 (1950) du 17 novembre 1950 et 92 (1951) du 8 mai 1951 relatives aux Conventions d’armistice general entre Israël et les Etats arabes voisins, ainsi que les iuses* qui y sont contenues et qui ont trait aux méthodes selon lesquelles l’armistice sera maintenu et les différends réglés par le moyen des Commissions mixtes d’armistice auxquelles participent les parties aux Conventions d’armistice general,
Noting the complaints of Syria and Israel to the Security Council, statements in the Council of the represcentatives of Syria and Israel, the reports to the Secretary-General by the Chief of Staff and the Acting Chief of Staff of the United Nations Truce Supervision Organization in Palestine, and statements before the Council by the Chief of Staff,Prenant acte des plaintes présentées au Conseil de sécurité par la Syrie et Israël, de déclarations faites devant le Conseil par les représentants de la Syrie et d’Israël, des rapports adressés au Secretaire general par le Chef d’état-major et par le Chef d’état-major par intérim de l’Organisme des Nations Unies chargé de la surveillance de la trêve en Palestine, ainsi que de déclarations faites devant le Conseil par le Chef d’état-major de cet organisme,
Noting that the Chief of Staff of the Truce Supervision Organization, in a memorandum of 7 March 1951 (13), and the Chairman of the Israel-Syrian Mixed Armistice Commission, on a number of occasions, bave requested the Israel delegation to the Mixed Armistice Commission to ensure that the Palestine Land Development Company, Limited, is instructed to cease all operations in the demilitarized zone until such time as an agreement is arranged through the Chairman of the Mixed Armistice Commission for continuing this project,Noting that the Chief of Staff of the Truce Supervision Organization, in a memorandum of 7 March 1951 (13), and the Chairman of the Israel-Syrian Mixed Armistice Commission, on a number of occasions, bave requested the Israel delegation to the Mixed Armistice Commission to ensure that the Palestine Land Development Company, Limited, is instructed to cease all operations in the demilitarized zone until such time as an agreement is arranged through the Chairman of the Mixed Armistice Commission for continuing this project,
Prenant acte de ce que le Chef d’état-major de l’Organisme chargé de la surveillance de la trêve, dans un memorandum en date du 7 mars 1951 (13), et le Président de la Commission mixte d’armistice syro-israélicnnc, en de nombreuses occasions, ont demandé à la delegation israélienne à la Commission mixte d’armistice d’assurer que la Palestine Land Development Company, Limited, soit invitée a cesser tous travaux dans la zone démilitarisée jusqu’à ce qu’un accord soit conclu par l’inteemédiaire du Président de la Commission mixte d’armistice pour la continuation des travaux,
Noting further that article V of the Generai Armistice Agreement between Israel and Syria (14) gives to the Chairman the responsibility for the general Supervision of the demilitarized zone,
Prenant acte, en outre, du fait que l’article V de la Convention d’armistice general entre Israël et la Syrie (14) donne au Président la responsabilité de la surveillance générale de la zone démilitarisée,
Endorses the requests of the Chief of Staff of the Truce Supervision Organization and the Chairman of the Mixed Armistice Commission on this matter and calls upon the Government of Israel to comply with them;

Fait siennes les demandes du Chef d’état-major de l’Organisme chargé de la surveillance de la trêve et du Président de la Commission mixte d’armistice en cctte matière et fait appel au Gouvernemcnt d’Israël afin qu’il y défère;

