lunedì 1 giugno 2009

C. Mattogno: Raul Hilberg e i «centri di sterminio» nazionalsocialisti. Fonti e metodologia. – Cap I § 7: L’obiettivo finale dell’emigrazione ebraica

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Introduzione. – Capitolo I. Paragrafo: 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9. Capitolo II: § 1. - 1.1 - 1.2 - 1.3 - 1.4 - 1.5 - 1.6 - 1.7 - 2 - 3 - 3.1 - 3.1.1 - 3.1.2 - 4 - 5 - 6 - 7. Capitolo III: § 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 8.1 - 8.2 - 8.3 - 8.4 - 8.5 - 8.6 - 8.7 - 8.8 - 9 - 10. Capitolo IV: § 1 - 2 - 3. Capitolo V: § 1 - 1.1 - 1.2 - 1.3 - 2 - 2.1 - 2.2 - Conclusione - Appendice - Abbreviazioni - Bibliografia - Note.
Testo integrale - Graf -

I testi di Mattogno sono stati sequestrati in una perquisizione domiciliare. È un grave attentato al nostro sistema di libertà costituzionali. Come forma di protesta civile ripubblichiamo questa opera di Carlo Mattogno.

CAPITOLO I
Genesi e significato della “soluzione finale”

7.

L’obiettivo finale dell’emigrazione ebraica

In tale contesto rientrano anzitutto i documenti relativi alle prime deportazioni ebraiche, che per Hilberg miravano evidentemente allo sterminio:
«Adesso le deportazioni erano assai vicine. Il 28 settembre 1941, Himmler scrisse a Greiser per informarlo del desiderio di Hitler di epurare i territori del Reich-Protettorato e suggerì Łódź come luogo di destinazione di circa 60.000 deportati» (pp. 425-426).
La trattazione di questo documento da parte di Hilberg è alquanto sbrigativa. La lettera in questione dice:
«Il Führer desidera che il Vecchio Reich e il Protettorato vengano svuotati e liberati il più presto possibile di Ebrei da Ovest verso Est. Io mi sono perciò impegnato a fondo per trasportare, possibilmente ancora quest’anno, gli Ebrei del Vecchio Reich e del Protettorato anzitutto come prima fase nei nuovi territori orientali passati due anni fa al Reich, per espellerli ancora più a est la prossima primavera.
Io mi propongo di ricoverare per l’inverno circa 60.000 Ebrei del Vecchio Reich e del Protettorato nel ghetto di Litzmannstadt, che, come sento, ha lo spazio per accoglierli.
La prego non solo di comprendere questo provvedimento, che comporterà sicuramente delle difficoltà per il Suo Gau, ma di appoggiarlo con tutte le forze nell’interesse generale del Reich. L’ SS-Gruppenführer Heydrich, che deve attuare questa emigrazione ebraica, si rivolgerà a Lei a tempo debito direttamente o attraverso l’ SS-Gruppenführer Koppe».
Der Führer wünscht, daß möglichst bald das Altreich und das Protektorat vom Westen nach dem Osten von Juden geleert und befreit werden. Ich bin daher bestrebt, möglichst noch in diesem Jahr die Juden des Altreichs und des Protektorats zunächst einmal als erste Stufe in die vor zwei Jahren neu zum Reich gekommenen Ostgebiete zu transportieren, um sie im nächsten Frühjahr noch weiter nach dem Osten abzuschieben.
Ich beabsichtige, in das Litzmannstätter Ghetto, das, wie ich höre, an Raum aufnahmefähig ist, rund 60.000 Juden des Altreichs und des Protektorats für den Winter zu verbringen. Ich bitte Sie, diese Maßnahme, die sicherlich für Ihren Gau Schwierigkeiten mit sich bringt, nicht nur zu verstehen, sondern im Interesse des Gesamtreiches mit allen Kräften zu unterstützen.
SS-Gruppenführer Heydrich, der diese Judenwanderung vorzunehmen hat, wird sich rechtzeitig unmittelbar oder über SS-Gruppenführer Koppe an Sie wenden»] (80)
Questo documento, che attesta la nuova politica nazionalsocialista di trasferimento ebraico nei territori orientali occupati, smentisce tra l’altro le insinuazioni di Hilberg circa la lettera di Höppner a Eichmann del 16 luglio 1941.

Hilberg passa poi a un altro documento:
«Il 10 ottobre, durante una riunione sulla “soluzione finale”, che si svolse nella sede del RSHA, Heydrich ipotizzò un’eventuale deportazione di 50.000 Ebrei a Riga e a Minsk, e di altri ancora nei campi istituiti per i comunisti dagli Einsatzgruppen B e C, nelle zone militari dei territori sovietici occupati» (p. 426).
A p. 951 Hilberg riassume di nuovo questo documento («Polizia israeliana 1193»: nota 31 a p. 851 e 23 a p. 1050) nei seguenti termini:
«Il 10 ottobre 1941, durante una riunione sulla “soluzione finale” dell’RSHA, Heydrich dichiarò che Hitler desiderava liberare il Reich dagli Ebrei, in tutti i modi possibili, entro la fine dell’anno. Dopo di che il capo dell’RSHA discusse delle deportazioni imminenti in direzione di Łódź e nominò Riga e Minsk. Considerò anche la possibilità di spedire gli Ebrei nei campi di concentramento creati per i comunisti dall’Einsatzgruppen B e C nelle zone d’operazione».
La fonte è il documento d’accusa T/37 (299) presentato dalla Polizia israeliana al processo Eichmann di Gerusalemme e accolto dalla Corte come documento 1193.

