giovedì 30 giugno 2011

Verso Gaza 36: Una mini-FF2 a Londra per attirare l’attenzione di Media e Parlamento

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Sul web italiano non abbiamo ancora letto nessun rimbalzo della notizia londinese. Ed immediatamente ci siamo detti: e perché non si potrebbe organizzare anche in Roma una navigazione fluviale di sostegno alla FF2 per tutta la durata dell’impresa davanti alle coste di Gaza? Si potrebbe perfino offrire un viaggio turistico gratis sul Tevere a tutti i turisti interessati. Non sono un imprenditore ed un organizzatore di viaggi fluviali.

Fino a pochi anni fa esisteva sul Tevere una “Barca della Libertà”, gestita da una simpatico ed energico vecchietto, che aveva fatto tutti i lavori richiesti dalla legge. Morto lui, chi è subentrato non ha saputo ben ormeggiare la barca e questa è finita ingloriosamente. Ma comunque il Tevere è navigabile e da anni si parla di renderlo pienamente navigabile. Potrebbe essere questa una buona occasione.
CL

* * *

Una mini-FF2 a Londra
per attirare stampa e parlamento!


Bella trovata davvero, quella degli attivisti di Londra – esempio da seguire! In un colpo solo si fa notizia e si costringe la stampa a coprire un evento altrimenti in pratica censurato nei media.

Visto il silenzio assordante dei media di massa in merito alla spedizione della Freedom Flotilla 2 e alle vicende di cronaca di cui è vittima, a Londra le sfere dell’attivismo anti-israele hanno pensato bene di ricorrere ad un espediente per catturare l’attenzione dei media – e del Parlamento!

Uniti in un gruppo unico, le varie associazioni dell’attivismo anti-israeliano hanno preso l’iniziativa di inscenare una mini-FF2 sul Tamigi con l’intenzione di farsi notare pubblicamente.




A bordo di alcune imbarcazioni che mettevano in mostra le inequivocabili insegne e bandiere e i simboli della Palestina e della FF2, gli attivisti hanno percorso in lungo e in largo il tratto del Tamigi che attraversa Londra, facendo di tutto per attirare l’attenzione della popolazione e – obiettivo principale – della stampa e del parlamento.




Sventolando bandiere e recitando slogan con il megafono, si sono garantiti l’attenzione generale, anche quella della polizia portuale, che è prontamente intervenuta avvicinando le imbarcazioni con i gommoni e in realtà prestandosi involontariamente al gioco degli attivisti, che appunto volevano l’attenzione dei media.



Tuttavia, dopo essere saliti a bordo, gli agenti non hanno trovato niente di irregolare e si sono poi allontanati.


Qui il link al video mandato in onda da Press-Tv, poi ripreso da Youtube !


Per mezzo dei megafoni a bordo, gli organizzatori hanno anche fatto suonare a tutto volume il brano “Freedom for Palestine”, composto e interpretato da alcuni degli artisti più noti sulla scena musicale. Appena apparso su YouTube, il video "Freedom for Palestine" aveva fatto il giro del mondo in poche ore. Il ricavato delle vendite del brano è interamente destinato alla Causa Palestinese e l’intenzione degli attivisti della mini-FF2 era promuoverne ascolti e vendite.

In basso: gli attivisti a bordo della mini-FF2 si sono anche fermati all'altezza dell’enorme edificio del Parlamento di Westminster, chiedendo a gran voce - per mezzo dei megafoni – che le autorità britanniche si impegnassero a fare pressione nelle sfere diplomatiche affinché la FF2 possa partire tempestivamente dai porti di Grecia, Turchia e Cipro.




Dichiarava Frank Barat, uno degli attivisti a bordo della mini-FF2, ai microfoni di Press-Tv alla fine della passeggiata sul Tamigi: «Ci siamo fermati per qualche tempo davanti al Parlamento, e abbiamo fatto un chiasso assordante per farci notare.

«Abbiamo chiesto specificamente che il governo britannico si impegni a fornire protezione formale ai passeggeri britannici a bordo della FF2, gridando a voce alta che Israele minaccia l’assalto da parte di squadre addestrate per l’abbordaggio, istruite a liberare i cani sui passeggeri e a catturare gli attivisti con ogni mezzo. Abbiamo anche fatto notare che l’assedio di Gaza è illegale, mentre è del tutto lecito e legale venire in soccorso della popolazione imprigionata nel Ghetto di Gaza. Abbiamo gridato che il governo ha il dovere di proteggere gli attivisti che si impegnano in una missione per sopperire all’inerzia e inattività da parte delle autorità governative.»


Verso Gaza 35: «L’audacia della Speranza», questa il nome della nave americana.

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Tradotto in italiano «Audacity of Hope» suona «Audacia della Speranza» e si dovrebbe collegare a temi obamiani, che a noi interessano poco, mentre ci fa riflettere l’espressione in sé. Mentre leggo ciò che si trova nel web italiano, noto i salti di gioia di un ben individuabile drappello sionista italiano, che è sempre in prima fila e ben visibile, quando si tratta di attaccare e diffamare quelli che stanno dall’altra parte. Certo, non abbiamo le atomiche di Israele. Sappiamo che Frattini è tutto loro e per nulla nostro. Sappiamo valutare abbastanza i rapporti di forza, cosa non sempre facile. Ma qual è la nostra forza? È la nostra coscienza morale. Che arrivino o no le navi della Flotilla II, è già stato un risultato straordinario aver organizzato dieci navi. E non ci fa bella figura il più potente esercito del Medio Oriente a mandare squadre di sommozzatori per segare le eliche delle navi o l’albero di trasmissione. Proprio come si comporta la mafia, ma con migliori motivazioni. La nave americana è forse quella che crea maggiori problemi all’apparato ideologico-propagandistico. Sulla nave oltre che cittadini dell’Impero Usa, gran patrono di Israele, ma a rischio default, ci sono anche non pochi ebrei, che sono nettamente contrari a quella mostruosità che è l’assedio di Gaza e la cui paternità getta una macchia indelebile sulla coscienza ebraica, che mai potrà emendarsi per la sorte inflitta all’Abele palestinese. I teologi lo sanno bene. Gli agenti dell’Hasbara o gli agit-pro nostrano il problema non se lo pongono neppure. Non è cosa loro, a tutt’altra faccende affaccendati.

Le altre navi:
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1. Prime notizie. – Attingiamo ad un articolo di Maria Elena Delia per qualche notizia inziale sulla nave americana. Il nome abbiamo detto è “Audacity of Hope”. Si trova bloccata nel porto di Atene, dove è curioso vedere come quello che è una penosa e clamorosa violazione della sovranità di uno stato viene plaudita come una sorta di responsabilità nei confronti di minorenni, bisognosi di tutela, che non sanno quel che fanno e quel che vogliono. Sarebbe da ricordare a certi signori tutte le navi che sono partite alla volta della Palestina, carichi di ebrei, per produrre quel risultato kafkiano che sono i ciechi non riescono a vedere o non vogliono vedere. Il nostro mondo governato dai media, che pretendono di essere la testa pensante dell’Umanità, forse non ha mai toccato simili livelli di follia. Si trova a bordo della nave americana Hedy Epstein, che lancia questo messaggio a chi ha bisogno di intendere:
«…Il presidente Obama mi ha deluso infinitamente, tutte le sue promesse si sono rivelate solo parole. Queste nostre barche, questo nostro tentativo, questa straordinaria determinazione della società civile è la vera audacia della speranza».
Essendoci dunque “ebrei” sulla “Audacity”, in Tel Aviv e nelle reti ubicate in Italia dovranno faticare non poco con il modulo dell’«ebreo che odia se stesso». Parafrasando la Bibbia vi è piuttosto da augurarsi che esistano i dieci Giusti necessari per salvare tutti gli altri, che devono rispondere della scomparsa dell’Abele palestinese. La questione non ci riguarda, professandoci sanamente pagani antichi e nostalgici di una sensibilità religiosa che non ha mai massacrato nessuno in nome Dio. “Temerari” sono i passeggeri della «Audacity» per avere sfidato due governi: quello di Obama e quello di Netanyahu.