Declares that in order to promote the retum of permanent peace in Palestine it is essential that the Govermnents of Israel and Syria observe faithfully the Generai Armistice Agreement of 20 July 1949;
Déclare qu’afin de promouvoir le retour d’une paix permanente en Palestine il est essentiel que les Gouvernents d’Israël et de la Syrie observent fidèlement la Convention d’armistice general datée du 20 juillet 1949;
Notes that under article VII, paragraph 8, of the Armistice Agreement, where interpretation of the meaning of a particular provision of the Agreement, other than the preamble and articles I and II, is at issue, the Mixed A rmistice Commission’s interpretation shall prevail;
Note que, aux termos du paragraphe 8 de l’article VII de la Convention d’armistice, lorsque le sens d’une disposition particulière de cette convention, à l’exception du préambule et des articles I et II, donne lieu a interpretation, 1’interpretation de la Commission mixte d’armistice prévaut;
Calls upon the Govemments of Israel and Syria to bring before the Mixed Armistice Commission or its Chairman, whichever has the pertinent responsibility under the Armistice Agreement, their complaints and to abide by the decisions resulting therefrom;
Fait appel aux Gouvernements d’Israël et de la Syrie pour qu’ils soumettent leurs plaintes a la Commission mixte d’armistice ou a son président, selon leur compétence respective aux termes de la Convention d’armistice, et qu’ils respectent les décisions qui seront prises par eux;
Considers that it is inconsistent with the objectives and intent of the Armistice Agreement to refuse to participate in meetings of the Mixed Armistice Commission or to fail to respect requests of the Chairman of the Mixed Armistice Commission as they relate to his obligations under article V, and calls upon the parties to be represented at all meetings called by the Chairman of the Commission and to respect such requests;
Estime incompatibles avec les objectifs et l’esprit de la Convention d’armistice le refus de participer aux réunions de la Commission mixte d’armistice et le défaut de satisfaire aux demandes formulées par le Président de la Commission d’armistice, en relation avec les obligations qui lui incombent au titre de l’article V, et fait appel aux parties pour qu’elles se fassent représenter a toutes les réunions convoquées par le Président de la Commission et pour qu’elles témoignent le respect nécessaire aux demandes de celui-ci;
Calls upon the parties to give effect to the following excerpt cited by the Chief of Staff of the Truce Supervision Organization at the 542nd meeting ofthe Security Council, on 25 Aprii 1951, as being from the summary record of the Israel-Syrian Armistice Conference of 3 July 1949, which was agreed to by the parties as an authoritative comment on article V of the Generai Armistice Agreement between Israel and Syria:
Fait appel aux parties pour qu’elles donnent effet aux dispositions de l’extrait suivant, cité par le Chef d’état-major de l’Organisme chargé de la surveillance de la trêve a la 542« séance du Conseil de sécurité, le 25 avril 1951, comme provenant des comptes rendus analytiques de la Conference syro-israélienne d’armistice du 3 juillet 1949 et accepté par les parties comme un commentaire ayant autorité de l’article V de la Convention d’armistice general entre Israël et la Syrie:

“The question of civil administration in villages and settlements in the demilitarized zone is provided for, within the framework of an armistice agreement, in sub-paragraphs 5 (b) and 5 (f) of the draft article. Such civil administration, including policing, will be on a local basis, without raising general questions of administration, jurisdiction, citizenship and sovereignty.

« Les alinéas 5, b, et 5, f, du projet d’article règlent la question de l’administration civile dans les villages et settlements de la zone démilitarisée dans le cadre d’une convention d’armistice. Cette administration, y compris la police, se fera sur une base locale, sans que soient soulevées des questions générales d’administration, de juridiction, de citoyenneté ou de souveraineté.
“Where Israel civilians retum to or remain in an Israel village or settlement, the civil administration and policing of that village or settlement will be by Israelis. Similarly, where Arab civilians return to or remain in an Arab village, a local Arab administration and police unit will be authorized.

« Là où les civils israéliens retourneront ou resteront dans un village ou settlement israélien, l’administration civile et la police de ce village ou settiement seront israéliennes. De méme, là où les civils arabes retourneront ou resteront dans un village arabe, une administration et une police locales arabes seront autorisées.

“As civilian life is gradually restored, administration will take shape on a local basis under the general supervision of the Chairman of the Mixed Armistice Commission.

« Au fur et à mesure que la vie civile sera rétablie, l’administration se formerà sur une base locale, sous le contròle general du Président de la Commission mixte d’armistice.

