lunedì 28 settembre 2015

Cosa è andato a fare il sindaco di Roma nella città statunitense di Filadelfia?

Il Personaggio ritorna, non gradevolmente, alla mia memoria per due o tre cose che so di lui. Una prima volta, in fase di campagna elettorale, quando girava per le strade a raccogliere voti. Mi era così capitato davanti, letteralmente davanti, senza per nulla andare io alla sua corte, ai suoi comizi. Ne approfittai per porgli una domanda su quegli argomenti che a me stavano a cuore, in materia di libertà di pensiero, non già di costumi sessuali. E cosa fece il Tizio? Girò letteralmente i tacchi senza neppure azzardare una risposta. Lo vidi scomparire come un bolide. Vidi le sue terga, le sue preziose natiche.

Insediatosi al potere cittadino, non potrò mai dimenticare il suo primo e forse unico atto di governo: negare la sepoltura ai morti, o meglio a Un morto in particolare, che pure era morto con tutti i cristiani sacramenti ed avrebbe avuto per lo meno il diritto alla sepoltura, beninteso senza clamore e nella più assoluta discrezione e privatezza. Incredibile a dirsi e a pensarsi, ma quel diritto umano elementare fu negato! Non sono un credente nei castighi divini, per le cattive azioni degli uomini, ma non posso non restare impressionato da una Nemesi che fa pensare a un intervento del Cielo: i funerali Casamonica celebrati in pompa magna e con il beneplacito di Santa Madre Chiesa. Questo si è ben meritato Roma, governata dal Sindaco Marino, per aver negato ad altri cristiana sepoltura! Quanta ipocrisia ed amnesia: ci si scandalizza per un atto positivo: celebrazione di funerali, pur leciti, di un personaggio, discusso finché era in vita, ma anche lui mortale; non si fa menzione di un più spregevole e sacrilego atto: negazione della sepoltura cristiana ad un morto con tutti i sacramenti cristiani.

Voleva andare alla manifestazione della famiglia in Filadelfia (città americana da non confondere con l’omonimo comune di Filadelfia in Calabria) il “cattolico” Sindaco Marino, novello Riformatore, sedicente cattolico, alla presenza del Papa, al quale magari avrebbe voluto insegnare lui il nuovo percorso della Felicità, specialmente in materia di famiglia, di libera sessualità, matrimonio omosessuale, adozioni pertinenti: “si amano”, “sono felici”, ecc., questa la fraseologia che è vagamente rimasta impressa nella mia memoria... senza ulteriore dissertazione su sconcerti altrui. Divertente il gioco delle smentite e contro-smentite per la curiosa presenza in Filadelfia, quando chiunque abiti a Roma e voglia ascoltare il Papa, basta che si rechi in piazza San Pietro. Ma Lui doveva andare in Filadelfia d’America. Ho detto divertente la successione dei testi dei comunicati? Mi correggo:  no, penoso. E non staremo a farne qui filologia. Ma cosa aveva in testa? Voleva prendere per i fondelli pure il Papa? Che lo faccia con noi cittadini comuni. E passi pure! Ma il Papa... un papa, sulla cui legittimazione a essere papa non è affar mio metter lingua... Non è questo il senso delle mie osservazioni. Troppo difficile per me addentrarmi negli sconquassi della teologia post-conciliare.

Terminiamo questa nota estemporanea con un nostro chiodo fisso: il senso della “rappresentanza politica”, questo istituto per il quale un Tizio si ritrova eletto in una carica che poi sbatte in faccia non solo a chi lo ha eletto (per insondabili motivi), ma a quanti non hanno minimamente pensato di eleggerlo. Ineffabile la faccia con la quale l’Uomo si attacca alla poltrona scandalo dopo scandalo, potendo esisibire un solo atto di governo: la negazione di sepoltura ai morti, ad Un morto (quindi discriminazione post mortem al diritto dei vivi di poter contare sulla propria sepoltura) e celebrazione di matrimoni... non cattolici, perfino in violazione delle leggi sulla registrazione dei matrimoni contratti all’estero!


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