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2. La guardia costiera greca blocca la US Boat. – Pare di una gravità inaudità ciò che abbiamo da qualche ora. Il governo greco ha comunicato alle navi della Flotilla II, ancorate nei suoi porti, il divieto di prendere il mare, cedendo ai ricatti israeliani e sacrificando la sua dignità nazionale, che tocca al popolo greco riscattare.
La US Boat che aveva deciso di lasciare i porti greci, ritenuti insicuri a causa dei boicottaggi inferti ad altre navi, è stata bloccata dalla guardia costiera greca, mentre prendeva la direzione di Gaza. Il fatto è gravissimo e pone una serie di riflessioni gravissime. Intanto, è da chiedersi quale sia l’effettiva sovranità ed indipendenza politica di stati come Grecia ed Italia. Si rivela ormai tutta l’ingenuità di quanti credevano di poter liberare Gaza, quando occorre prima liberare l’Italia o la Grecia. L’antifascismo si è cullata per oltre mezzo secolo al suoni della ninna nanna di “Bella Ciao”, ma non vuole convincersi che se si è lasciata alle spalle il fascismo, ciò che si ritrova in casa è ancor peggio dei peggiori incubi e spauracchi con i quali ci ha allevato ed ha costruito la sua egemonia e la sua legittimazione al potere. I greci stanno imparando sulla loro pelle il peso del servaggio. Noi ci siamo molto vicini. Purtroppo. Qui di seguito il video dell’arresto in mare, che poi sarà tradotto e commentato da Egeria in un apposito post.

Oltre alla guardia costiera con motovedetta sembra proprio che ci fossero i battelli zodiac con a bordo militari che gli americani della US Boat hanno descritto come militari israeliani – lo dicevano a Hassan Ghani di pressTv – lo dicevano quei passeggeri che l’anno prima si trovavano sulla Mavi Marmara.

Verso Gaza 34: La “Saoirse”, nave irlandese della Flotilla, sabotata in un porto turco.

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Piano piano, lavorando semplicemente su notizie attinte dal web o dalla pagina ufficiale della FF2, proseguiamo nel redigere l’elenco nominativo delle navi come compongono la Flotilla. Di alcune di esse si sa già che sono stati fatti sabotaggi, per impedirne la partenza, ma anche mettendo in pericolo la vita dei passeggeri, cosa che certamente non costituisce una remora per l’esercito ed i servizi israeliani, se è vero che compiono simulazione anche con l’ipotesi di altri morti ammazzati. Le reazioni finora avute dimostrano che è la strada giusta. Non si tratta semplicemente di portare aiuti, attraverso i canali consentiti e concessi, con le stesse autorità israeliane che si incaricherebbero della consegna (vera e propria beffa), ma di gridare forte e chiaro al mondo intero, ai popoli e ai loro governi, che oggi non è più ammissibile un assedio come quello di Gaza. Esso è contrario ad ogni principio di diritto e di umanità: tanto vale la pena abolire l’idea stessa del diritto internazionale se lo si può violare così impunemente, pretendendo di dare il nome di diritto al più spudorato arbitrio.

Audacity - Chiarini - Dignité -

1. Si chiama “Saoirse” la nave irlandese. – Non so al momento cosa significa, ma questo pare sia il nome dell’imbarcazione irlandese che insieme alle altre affronterà il viaggio per rompere l’assedio di Gaza. Leggo su un sito che la nave è ancorata in acque turche e che sarebbe stata sabotata, a quanto riporta Amira Hass, dalle pagine del quotidiano Haaretz. Il danno riguarda il motore della nave. Si sospetta chiaramente di Israele, ma qui il sospetto è certezza. Trovo però strano ed inquietante che il sabotaggio sia avvenuto in un porto turco, che dovrebbe essere soggetto ai controlli della polizia turca. Questa dunque si sarebbe rivelata incapace di difendere la sovranità turca dagli sconfinamenti del Mossad. Ma è una piaga che colpisce tutto il mondo. I romani hanno dimenticato la vicenda del rapimento in Roma di Mordecai Vanunu. Ed il sindaco Alemanno lo ha così bene dimenticato da aver potuto concedere, senza titolo alcuno, la cittadinanza al soldato israeliano Shalit, catturato mentre era di guardia alla prigione di Gaza. Il danno al motore della “Saoirse” – prosegue l’articolo – avrebbe potuto, per la sua gravità, causare l’affondamento della nave in mare aperto con grandissimo rischio per la vita delle persone a bordo. Ancora una volta una prova di quale alta considerazione Israele abbia per la vita del prossimo che non ha mai amato, mai amerà ed al quale ciò nonostante imputa un “odio” nei suoi confronti, non perché ne desideri l’amore, ma perché intende far scattare quelle trappole giuridiche, appositamente predisposte nei singoli paesi, al mero scopo di colpire critici e avversarsi politici. Il disegno a me appare evidente e credo che uno studio sulla nostra legge Mancino ed altre similari sarebbe assai istruttivo e rivelatore.

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2. Non partirà. – Notizie più dettagliate si leggono nel sito Infopal, al quale però non riesco ad accedere dall’ultima versione 5.0 di Firefox. Occorre usare un altro browser. Si legge che il sabotaggio è avvenuto nella località turca di Göcek. La nave ha subito «gravi danni difficili da riparare». Sono queste le dichiarazione rese dal coordinatore Fintan Lane, quale precisa: «L’albero di trasmissione è stato danneggiato da sabotatori che lo hanno tagliato, forato, ed è possibile anche che ne abbiano staccato una parte. L’albero non è integro ed è stato curcato in una maniera tale da comprometterne la funzionalità». Quindi, prosegue: «l’azione di sabotaggio è stata altamente rischiosa e nient’altro che un atto di terrorismo internazionale». Quindi “Irish Ship to Gaza” ha comunicato che «Saoirse non potrà partecipare a Freedom Flotilla 2». Dobbiamo credere che a compiere l’atto di sabotaggio siano stati i Salafiti? O che l’albero di trasmissione si sia piegato da solo per il caldo? Ancora una volta si impone la distinzione fra verità sostanziale che ognuno può intuire e verità processuale di un’inchiesta giudiziaria che spesso si rivela una farsa o che arriva non prima di trent’anni. A questa pagina si trovano ulteriori articoli sul sabotaggio della nave irlandese, che ci auguriamo tuttavia possa continuare a svolgere un ruolo pur restando nel porto. Ci auguriamo tuttavia che se per un verso la partenza della Flotilla dovrà ritardare di alcuni giorni, questi stessi giorni possono essere utilizzati per riparare il guasto dovuto al sabotaggio. Si annunciano anche manifestazioni di protesta in Irlanda, mentre un presidio è annunciato in Roma davanti alla sede dell’Ambasciata greca.

3. Il governo irlandese chiede spiegazioni a Israele. – Non tutti i governi sono complici di Israele e non tutti lasciano offendere impunemente i propri cittadini. Si apre perciò un risvolto diplomatico inedito con le spiegazioni ufficiali chieste dal governo irlandese ad Israele, secondo quanto si apprende in questo breve video: (clicca su “Rivedi”) Non è una cosa da poco. Se un procuratore della repubblica italiana avesse dovuto raccogliere gli estremi della notizia di reato si sarebbe trattato probabilmente di tentata strage. Quindi siamo in presenza di un reato molto grave per il quale devono essere attivate le normali procedure giudiziarie. Evidentemente, Israele ha calcolato che la cosa potesse andare in cavallerie. Sono così abituati a mettere sotto i piedi il diritto, che ritengono di essere onnipotenti e immuni da qualsiasi contestazione. Ed invece vi è motivo per un’azione giudiziaria di carattere internazionale che si potrà trascinare per anni.

4. Israele il principale sospettato. – Il nome di Israele viene apertamente indicato e riportato nei media come il principale e naturale sospettato di un boicottaggio della nave che avrebbe da solo potuto avere conseguenze tragiche. Se la logica ha un valore, non possono esservi dubbi di chi possa essere stato il responsabile del sabotaggio. Mancava soltanto che lasciasse il biglietto da visita o facesse pubblica rivendicazione. Eppure, non mancano agit-prop del sionismo di stanza in Italia, i quali ostentano l’estraneità di Israele e fanno lo gnorri. Anche questo episodio e questa prassi, del tutto normale per Israele, la cui storia è tutta costellata di azioni coperte e di terrorismo, di nefandezze di ogni genere, destinate a rimanere ignote per sempre. Anche la morte di Vittorio Arrigoni fa continuamente pensare alla saggezza pratica insita nei Cui prodest? Del resto, lasciando perdere il romanticismo delle inchieste giudiziarie, sorta di moderna telenovela senza termine, basta soltanto rapportare vita e morte nella breve esistenza di Vittoria Arrigoni: la vita era in relazione con la Palestina e la sua liberazione, mentre la morte era possibile e desiderata ed agognata solo da Israele. Chi sia stato poi l’effettivo esecutore materiale dell’assassinio di Arrigoni, ha poca importanza. Serve solo ai media, che anche da morto, hanno la consegna di continuare ad infangare il vero ed unico eroe italiano di questi anni. Non lo sono eroi i soldati italiani morti in Afghanistan, in Iraq o altrove. Perché vi sia eroismo è necessaria una giusta causa, che non si trova proprio nelle guerre sporche del XXI secolo. La faccia tosta con cui è avvenuto il sabotaggio della nave irlandese, ed ancora più tosta nelle pressioni esercitate sui governi, che in questo modo rivelano la loro natura servile, è una lezione della storia per i popoli dell’era della globalizzazione.