“The Chairman of the Mixed Armistice Commission, in consultation and co-operation with the local communities, will be in a position to authorize all necessary arrangements for the restoration and protection of civilian life. He will not assume responsibility for direct administration of the zone”;

« Le Président de la Commission mixte d’armistice, en consultation et en coopération avec les communautés locales, sera en mesure d’autoriser tous les arrangements nécessaires pour le rétablissement et la protection de la vie civile. II n’assumcra pas la responsabilité d’administrer directement la zone »;

Recalls to the Govemments of Syria and Israel their obligations under Article 2, paragraph 4, of the Charter of the United Nations and their commitments under the Armistice Agreement not to resort to military force and finds that:
Rappelle aux Gouvernements de la Syrie et d’Israël leurs obligations aux termes du paragraphe 4 de l’Article 2 de la Charte des Nations Unies et l’engagement qu’ils ont pris aux termes de la Convention d’armistice de ne point recourir a la force militaire, et constate que:
(a) Aerial action taken by the forces of the Government of Israel on 5 April 1951, and

a) L’action aérienne menée par des forces du Gouvernement d’Israël, le 5 avril 1951, et

(b) Any aggressive military action by either of the parties in or around the demilitarized zone, which further investigation by the Chief of Staff of the Truce Supervision Organization into the reports and complaints recently submitted to the Council may establish,

b) Toute action militaire agressive, menée par l’une ou l’autre des parties à l’intérieur ou sur le pourtour de la zone démilitarisée, que viendrait a établir une enquéte ultérieure du Chef d’état-major de l’Organisme chargé de la surveillance de la trève sur les plaintes et rapports récemment soumis au Conseil,

constitute a violation of the cease-fire provision in Security Council resolution 54 (1948) and are inconsistent with the terms of the Armistice Agreement and the obligations assumed under the Charter;
constituent une violation de l’ordre de cesser le feu donné par la resolution 54 (1948) du Conseil de sécurité et sont incompatibles avec les termes de la Convention d’armistice et les obligations imposées par la Charte a chacun des Etats Membres;
Noting the complaint with regard to the evacuation of Arab residents from the demilitarized zone:
Prenant acte de la plainte relative à l’évacuation des résidents arabes de la zone démilitarisée:
(a) Decides that Arab civilians who bave been removed from the demilitarized zone by the Government of Israel should be permitted to return forthwith to their homes and that the Mixed Armistice Commission should supervise their return and rehabilitation in a manner to be determinced by the Commission;
a) Décide que les civils arabes qui ont été évacués de la zone démilitarisée par le Gouvernement d’Israël doivent être autorisés a rentrer immédiatement dans leurs foyers et que la Commission mixte d’armistice doit surveiller leur retour et leur installation dans les conditions qu’elle-mème determinerà;
(b) Holds that no action involving the transfer of persons across international frontiers, across armistice lines or within the demilitarized zone shouild be undertaken without prior decision of the Chairman of the Mixed Armistice Commission;
b) Tient qu’aucune action impliquant transfert de personnes au-delà des frontières internationales, des lignes d’armistice, ou à l’intérieur de la zone démilitarisée, ne doit être entreprise sans decision préalable du Président de la Commission mixte d’armistice;
Noting with concern the refusal on a number of occasions to permit observers and officials of the Truce Supervision Organization to enter localities and areas which were subjects of complaints in order to perform their legitimate functions, considers that the parties should permit such entry at all times whenever this is required to enable the Truce Supervision Organization to fulfil its functions, and should render every facility which may be requested by the Chairman of the Mixed Armistice Commission for this purpose;
Prenant acte avec souci du refus en de nombreuses occasions de permettre a des observateurs ou a des membres de l’Organisme chargé de la surveillance de la trêve l’accès, pour l’exercice de leurs fonctions légitimes, de localités ou de zones visées dans des plaintes, estime que les parties doivent donner cet accès toutes les fois qu’il est requis pour permettre a l’Organisme chargé de la surveillance de la trêve d’exercer ses fonctions, et fournir toutes facilités qui seraient demandées dans ce but par le Président de la Commission mixte d’armistice;
Reminds the parties of their obligations under the Charter of the United Nations to settle their international disputes by peaceful means in such manner that international peace and security are not endangered, and expresses its concern at the failure of the Govemments of Israel and Syria to achieve progress pursuant to their commitments under the Armistice Agreement to promote the return to permanent peace in Palestine;
Rappelle aux parties qu’elles sont obligées, aux termes de la Charte des Nations Unies, de régler leurs différends intemationaux par des moyens pacifiques, de telle manière que la paix et la sécurité internationales ne soient pas mises en péril, et exprime la préoccupation que lui cause le manquement des Gouvernements d’Israël et de la Syrie à effectuer des progrès vers la réalisation de l’engagement qu’ils ont pris en signant la Convention d’armistice de promouvoir le retour d’une paix permanente en Palestine;
Directs the Chief of Staff of the Truce Supervision Organization to take the necessary steps to give effect to this resolution for the purpose of restoring peace in the area, and authorizes him to take such measures to restore peace in the area and to make such representations to the Govemments of Israel and Syria as he may deem necessary;
Donne instruction au Chef d’état-major de l’Organisme chargé de la surveillance de la trêve de prendre les mesures nécessaires pour donner effet a la presente resolution afin de restaurer la paix dans la zone considérée, et l’autorise a prendre telles mesures pour restaurer la paix dans cette zone et a faire aux Gouvernements d’Israël et de la Syrie telles representations qu’il estimerait nécessaires;
Calls upon the Chief of Staff of the Truce Supervision Organization to report to the Security Council on compliance given to the present resolution;
Domande au Chef d’état-major de l’Organisme chargé de la surveillance de la trêve de faire rapport au Conseil de sécurité sur la facon dont il aura été obéi à la presente resolution;
Requests the Secretary-General to furnish such additional personnel and assistance as the Chief of Staff of the Truce Supervision Organization may request in carrying out the present resolution and Council resolutions 92 (1951) and 89 (1950).
Prie le Secrétaire general de foumir le personnel et l’assistance supplémentaires que le Chef d’état-major de l’Organisme chargé de la surveillance de la trêve pourrait demander pour l’exécution de la presente resolution et des résolutions 92 (1951) et 89 (1950) du Conseil.
Adopted at the 547th meeting
by 10 votes to none, with 1
abstention (Union of Soviet
Socialist Republics).