Rilevo anzitutto che la riunione in questione non riguardò la “soluzione finale”, ma la «soluzione di questioni ebraiche» (Lösung von Judenfragen). Il documento è infatti intitolato «Notizen aus der Besprechung am 10.10.41 über die Lösung von Judenfragen» (Annotazioni tratte dalla riunione del 10 ottobre 1941 sulla soluzione di questioni ebraiche) e anche la seconda riga conferma che la riunione era stata indetta per discutere le misure «für Lösung der Judenfragen» (per la soluzione di questioni ebraiche) nel Protettorato e in parte nel Vecchio Reich.

Poiché, secondo la sua fallace interpretazione, la “Endlösung” (soluzione finale) era sinonimo di sterminio ebraico, Hilberg lascia intendere al lettore che appunto questo fosse l’oggetto della riunione.

Anche la frase «Hitler desiderava liberare il Reich dagli Ebrei, in tutti i modi possibili, entro la fine dell’anno» è equivoca, perché il documento dice:
«Poiché il Führer desidera che ancora alla [entro la] fine dell’anno gli Ebrei siano portati fuori il più possibile dallo spazio tedesco,... ».[«Da der Führer wünscht, dass noch Ende d. J. möglichst die Juden aus dem deutschen Raum herausgebracht sind,... »].
Dunque non «in tutti i modi possibili», ma «il più possibile», cioè il maggior numero possibile di Ebrei. Questo piccolo errore serve a confermare la falsa idea già insinuata nel lettore con il travisamento dell’espressione “soluzione finale” summenzionato; in connessione con questa, infatti, l’espressione «in tutti i modi possibili» non può significare che: incluso il mezzo dello sterminio.

Parimenti fuorviante è la frase seguente: «Dopo di che il capo dell’RSHA discusse delle deportazioni imminenti in direzione di Łódź e nominò Riga e Minsk». A questo riguardo il documento dice:
«A causa dell’evacuazione sorsero delle difficoltà. Si prevedeva di cominciare il 15 ottobre, per far circolare i trasporti a poco a poco fino al 15 novembre, sino a 5.000 Ebrei - solo da Praga. Per il momento bisogna anche avere molto riguardo per le autorità di Litzmannstadt. Minsk e Riga devono ricevere 50.000 [Ebrei]. [...]. Nelle prossime settimane devono essere evacuati 5.000 Ebrei da Praga. Gli SS-Brigadeführer Nebe e Rasch potrebbero accogliere gli Ebrei nei campi per detenuti comunisti nella zona operativa. A ciò, secondo comunicazione dell’SS-Sturmbannführer Eichmann, si è già dato inizio». [«Wegen der Evakuierung entstanden Schwierigkeiten. Es war vorgesehen, damit am 15. Oktober 1941 etwa zu beginnen [sic], um die Transporte nach und nach bis zum 15. November abrollen zu lassen bis zur Höhe von etwa 5000 Juden – nur aus Prag. Vorläufig muss noch viel Rücksicht auf die Litzmannstädter Behörden genommen werden. Minsk und Riga sollen 50.000 bekommen. [...]. In den nächsten Wochen sollen die 5000 Juden aus Prag nun evakuiert werden. SS-Brif. Nebe und Rasch können in die Lager für kommunistische Häftlinge im Operationsgebiet Juden mit hineinnehmen».
Heydrich menziona poi Theresienstadt, che definisce un «campo di raccolta provvisorio» (vorübergehenden Sammelager), sia pure con un’alta mortalità, dal quale l’evacuazione doveva poi proseguire «nei territori orientali» (in die östlichen Gebiete).

Il documento presenta la pianificazione delle future deportazioni ebraiche nei territori orientali dal Protettorato di Boemia e Moravia e in parte dal Vecchio Reich e non ha assolutamente nulla a che vedere con presunte intenzioni sterminatrici. Col suo oculato gioco degli equivoci, invece, Hilberg insinua che il documento sia la prova di tali presunte intenzioni.

NOTE

(80) Lettera di Himmler a Greiser del 18 settembre 1941. BAK, NS 19/2655, S. 3. Fac-simile del documento in Peter Witte, «Zwei Entscheidungen in der “Endlösung der Judenfrage”: Deportationen nach Lodz und Vernichtung in Chelmno», in: Theresienstädter Studien und Dokumente, Verlag Academia, Praga, 1995, p. 50. Torna al testo.

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