Verso Gaza 33: La “Stefano Chiarini” pronta a partire al largo di Corfù.

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Abbiamo già detto che dedicheremo un singolo post per ognuna delle navi della Libertà e mai nome fu più appropriato. Il precedente post era alla “Dignité”, nave francese partita dalla Corsica. Mentre scriviamo non possiamo sapere come questa storia finirà, ma il fatto di esserci, per gridare al mondo la barbarie che si va consumando nella Palestina storica con la complicità dei governi è un momento importante di quelli che superano la contingenza storica. Il diritto internazionale quale lo abbiamo studiato nei manuali universitari è ormai distrutto. Regna l’arbitrio e la legge del più forte. Mai la prepotenza fu più sfacciata come nel caso di Israele, uno stato criminale e criminogeno che il consesso delle nazioni riunito, con l’esclusione degli Usa, dovrebbe smantellare, per ristabile l’ordine della giustizia e dell’umanità. È questa richiesta il significato della Flotilla II, e di quelle che verranno. Non si tratta semplicemente di portare aiuti a Gaza, ma di ristabilire il principio che il resto del mondo ha pieno diritto di visitare un milione e mezzo persone che da oltre cinque anni vengono tenuti in prigione da Israele e dal suo stato vassallo l’Egitto. È una vergogna contraria al diritto e alla giustizia, che deve cessare. Abbiamo ormai capito che questo appello non può essere rivolto ai governi, ma direttamente ai popoli, che devono riappropriarsi della loro sovranità e indipendenza, per ristabilire il regno della pace, della giustizia, della prosperità universale, dell’umanità.

Le altre navi:
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Saiorse - Tahir
SOMMARIO: 1. Prime notizie. – 2. Un messaggio di Vauro. –

1. Prime notizie. – Le prime notizie, attinte direttamente dal sito web ufficiale della spedizione sono scarne, ma è da pochi minuti disponibile sullo stesso sito un video, che riproduciamo più sotto. «Gli attivisti italiani ed olandesi della Freedom Flotilla sono a bordo della “Stefano Chiarini”, alla fonda nel porto di Corfù. Sono stati organizzati i turni di sorveglianza, per impedire sabotaggi come quelli che si sono verificati ai danni di altre imbarcazioni della Freedom Flotilla. Siamo pronti a partire: Gaza, stiamo arrivando». Questo il comunicato ufficiale, cui segue da pochi video-corriere che pure riprodurremo, se disponibili i relativi codici.

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2. Un messaggio di Vauro. – In una piazza di Milano, il 30 giugno, un gruppo di manifestanti ascolta telefonicamente il messaggio di Vauro.

Viene letto anche un testo della famiglia Arrigoni e proseguono le comunicazioni diretta dalla nave.

mercoledì 29 giugno 2011

Verso Gaza 32: silloge delle minacce, delle menzogne, degli atti di sabotaggio e di quanto altro per impedire la partenza della Flotilla II.

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La campagna di diffamazione contro la Flotilla è iniziata molto tempo prima che le navi fossero pronte per salpare da porti mantenuti segreti fino all’ultimo. Sono personalmente convinto che la morte di Vittorio Arrigoni sia riconducibile a queste ragioni. Non trovo per nulla plausibili le spiegazioni che vorrebbero Vittorio morto per mano salafita. In questo momento, per quanto a noi noto, le navi non sono ancora partite tutti e non si trovano ancora nel luogo di raccolta. In questo post terremo l’elenco ordinato di tutti gli atti di sabotaggio, di tutto quanto in un modo o nell’altro è finalizzato ad ostacolare la partenza di questa Flotilla che reca il numero II, ma che nelle intenzioni dei partecipanti e dei popoli del mondo, rappresentati dai governi ma dai loro cittadini, precede il numero III, IV, V, ecc. Tra le tante diffamazioni che si leggono una fa il conto di quanto queste navi costano e di chi le paga. Curioso che questo genere di affermazioni vengono da sionisti, che non si accorgono di quanto sono ridicoli. Se il loro fosse un argomento, basterebbe obiettare: e tutte le ricchezze, i flussi di denaro a fondo perso che sono andati ad Israele, chi li ha pagati e chi li sta pagando? Tutti noi, tutti i contribuenti dell’Europa e dell’America, loro malgrado.

1. L’elica segata. – Nel porto di Atene un subacqueo è andato a segare l’elica della nave greca “Giuliano”. Daremo altri dettagli via via che li avremmo. Segue un video You Tube, che fornisce dettagli sull’accaduto.

2. Il finto blogger. – Sarebbe questo un gay, in realtà un agente israeliano, che andava diffondendo in rete la notizia che siccome era gay, per questo motivo non lo hanno voluto a bordo, ed il fatto di non averlo voluto dimostrerebbe che tutta la Flotilla è alle dipendenze di Hamas, che non ha in simpatia gli omosessuali. Naturalmente, tutto falso e la falsità analoga alla vicenda “Amina” è stata smascherata rapidamente. Per una analisi più dettagliata su questo individuo e sui possibili mandanti e retroscena si rinvia a questa pagina. Personalmente la faccenda non ci appassiona e riteniamo che la pratica della menzogna, della manipolazione, della disinformazione e di tutte le sofisticazioni della propaganda sia cose abituali, che vanno normalmente presunte e solo eccezionalmente escluse.

3. Oscuramenti di siti web. – Ne posso personalmente segnalare almeno due: una intervista di un attivista molto informato e competente, che per qualche tempo si è potuta vedere e ascoltare in un video di Press Tv; il sito dell’Agenzia italiano Infopal, da qualche giorno è inaccessibile. Ma probabilmente dipende dal mio browser: non voglio creare casi inesistenti, accanto a quelli già esistenti e di per sé abbastanza numerosi. È tuttavia vero e riscontrabile come contro il sito Infopal esista una costante campagna di diffamazione da parte di testate, di cui potremmo fare i nomi, ma ne lasciamo il compito ai diretti interessati. La Infopal è semplicemente un’agenzia giornalistica di informazione, forse l’unica, sulla Palestina.

4. Minacce a giornalisti. – Da governo israeliano è stato minacciato il rifiuto dell’ingresso in Israele per dieci anni a tutti quei giornalisti che fossero saliti sulle navi. La minaccia pare rientrata per le reazioni che ha suscitato in tutto il mondo della stampa e dei media. Ma l’episodio è altamente rivelatore di quale sia l’effettivo rapporto di Israele con i media: tutti o quasi embedded. E lo sapevamo. Ne abbiamo solo una nuova conferma indiretta.

5. Presunte dichiarazioni della Croce Rossa. – Circola sul web la dichiarazione di un rappresentante locale della Croce Rossa, secondo il quale in Gaza non vi sarebbe nessuna emergenza umanitaria ed il governo di Israele avrebbe tutto il diritto di proteggere i suoi cittadini, chiaramente dalla gente disarmata che si trova sulle navi. Le dichiarazioni di questo signore, il suo curriculum e la sua appartenenza alla Croce Rossa andranno verificate. Quel che è certo è che le dichiarazioni rese violano gravemente lo statuto della Croce Rossa, che certamente non può rilasciare dichiarazioni sulla politica degli stati, salvo poi i dati di fatti, per i quali Gaza sarebbe una sorta di Club mediterrané.

6. La Clinton che minaccia i cittadini americani. – Questa signora ha fatto sapere che i pacifisti americani che salgono sulle navi potranno poi essere penalmente perseguiti, appena ritornati in America. Veramente incredibile e grottesco, se si pensa a tutti i soldi distribuite a spie e traditori in tutto il mondo per diffondere l’ideologia destabilizzante dei “diritti umani”. La Cina è una dei grandi bersagli. Vedere un sesto dell’umanità cadere in sanguinose guerre civili e sedizioni interne sarebbe somma gioia degli umanitaristi al governo. La minaccia della Clinton ai cittadini americani, che vanno a Gaza proprio nel nome dei “diritti umani”, dimostra quale sia il grado di ipocrisia e di sfacciataggine dei nostri governanti, che dico “nostri”? È un modo di dire! Che il mondo sia governato da lobbies antidemocratiche e criminali è cosa che ogni giorno salta sempre più agli occhi.