Adoptée a la 547e séance par
10 voix contre zèro, avec une
abstention (Union des Répu-
bliques socialistes soviétiques).


Decision
Décision
At its 549th meeting, on 26 July 1951, the Council decided to invite the representatives of Israel, Egypt and Iraq to participate, without vote, in the discussion of the complaint by Israel concerning restrictions imposed by Egypt on the passage of ships through the Suez Canai (15).
A sa 549e séance, le 26 juillet 1951, le Conseil a décidé d’inviter les représentants d’Israël, de l’Egypte et de l’Irak à participer, sans droit de vote, à la discussion de la plainte d’Israël relative aux restrictions imposées par l’Egypte au passage des navires par le canai de Suez (15).
(13) Ibid., Sixth Year, Supplement for 1 April through 30 June 1951, document S/2049, sect. IV, para. 3.
(14) Ibid., Fourth Year, Special Supplement No. 2.
(15) Ibid., Sixth Year, Supplement for July, August and September 1951, document S/2241.


(13) Ibid., sixiéme année, Supplément de la pèriode di 1er avril au 30 juin 1951, document S/2049, sect. IV, par. 3.
(14) Ibid., quatriéme année, Supplément spécial, par. 3
(15) Ibid., sixième année, Supplément de juillet, août et septembre 1951, document S/2241.



Richiamando le risoluzioni 54 (1948) del 15 luglio 1948, 73 (1949) dell’11 agosto 1949, 89 (1950) del 17 novembre 1950 e 92 (1951) dell’8 maggio 1951 relative alle Convenzioni d’armistizio generale fra Israele e gli Stati arabi vicini, come pure i provvedimenti che sono ivi contenuti riguardante i metodi per il mantenimento dell’armistizio e che hanno condotto ai metodi secondo cui mantenere l’armistizio con i mezzi della Commissione mista d’armistizio composta dalle parti alla Convenzione d’armistizio generale.

Prendendo atto delle proteste presentate al Consiglio di sicurezza dalla Siria e da Israele, delle dichiarazioni fatte davanti al Consiglio dai rappresentanti della Siria e di Israele, dei rapporti al Segretario generale fatti dal Capo di Stato Maggiore e dal Capo di Stato Maggiore ad interim dell’Organo delle Nazioni Unite incaricato della sorveglianza della tregua in Palestina, come pure delle dichiarazioni fatte davanti al Consiglio dal Capo di Stato Maggiore di questo organo.

(segue)