7. L’ineffabile Frattini. – Un grande senso di disagio e di fastidio mi pervade ogni volta che mi tocca parlare di questo personaggio. Basta ricordare il ritornello che esce sempre dalla bocca: “La sicurezza di Israele.... Il terrorismo... Hamas terrorista, da lui incluso nella lista dei terroristi, bla bla”. Il peggiore ministro degli esteri che io ricordi.

8. Pressioni e ricatti sul governo greco. – Lo si è potuto leggere qua e là, ma non possiamo aspettarci molti dettagli e prove provate. Raccoglieremo comunque tutto quello che troveremo, dando pure il beneficio d’inventario. Azioni di protesta sono in atto presso l’ambasciata greca in Italia.

9. Pressioni e ricatti sul governo turco. – Qui invece la cosa è molto più sorprendente. Il governo turco aveva dato la sua bandiera alla Mavi Marmara, che adesso non parte più per presunti guasti tecnici. Tutto questo è molto strano ed inquietante.

10. Campagne propagandistiche. – Questo paragrafo è generico, ma diventa utile leggere tutte le coperture, i silenzi, la titolazione e impaginazione della “notizia” per sapere e capire quanto la testata in considerazione sia “embedded” ed organica alla Lobby. È una sorta di utile censimento.

(segue)

Verso Gaza 31: il nome delle altre navi della Freedom Flotilla Two.

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Giungono altre allarmanti e frammentarie notizie da Atene, dove un nugolo di spie israeliane va a sabotare le navi che a tutti i costi non si vuol far partire. Le menzogne mediatiche si succedono l’una più grossa dell’altra. Rimbalza l’affermazione attribuita ad un responsabile delle Croce Rossa locale, secondo la quale in Gaza non vi sarebbe nessuna emergenza, ed Israele – dice il funzionario della Croce Rossa – ha tutto il diritto di fare quel che fa: un profundis per la Croce Rossa, almeno quello locale e di questo signore. In Atene si assiste a qualcosa che non ci saremmo aspettati neppure da un’organizzazione mafiosa, il cui standard di moralità ci appare molto più alto di quello dell’esercito e dello stato israeliano. Ma si rivela anche la profonda ipocrisia e corruzione degli stati. Il ministro degli esteri greco fa capire quali pressioni vengono esercitate sulla Grecia. La Clinton fa sapere che punirà i cittadini americani che salgono sulle navi, proprio mentre la propaganda occidentale fa leva sui cosiddetti “diritti umani” per destabilizzare gli stati non vassalli o clienti, quegli stessi diritti umani che l’Occidente ha sempre violato. Prima usava invadere e colonizzare il mondo con l’ausilio della croce, oggi si serve dell’ideologia dei “diritti umani” con la quale fornisce armi ideologiche a tutti i traditori che inscenano questa cantilena, cui sono primi a non credere. In questo post vogliamo l’elenco di tutte le navi della FF2, dedicando ad ognuna di esse un singolo post, appena le notizie diverranno più abbondanti e articolate.

1. La «Stefano Chiarini» è il nome della nave italiana. Per qualche tempo era circolata la notizia che si sarebbe chiamata “Vittorio Arrigoni”, ma devono essere prevalse altre ragioni e l’intera Flotilla è in un certo senso intitolata a Vittorio assumendo il suo motto “Restiamo umani”. Vauro Senesi ha già cominciato, oggi 29 giugno, a scrivere il suo “Diario di bordo”, anche se ancora non è salito materialmente sulla nave, che è alla rada di Corfù. Prosegue Vauro: «Le altre navi della Freedom Flotilla sono ancorate in diversi porti greci e via via gli attivisti provenienti da tanti paesi diversi stanno lasciando Atene per raggiungerle».

2. La «Giuliano» è una nave greca che ha già subito un atto di sabotaggio, con l’albero dell’elica segato da qualche esperto subacqueo: è questa l’Israele che ci aspettiamo e di cui sospettiamo altamente. La mafia avrebbe avuto un senso più alto dell’onore. Israele è lo stato degli innumerevoli omicidi mirati, dei quali si apprende con prove anche molti anni dopo, ma di cui è normale poter sospettare per tutto quello che di strano può succedere a uomini e cose.

3. «Sabotata questa notte la terza barca». – È quel che si legge sul sito ufficiale della FF2, ma con rinvio per i dettagli della notizia al sito Infopal, che però da qualche giorno risulta a me sbarrato. Dal mio computer il sito Infopal non si apre. Tuttavia, da un altro computer il sito si apre e la notizia Infopal è la seguente: «Atene - InfoPal. E' giunta questa mattina dal Comitato degli organizzatori la notizia del sabotaggio alla terza nave della Freedom Flotilla. Si tratta della barca irlandese, ormeggiata nelle acque turche. I due precedenti sabotaggi riguardano le imbarcazioni greco-svedese, danneggiate in parti importanti - elica e albero che connette quest'ultima al motore. Si tratta di gravi tentativi di mettere in serio rischio la vita dei passeggeri, una volta in alto mare. Israele sta tentando in tutti i modi di fermare la partenza delle navi della Flotilla per Gaza» (Fonte: Infopal).

4. La «Louise Michel». – È questa la seconda nave francese. È più grande della “Dignité”.

5. La “Guernica”. – È questo il nome della nave spagnola, che è stata sequestrata dalle motovedette turche, sembra con il beneplacito del governo spagnolo. Ma manifestanti spagnoli in Grecia hanno occupato l’ambasciata spagnola. Ecco come Prensa latina narra il fatto: «Atene, 5 lug (Prensa Latina) Decine di manifestanti occuparono oggi l’ambasciata della Spagna in Grecia per esigere il sollevamento del blocco alla II Flottiglia della Libertà che pretende di salpare da questo paese con gli aiuti per Gaza. Gli attivisti spagnoli chiesero protezione al loro governo davanti alla persecuzione militare di cui sono vittime da parte delle autorità greche. Da vari giorni la nave Gernika, dove pretendono di viaggiare verso il territorio palestinese, è stata sequestrata da due fregate nel porto di Kolymbari, a Creta. Il governo ellenico proibì il venerdì alle imbarcazioni ancorate nel suo territorio di salpare con rotta alla Striscia di Gaza, col pretesto che cerca di proteggere i membri della flottiglia. Tuttavia, attivisti denunciarono che l'attuazione di Atene ubbidisce a pressioni di Israele che mantiene da cinque anni bloccato questo territorio palestinese. La seconda Flottiglia della Libertà, composta da una decina di imbarcazioni con circa 500 attivisti di vari paesi, porta circa cinque mila tonnellate di aiuto per Gaza. Questo lunedì forze navali greche intercettarono la nave canadese Tahrir, con circa 40 persone a bordo, e l’obbligarono a ritornare alle coste di Creta. Un’altra imbarcazione integrante della flottiglia, che si chiama Dignité Al Karama, riuscì a rompere la vigilanza e naviga in rotta verso il territorio palestinese. In maggio del passato anno la marina israeliana attaccò un primo convoglio umanitario ed assassinò nove passeggeri del trasbordatore turco Mavi Marmara e ferì a oltre 50.
Ig/car».

(segue)

domenica 26 giugno 2011

Verso Gaza 30: Notizie da Atene, porto di partenza della FF2

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Giungono da Atene notizie allarmanti e rivelatrici al tempo stesso del modo di essere di Israele, peraltro l’ «Israele che ben ti aspetti e non ti sorprende». Il vantaggio della scrittura sul web rispetto alla carta stampata è quello di poter rivedere lo stesso testo, non solo per correggere immancabili refusi, ma anche per intervenire sulla sostanze delle notizie, ove fossero incomplete, inesatte e perfino erronee. Piuttosto che aspettare ci sembra preferibile dare a noi stessi i frammenti di notizie disponibili, per poi tornarci sopra. Quello che al momento ci sorprende ed indigna enormemente è l’assoluto disprezzo di Israele non solo per le sue vittime palestinesi, ma per la sovranità stessa degli stati. Il porto di Atene sembra stia brulicando di agenti israeliani, che si apprestano a sabotare le navi in partenza, come pare abbiano già fatto per due navi della FF1.

In particolare, la notizia che si impone è il vero e proprio ricatto di sanzioni economiche allo stato greco se farà partire la nave americana, per almeno un terzo composta da ebrei americani.
Se proprio questa nave dovesse subire lo stesso trattamento della Mavi Marmara, la caduta di immagine di Israele sarebbe a precipizio verticale ed avrebbe di che scalare gli specchi, di che occupare tutte le piazze del mondo, per accreditare la falsa immagine dell’Hasbara, alla quale solo persone assai distratte e per nulla informate possono dare il benché minimo credito.

Ma lasciamo continuare Egeria, che segue i canali esteri, gli unici da cui è possibile attingere notizie dirette. Dalle fonti italiane vi è poco o nulla da attendersi, ed è meglio anzi non tenerne conto. I vari Pagliara certamente non rischiano le sanzioni che il governo israeliano ha minacciato di comminare ai giornalisti che osano salire sulle navi della “Freedom Flotilla Two”. Si ricordi che nella precedente FF1 furono sequestrati ai giornalisti tutti gli strumenti di lavoro ed i mezzi con i quali potevano documentare ciò che stava succedendo. Il governo israeliano voleva essere l’unica fonte di notizie di ciò che avrebbe fatto e dare l’unica sua versione ufficiale dei fatti: l’uccisione premeditata di almeno 9 persone.


CIVIUM LIBERTAS

* * *


Ieri si era collegato in diretta da Atene il corrispondente britannico di Press-Tv, Hassan Ghani, che alcuni giorni fa era partito per la Grecia per seguire da vicino gli arrivi delle singole navi di varie provenienze che comporranno la FF2, ora in arrivo nel porto di Atene da cui partiranno tutte insieme alla volta di Gaza.

E speriamo che partano davvero, perché al momento gli ostacoli sono tanti: come sempre, il binomio USA/ISRA (come definisco personalmente questo sposalizio sigillato negli inferi) si dà da fare per impedire qualunque iniziativa che possa creare difficoltà o imbarazzi all’entità chiamata Israele. Stanno ricattando il mondo intero per proteggere l’impunità di Israele.

Chi guarda PressTv o segue le vicende delle spedizioni in Gaza, conosce bene il corrispondente Hassan Ghani : era già sul primo convoglio “Viva Palestina”, organizzato da George Galloway, e su tutti i convogli successivi, per mostrare agli spettatori di Press-Tv cosa succedeva durante i lunghi viaggi - comprese le enormi difficoltà incontrate di volta in volta - e i festeggiamenti all'arrivo in Gaza.

L’anno scorso Hassan Ghani si trovava sulla Mavi Marmara, dalla quale trasmetteva in diretta, o registrava servizi sul progresso della flotilla, con interviste ai volontari a bordo, mandati in onda su Press-Tv. Avevamo perso le tracce di Hassan dopo la cattura della Mavi Marmara e dei suoi passeggeri. Poi era finalmente riapparso circa una settimana più tardi, dopo il suo rilascio dalle galere israeliane: era stato picchiato selvaggiamente, tutto gli era stato confiscato, e il rimanente materiale registrato era andato perso, comprese alcune riprese fatte durante l’assalto alla Mavi Marmara durato ore dal momento dell'arrivo dei battelli Zodiac israeliani. Hassan aveva continuato a filmare fino al momento della cattura. Tuttavia siamo riusciti a vedere Hassan mentre era di fronte alla sua telecamera in diretta, in un momento concitato in cui si udivano rumori di scontri a bordo. Hassan tentava di raccontare ciò che stava accadendo, tenendo una mano sull'orecchio e l'atra sul microfono. Poi le immagini si erano interrotte improvvisamente e tutti avevamo temuto il peggio. In seguito Hassan raccontava in un'intervista nella sede di PressTv che la trasmissione si era interrotta nel momento in cui un soldato israeliano aveva sparato sull'antenna satellitare di Hassan.

Ora è in Atene, Hassan, e parla in continuazione con i giornalisti nella sede di PressTv. Ieri aveva mandato in onda un servizio bene articolato su quanto succede nel porto di Atene, in previsione della prossima partenza delle FF2, e questa mattina ho visto che PressTv ha pubblicato il video del reportage sul sito web dell'emittente.

MA IL VIDEO NON PARTE - è sbarrato! Ecco il link, provate voi a cliccare sull'immagine , che vedrete, è attraversata da una banda nera al centro, segno che il video è oscurato - e non da parte di chi lo ha inserito!

Comunque, in sostanza ecco quanto riferito da Hassan Ghani nei suoi collegamenti di ieri e oggi e nel servizio mandato in onda. Riporterò quanto ricordo, e purtroppo non potrò contare sul supporto audio-video, non accessibile. Aggiornerò successivamente, ogni volta che ci saranno novità.

Diceva Hassan: «Sono in Atene con la troupe, perché seguo da vicino le vicende delle singole navi man mano che arrivano. Abbiamo fatto riprese delle navi già attraccate al porto di Atene e in attesa di essere raggiunte dalle navi compagne per poter partire alla volta di Gaza. I filmati delle navi tuttavia non li mostriamo per motivi di sicurezza: li abbiamo messi al sicuro, per mandarli in onda successivamente, quando il pericolo sarà scongiurato.

«Il porto di Atene, come quello di Cipro, è presidiato di nascosto dagli agenti israeliani, che ispezionano in segreto le navi per scoprire quali siano quelle destinate a Gaza. Siamo tutti all’erta, perché vogliamo evitare ciò che è successo l’anno scorso con la FF1, che in origine era composta di 9 navi, ma solo 7 sono potute partire, perché due hanno subìto il sabotaggio da parte degli agenti israeliani.»

Continua Hassan: «Purtroppo questa volta alla flotilla viene a mancare la nave ammiraglia, la Mavi Marmara, l’orgoglio della spedizione. Secondo la versione ufficiale fornita da parte dell’organizzazione umanitaria turca IHH, la famosa Mavi Marmara non sarebbe in grado di partire perché i danni subiti l’anno scorso durante l’attacco dei commandos israeliani non sarebbero ancora del tutto riparati. Né partiranno, contrariamente a quanto progettato, i nostri amici attivisti turchi che fanno parte della IHH, eccetto un piccolo gruppo rappresentativo.

«Sappiamo infatti che sono in corso dietro le quinte pressioni enormi nei confronti della Turchia da parte di USA/ISRA affinché impedisca la partenza della delegazione turca - e purtroppo sembra che abbiano funzionato. I volontari delle IHH comunque smentiscono di essere stati a loro volta pressati da parte del governo turco per impedire la loro partecipazione alla FF2».

«Comunque questa volta la comunità di volontari che prendono parte alla spedizione FF2 è molto più eterogenea rispetto all’anno scorso, composta allora in prevalenza da volontari di origine mediorientale. Questa volta i volontari sono in maggioranza cittadini europei e americani, di almeno una quarantina di nazionalità diverse, e anche le navi sono più numerose. Non specifichiamo il numero ufficiale, sempre per questioni di sicurezza. Sarà difficile per Israele bollare anche questa volta i volontari come 'terroristi' e convincere il mondo che una maggioranza di passeggeri di chiara etnia nord-europea sia affiliata ad organizzazioni di stampo terrorista.» [L'amara implicazione qui è ovvia: i governi e i media la fanno sempre franca quando associano il termine 'terrorista' ai nomi e volti mediorientali].

Continuava Hassan Ghani: «Ieri sera, qui in Atene, mi trovavo in compagnia dei volontari imbarcati sulla nave americana per Gaza, che mi esprimevano le loro preoccupazioni. Sono stati minacciati in modo molto esplicito e presi di mira in modo selettivo. Il motivo è che i membri della delegazione statunitense sono per un terzo ebrei, alcuni anche personaggi noti al pubblico internazionale. Sia USA che ISRA li hanno minacciati ufficialmente - tanto è vero che hanno chiesto protezione alle autorità greche, ricevendo però come risposta un “ci dispiace, è fuori dalle nostre possibilità”. Infatti sono venuto a sapere dalle fonti locali, che la Grecia è attualmente minacciata di sanzioni economiche da parte di Washington - e indirettamente da parte dell’UE - per aver dato riparo alle navi della FF2 nel porto di Atene, ed è sotto pressione per impedirne la partenza».

Continua Hassan Ghani: «I membri della delegazione americana facevano notare che avendo a bordo anche un certo numero di passeggeri ebrei noti al pubblico e per giunta di nazionalità americana, coltivavano la speranza che Israele si sarebbe astenuta da violenze contro la FF2 o che perlomeno Washington avrebbe deciso di intervenire qualora le cose si dovessero mettere male. Infatti ciò che Israele teme maggiormente, è che la propria immagine, già terribilmente compromessa, possa subire un ulteriore danno qualora la nave americana riuscisse a partire con la FF2. Perché una cosa sembra sicura: anche questa volta Israele intende attaccare, non ci sono dubbi. Comunque, nonostante le minacce giornaliere che vengono espresse da parte del governo e delle sfere militari di Israele, i volontari in genere esprimono ottimismo. Dicono di essersi preparati a far fronte ad ogni evenienza e cercheranno di evitare il ripetersi degli ‘errori’ di ingenuità commessi dai volontari della FF1, che certo non si erano aspettati tanta violenza, e per giunta in mare aperto, in acque internazionali».

* * *

Ecco, questa è al momento la situazione descritta dal corrispondente di PressTv. Certo, non ricordo ogni dettaglio del resoconto durante i collegamenti. Come dicevo, purtroppo il video di PressTv contenente tante informazioni non è visibile, e ho dei forti sospetti sul motivo. Ma qualora si trattasse di sabotaggio, mi chiedo come sia possibile impedire con azioni disperate che la gigantesca ondata di oltraggio in arrivo in Israele da tutti i fronti - materiali e virtuali - possa avanzare e progredire nella sua marcia inesorabile verso l’obiettivo auspicato.

Appena avremo altre informazioni, le comunicheremo tempestivamente.

sabato 25 giugno 2011

Verso Gaza 29: È partita! - La prima delle due navi francesi, la “Dignité – Al Karama” è in mare.

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Mentre ferve la campagna di diffamazione contro navi e naviganti, la prima di due navi francese prende il largo alla volta di Gaza. Non siamo con il nostro corpo su quelle navi, ma seguiremo con lo spirito le vicende di ognuna di esse, in trepidazione per ciò che può succedere alle persone imbarcate. I governi, compresi il nostro, hanno dato prova della loro viltà e della loro complicità. Non ci facevamo illusioni su Frattini. Sapevamo chi era e da che parte sta già da un pezzo. Ma adesso lo potranno sapere tutti gli italiani, che vedono abbandonati al loro destino gli italiani che vogliono dare al mondo l’immagine di una politica estera dell’Italia diversa da quella del loro governo. I partecipanti alla Freedom Flotilla Two vanno distinti in tre diverse componenti. Una, la più piccola, è costituita da quanti hanno materialmente organizzato l’armamento delle navi e la loro partenza, superando difficoltà ed ostacoli di ogni genere. Vi sono poi le persone fisicamente a bordo, ed infine le persone spiritualmente sulle navi. La preparazione è stata lunga. Adesso la prima nave è partita. Esiste un sito ufficiale della “Freedom Flotilla Italia”, dal quale noi attingeremo le notizie principali, di cui la prima è ora il comunicato ufficiale della partenza della prima nave. Di seguito annoteremo le notizie relative alla singola imbarcazione, senza creare nuovi post. Il lettore abituale sappi che dovrà periodicamente tornare su questa pagine, per tutte le notizie riguardanti la singola nave. Ogni nave avrà la sua pagina.

SOMMARIO: 1. La flottiglia è in mare. – 2. Rassegna stampa commentata. – 3.

1.
* * *
La flottiglia è in mare.
Partita dalla Corsica la missione Stay Human.
- Audacity - Chiarini -
“Dignité – Al Karama” questo il nome della prima imbarcazione scesa in mare stamattina poco dopo le 11. E’ partita dal porto corso di Ile-Rousse e non da Marsiglia, come precedentemente comunicato, e dove i pacifisti francesi nei giorni scorsi hanno organizzato una straordinaria manifestazione. Alla Dignitè-Al Karama si uniranno la prossima settimana le altre imbarcazioni. La scelta del nome, trattandosi di nave francese, non poteva essere più appropriata: dignità, in francese e in arabo. “Noi speriamo di fare una breccia nel blocco” ha dichiarato Omeya Seddik, cittadino francese di origine tunisina. “Questa flottiglia s’inserisce nella scia naturale delle rivoluzioni per la libertà e la democrazia” ha poi aggiunto imbarcandosi. Ora sta alla comunità internazionale garantire la sicurezza dei passeggeri e il loro arrivo col carico di aiuti umanitari (5 mila tonnellate di materiali) da consegnare alla popolazione di Gaza.
* * *
2.
RASSEGNA STAMPA COMMENTATA
  1. Una messa a punto di Angela Lano. – Di tutto possiamo e dobbiamo sospettare. Il link al sito Infopal che per un attimo ha funzionato, adesso non funziona più. Come possiamo escludere che il Mossad ed i suoi servizi non abbiano attivato tutte le loro risorse per disturbare la rete ed i siti inclusi nelle loro “liste nere”? Non resta che aver pazienza ed aspettare il ripristino del normale funzionamento delle connessioni.
  2. «QUESTO L’ARTICOLO DI GazaTvNews.com CHE PARLA DELLE MINACCE DI ISRAELE DI INTERDIRE PER 10 ANNI GLI EVENTUALI GIORNALISTI CHE DOVESSERO IMBARCARSI SULLA FF2: http://gazatvnews.com/2011/06/israel-warns-media-against-boarding-gaza-flotilla/ - DICE L’ARTICOLO: - Israele sta minacciando di interdire per 10 anni i giornalisti internazionali che dovessero imbarcarsi sulle navi che tentano di forzare il blocco di Gaza. La Flotilla per Gaza partirà forse già questa settimana. Oggi, domenica 26 giugno, l’Ufficio Stampa del governo israeliano ha rilasciato una dichiarazione ufficiale, chiamando la Flotilla «una provocazione pericolosa» e una «violazione internazionale del Diritto Israeliano». Aggiungeva che la partecipazione alla Flotilla “è suscettibile a risultare nel divieto di entrata in Israele per 10 anni” e in altre sanzioni aggiuntive» (Egeria).
  3. «Mainfatti». Incomincia ad apparire su Googlenews l’informazione sulla Flotilla. Il sito reca in alto l’intestazione: “Gesù, confido in Te!”, di Suor Faustina Kowalska. Dunque, un sito cattolico, che riscatta dall’indecenza che non merita neppure un’autonoma stroncatura ieri sera in onda sulla Sette, con Elkman, la Nirenstein, De Seta, Molinari ed una Alessandra Borghese, che avrebbe scritto un libro sul gossip vaticano. Il “messaggio” che ci hanno voluto far passare è stato che i due ultimi papi sarebbero degli amiconi di Israele, e quindi loro complici in tutti i crimini che è possibile documentare dal 1948 ad oggi. Non è questo per fortuna il mondo cattolico e Suor Faustina ce ne offre una prova. In questo preciso momento continua ad essere oscurato il sito Infopal. I grandi quotidiani non danno ancora copertura alla notizia: aspettano il morto.
Le notizie di stampa sopra fornite hanno carattere selettivo o casuale, non puntano alle completezza. Saranno gradite le segnalazioni dei lettori, che saranno indicati come fonte della notizia.

Torna al Sommario.

3.

venerdì 24 giugno 2011

Verso Gaza 28: quattro convogli per quattro emergenze causate dalla “Israele che ti aspetti”

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di Egeria

Come suggerisce il titolo, questo post fa parte anche della serie “Verso Gaza”, in cui cerchiamo di raccogliere informazioni in rete su ogni spedizione via terra o via mare con destinazione Gaza.

Il titolo che diamo a questo post è “4 Convogli per 4 Emergenze” - perché è di emergenze che vogliamo parlare di seguito, ma anche delle iniziative internazionali per alleviarle. E per fortuna, le iniziative sono tante, e sono mirate a risolvere alcune delle emergenze croniche più estreme che affrontano i prigionieri del Ghetto di Gaza.

Le emergenze sono ovviamente quelle provocate dall’assedio imposto da parte dell’entità chiamata ‘stato ebraico di Israele’, che qui abbiamo polemicamente ribattezzato «l’Israele che ti aspetti», cogliendo al balzo l’opportunità dell’assist fornito proprio dallo ‘stato’ ebraico con il titolo infelice che ha voluto dare all’iniziativa promozionale
in corso a Milano in questo mese di giugno 2011.

Come sappiamo, a Milano la zona più bella tra il Duomo e La Scala si trova attualmente sotto l’occupazione dello straniero, perché temporaneamente consegnata senza riserve ad uno stato illegittimo che ha bisogno di farsi propaganda nel tentativo disperato di ristrutturare la propria immagine ormai irrimediabilmente screditata agli occhi dei popoli nel mondo intero.

Porta il nome di «Israele che non ti aspetti» la parata propagandistica allestita a Milano, che vorrebbe convincere, non si sa bene chi, che il regime sionista sia in grado di produrre qualcosa di positivo e costruttivo, quando invece sono quotidianamente sotto gli occhi di tutti, e sicuramente anche dei politici e media italiani, i risultati letali dell’Israele che ben conosciamo e da cui sappiamo bene cosa “aspettarci” - senza possibilità di equivoco. Solo disperazione e distruzione e sopraffazione e lutto, sono in grado di produrre quei signori.

Non sarebbe neanche in grado di esistere, Israele, senza i suoi furti, i ricatti, le corruzioni, le minacce, e soprattutto senza le guerre - le sue e quelle condotte per suo conto: tutti lo sanno, compresi i promotori della kermesse farsa di Milano, che hanno ritenuto necessario far presidiare la zona giorno e notte, temendo le rappresaglie degli indignati e inorriditi, che invece sono appunto persone civili e non ripagano con la stessa sanguinosa moneta.

E a dispetto delle “conquiste tecnologiche” con cui vorrebbe stupire gli italiani, sappiamo anche che Israele non sarebbe in grado di sopravvivere senza gli aiuti “generosi” che riceve dall’estero, in termini di armamenti e sovvenzioni in milioni e milioni di dollari al giorno, rubati ai cittadini da parte di Washington e dei governi europei.

Né potrebbe sopravvivere, Israele, senza la tirannia dei dittatori arabi, pagati da Washington e Londra per salvaguardare le frontiere arbitrarie dello “stato” ebraico e per tenere a bada la furia delle popolazioni arabe, tutte solidali con i fratelli palestinesi.


In altra parte di questo blog viene tenuto un’informazione il più possibile completa della kermesse israeliana allestita a Milano. Il post dal titolo “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti” è suddiviso in paragrafi e viene aggiornato giorno per giorno, raccontando cosa succede, momento per momento, compresi gli eventi di protesta e le manifestazioni di solidarietà con la Palestina che si sono svolti già a partire dai giorni che hanno preceduto l’inizio ufficiale della kermesse.

Si sta rivelando un documento prezioso il monitoraggio dell’evento di Milano, perché oltre a testimoniare l’intera cronistoria di questa incredibile “occupazione” che mai avremmo voluto vedere sul suolo italiano, fornisce anche analisi, riflessioni e commenti preziosi per comprendere bene a cosa stiamo assistendo, impossibilitati a poterci opporre se non per mezzo della nostra espressione di sdegno per tanta sfacciata ostentazione di potere da parte di un’entità che non ci è amica e che non ha amici in Italia e nel mondo, eccetto tra i suoi simili, i sionisti e i finti anti-sionisti che creano una serie infinita di problemi e ostacoli con i loro inganni celati dietro una facciata di presunta solidarietà con i palestinesi.

Ma mentre qui in Italia gli agenti sionisti ci sbattono in faccia la loro mendace propaganda che vorrebbe farci credere che esista davvero una “Israele diversa da quella che APPUNTO ti aspetti”, in Gaza vediamo il vero volto della “Israele che ti aspetti”, che mai si smentisce e sulla quale c’è poco da equivocare.

In Gaza ci sono emergenze estreme, alcune delle quali si sono aggravate in modo insostenibile dopo il massacro del Ghetto nel 2008/2009. Avevo iniziato a compilare una lista delle emergenze di Gaza, ma mi sono resa conto che è un compito impossibile. La lista è infinita. Ogni singola voce dell'elenco rappresenta di per sé un crimine oltraggioso contro l’Umanità - un crimine che quegli agenti sionisti a Milano vogliono coprire con l'ostentazione della loro inesistente civiltà.

Non sarebbe né possibile né opportuno proporre al popolo della blogosfera la copertura in un singolo post dell’intera gamma di emergenze che affronta il Ghetto di Gaza. Ci limiteremo ad accennare brevemente solo a 4 fra le emergenze più estreme, a cui corrispondono altrettante iniziative di soccorso - con convogli via terra e via mare - da parte della comunità degli attivisti internazionali.

Una delle due spedizioni via mare, organizzata dall'associazione "Miles of Smiles" ha raggiunto il suo obiettivo e ha regalato una bella sorpresa ai cittadini e pazienti di Gaza, di cui la documentazione fotografica in basso. L'altra è stata invece rispedita al mittente, con gravi difficoltà create ai volontari imbarcati sulla nave, lasciando la popolazione di Gaza sprovvista di una fornitura essenziale. Ma sappiamo che gli attivisti sono attualmente in attesa del via libera da parte dell’Egitto per passare in Gaza attraverso la frontiera egiziana. Altri due convogli sono in arrivo via terra. Tutto è illustrato in basso.


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4 Convogli per 4 Emergenze in Gaza


1 - Emergenza forniture mediche - convoglio 'Miles of Smiles'.

Da mesi ormai il web è pieno di articoli vhe mettono sull’avviso circa la grave crisi in cui versano le strutture sanitarie di Gaza e che informano sull’S.O.S. lanciato dalle autorità mediche di Gaza. Come c’era da aspettarsi, questi appelli sono stati ignorati sia dalle Istituzioni Internazionali competenti, sia dai media di massa. L’unica emittente internazionale che ha fornito informazioni a tappeto sull’aggravarsi di un’emergenza particolare tra quelle croniche di Gaza, è stata PressTv, che da anni manda in onda servizi dalla Palestina su base quotidiana.

Negli ultimi mesi i corrispondenti da Gaza informavano, giorno dopo giorno, in merito alle condizioni disperate in cui versano i pazienti in degenza nelle strutture ospedaliere di Gaza, specie quelli sottoposti a dialisi. Israele - così dicevano i corrispondenti di PressTv, - aveva interrotto il passaggio di forniture mediche in Gaza. Di conseguenza è iniziata la scarsità di farmaci essenziali, come antibiotici, anestesie, medicinali salva-vita, e oggetti comuni ma indispensabili per un’assistenza sanitaria che garantisca la salvaguardia del paziente da infezioni. Si è venuta a creare, insomma, la peggiore emergenza medica mai subita in Gaza dalla fine di Operazione Piombo Fuso.

I titoli degli articoli e video-reportage di PressTv elencati di seguito illustrano bene la gravità della situazione e gli appelli disperati lanciati dalle autorità di Gaza.

http://www.presstv.ir/detail/182625.html
- ARTICOLO:
‘Gli ospedali di Gaza in crisi sanitaria’ – Il Ministero della Sanità Palestinese dichiara che Gaza affronta una crisi sanitaria senza precedenti a causa della carenza di carburante e farmaci negli ospedali.

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http://www.presstv.ir/detail/182975.html
- VIDEO:
‘Gli ospedali di Gaza in estrema necessità di farmaci’. Il governo di Hamas dichiara che i pazienti di Gaza hanno urgente bisogno di aiuto, dato che gli ospedali affrontano gravi carenze di medicinali.

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http://www.presstv.ir/detail/183990.html
- VIDEO : ‘Il settore sanitario di Gaza sull’orlo del collasso’ – Il Ministro alla Sanità Basem Naem dichiara che il settore sanitario di Gaza è sull’orlo del collasso a causa della grave carenza di forniture mediche provocata dal lungo assedio imposto da Israele.


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http://www.presstv.ir/detail/184426.html
– ARTICOLO : ‘Gli ospedali di Gaza in condizioni critiche’ - Le autorità sanitarie affrontano una grave carenza di farmaci causata dal blocco di Gaza da parte di Israele, che dura da anni.

* * *

L’unica reazione che abbiamo potuto riscontrare a livello istituzionale è il rapporto pubblicato soltanto due giorni fa, da parte della ‘Organizzazione Mondiale della Sanità' - WHO - dal titolo ‘La carenza di medicinali e altre forniture mediche in Gaza’. Altrimenti assistiamo al silenzio assordante da parte delle istituzioni mondiali competenti.





Poi qualche giorno giorno fa, improvvisamente, riceviamo una bella sorpresa. Si erano interrotti i programmi regolari di PressTv, perché il corrispondente di Gaza aveva chiesto il collegamento in diretta.

Diceva Yousef al-Helou: «Abbiamo appena ricevuto la notizia che è in arrivo nelle prossime ore una delegazione di volontari internazionali arrivati al porto egiziano di El-Arish, vicino a Rafah, a bordo di una nave salpata da Venezia». La notizia aveva colto tutti di sorpresa.

Evidentemente era stato mantenuto il silenzio stampa sulla spedizione per non compromettere la possibilità per il convoglio di entrare in Gaza. Informava il corrispondente di Gaza: «Per ora sappiamo solo che si tratta di un gruppo di attivisti internazionali, che accompagnano un carico di forniture mediche, attrezzature ospedaliere, strumenti chirurgici, ambulanze, protesi e sedie a rotelle per i disabili».

Successivamente, durante il secondo collegamento, Yousef informava gli spettatori di PressTv che i volontari erano davvero arrivati in Gaza (non ci speravamo!), che erano stati accolti con gioia dalla popolazione, dalle autorità del governo di Hamas, e perfino dalla banda militare di Gaza. Diceva Yousef: «Tra i volontari ci sono anche medici e infermiere. Dichiarano che rimarranno in Gaza per almeno una settimana, per assistere le autorità mediche con la sistemazione delle forniture e per incontrare i pazienti in degenza e fare visita ai disabili di Gaza».

Il giorno dopo PressTv ha mandato in onda il reportage sull’arrivo del convoglio in Gaza. Di seguito le immagini e il link al video. Poi in basso le informazioni su un altro convoglio partito per venire in soccorso di un’altra, gravissima emergenza sanitaria strutturale di Gaza, ma che è dovuto ripartire perché attaccato in mare dalla marina militare israeliana, ed è attualmente in attesa del via libera da parte delle autorità egiziane per partire alla volta del porto egiziano di El-Arish e consegnare il prezioso carico alle autorità di Gaza.



Arriva in Gaza il convoglio umanitario ‘Miles of Smiles’



La spedizione umanitaria arrivata in Gaza questa domenica, 19 giugno, porta il nome di “Miles of Smiles 3” (miglia di sorrisi, n. 3). Gli attivisti hanno viaggiato per migliaia di miglia «per portare un sorriso al popolo di Gaza»: da questo il nome della spedizione. I 53 volontari di diverse nazionalità hanno dichiarato che si erano attivati appena nota la grave crisi sanitaria di Gaza, ma che l’intento principale era di portare la loro solidarietà al milione e mezzo di Palestinesi che vivono in condizione di assedio totale imposto da Israele, che blocca da 5 anni ogni accesso via terra, aria e acqua alla Striscia di Gaza.

In Basso: come annunciato dal reporter di PressTv in Gaza, eccoli che arrivano i volontari internazionali che hanno accolto l’appello urgente delle autorità mediche di Gaza. Dai tempi dell’Operazione Piombo Fuso sono morti oltre 300 pazienti a causa dell’impossibilità di accesso a cure efficaci, dovuta alla carenza di forniture mediche adeguate e al divieto di uscire da Gaza per accedere a cure altrove.





In basso. Il convoglio via mare, partito da Venezia e arrivato in Gaza in tutta segretezza, comprende 15 veicoli, tra cui anche ambulanze e veicoli a comando elettrico per pazienti disabili, e trasporta 30 tonnellate di forniture mediche e latte in polvere.




In alto. Ecco una fila infinita di sedie a rotelle, testimoni sinistri e silenziosi delle innumerevoli vittime della ISRAELE CHE TI ASPETTI, che ha provocato tanti mutilati e paralizzati con le ‘meraviglie della tecnologia israeliana’ (ostentate a Milano) che si abbattono ogni giorno sulla popolazione inerme di Gaza.

In basso. Un paziente disabile ringrazia i volontari arrivati con il convoglio.


In seguito, durante una conferenza stampa tenuta presso un magazzino per lo stoccaggio di forniture mediche, l’organizzatore del convoglio Issam Yousef ha raccontato: «Dal ministero della sanità di Gaza abbiamo saputo che 70 neonati rischiavano di morire a causa dell’esaurimento di scorte di latte in polvere. Abbiamo quindi portato anche 40.000 confezioni di latte in polvere di alta qualità, che dovrebbero coprire le necessità di un anno intero».

Il premier di Hamas, Ismail Haniyah, ha dato personalmente il benvenuto agli ‘angeli’ venuti in soccorso dei pazienti di Gaza. Durante la successiva conferenza stampa, il premier ha dichiarato che «i convogli che forzano il blocco di Gaza contribuiscono a smascherare il vero volto dell’occupatore della Palestina e i suoi crimini contro il popolo Palestinese. Israele attualmente tenta di ingannare il mondo, facendo credere che il blocco di Gaza sia finito perché il passaggio di Rafah è parzialmente aperto al transito di persone - ma con enormi restrizioni, mentre queste delegazioni in arrivo con i loro indispensabili convogli sono la prova della terribile realtà che affronta Gaza e dell'inganno di Israele».

Ecco il link al video di PressTv sull’arrivo in Gaza dei volontari internazionali
http://www.presstv.ir/detail/185439.html

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2 - Emergenza fogne a cielo aperto - arriva nave malese con tubature, ma Israele attacca.

All’emergenza medica di Gaza, si somma quella sanitaria creata dalla disastrosa condizione in cui versa il sistema fognario di Gaza, gravemente danneggiato durante il recente bombardamento israeliano, e ora quasi completamente a cielo aperto e causa di tante malattie tra i bambini.

Solo un mese fa era arrivata in prossimità di Gaza, in tutto silenzio, una nave battente bandiera malese, la ‘Finch’ - ma con a bordo volontari di varie provenienze, che trasportava un carico di tonnellate di tubature per riparare il sistema fognario di Gaza, ma L’ISRAELE CHE TI ASPETTI aveva negato l’attracco della nave a Gaza. Non solo: la marina militare aveva aperto il fuoco e intimato al capitano di cambiare rotta immediatamente, pena l’affondamento della nave. In seguito, alla nave è stato vietato perfino l’attracco ai porti del confinante Egitto, e per i passeggeri e l'equipaggio si era venuta a creare una situazione di emergenza a bordo: scarseggiavano acqua e viveri, comunque non sufficienti per il viaggio di ritorno. Non mi dilungo sul calvario affrontato dalla spedizione, ma alla fine la nave è dovuta ripartire senza potere consegnare il prezioso carico destinato a Gaza, e senza avere la certezza di poterlo consegnare in un futuro prevedibile.

Perché all’ISRAELE CHE TI ASPETTI – al popolo che si dichiara ‘La Luce delle Nazioni’ – non importa un fico secco se i Palestinesi muoiono di emergenza sanitaria, o di fame, o direttamente a causa delle bombe o del fosforo bianco, visto che ‘si ostinano’ a non abbandonare le terre e consegnarle volontariamente all’occupatore illegale.


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3 - Emergenza disoccupazione e sviluppo economico - convoglio ‘Trade not Aid’

- Il noto attivista Ken O’Keefe ha annunciato la prossima partenza di un convoglio via terra per rispondere ad un’altra emergenza estrema: quella relativa allo stato deplorevole dell’economia e del commercio di Gaza. L’emergenza disoccupazione di Gaza vede il numero di disoccupati salire ormai al quasi 50% di adulti abili, mentre lo sviluppo economico è impedito dal divieto di importazione di materie prime e macchinari per la produzione artigianale e industriale, unito al divieto di esportare prodotti palestinesi.

Come sappiamo, dopo aver preso parte alla spedizione della Mavi Marmara, Ken O’Keefe si è trasferito in Gaza, dove sta ora organizzando un progetto per implementare e commercializzare la produzione di oggetti di artigianato artistico prodotti dagli artigiani di Gaza. Il convoglio via terra di cui Ken si sta occupando porta il nome di “Trade-not-Aid Convoy”, e cioè “Non assistenza ma commercio” e servirà a fare arrivare in Gaza il materiale per l’avvio di produzioni artigianali. Di questo progetto parleremo in modo più esteso in un prossimo post, perché si tratta di un’iniziativa molto articolata che merita particolare attenzione.

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4 - Emergenza acqua potabile e corrente elettrica - in arrivo il convoglio ‘Africa for Gaza’.

- Un altro convoglio via terra è in arrivo dal Sud-Africa. Il carico comprende materiale necessario per affrontare altre 2 gravi emergenze di Gaza: la terribile scarsità di acqua potabile, e la carenza di corrente elettrica causata dalla mancata fornitura di carburante per le centrali elettriche - che peraltro l’ISRAELE CHE TI ASPETTI prende spesso di mira nelle sue incursioni aeree su Gaza, sganciando bombe per distruggere gli impianti. Mentre Israele riceve da decenni gas e petrolio ad un terzo del prezzo di mercato che il resto del mondo invece paga per intero. Il carico in arrivo dall’Africa comprende, tra l’altro, generatori di corrente ad uso domestico e impianti di depurazione e de-salinazione dell’acqua.

Di questi due convogli in arrivo via terra relazioneremo in altro post della presente serie ‘Verso Gaza’. E continueremo ad aggiornarci anche sul progresso della spedizione via mare per la fornitura di tubature destinate al sistema fognario di Gaza.

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