lunedì 14 settembre 2015

«Paura della gente» davanti ai “migranti” o presa per i fondelli da parte dei politici e dei media? - Analisi della propaganda.

Non sarò lungo. Solo una breve riflessione davanti a una “emissione” televisiva dove appariva un sottosegretario la cui bocca si apriva per proferire parole vuote, suoni senza senso nell’assoluta certezza di una mancanza di contraddittorio e di contestazione da parte dei “cittadini”, peggio che “sudditi” degli antichi regimi precedenti la rivoluzione francese. A seguire, dopo il concerto canoro del sottosegretario, si passa il microfono all’«esperto» di un primario quotidiano. Il suo compito è di dare una patina di approfondimento alla vuotezza del sottosegretario. E cosa ti dice l’«analista», l’«esperto» giornalistico che domina tutto il mondo degli accadimenti quotidiani?

Dice che in fondo non si può ignorare la «paura della gente», la cui colpa, deplorevole colpa non è tanto quella di dare consistenza (elettorale: giacché tutto si misura sempre e soltanto in termini elettorali: chi non vota è un fottuto che neppure merita menzione di stampa) ai partiti “populisti” (nuovo termine della neolingua, da affiancare a collaudati termini demonizzanti: ( fascista o neofascista, nazista o neonazista,  “bestie”, “razzisti”, “xenofobi”, “omofobi”, “antisemiti”, ecc.); quanto quella di condizionare i programma elettorali dei partiti tradizionali, sistemici, bipartisan, che devono adattare la loro propaganda a una indubbia e crescente “paura della gente”, più o meno metaforicamente portata al macello... Di quella gente che fatica a capire come si possano e si debbano dare 35/37 euro a ogni migrante “accolto” mentre cresce il numero dei disoccupati italiani, costretti a rovistare nei cassonetti o a darsi al suicidio, o mentre vengono tolte le pensioni, decurtati gli stipendi... Il “reddito di cittadinanza” viene deriso in quanto irrealizzabile, giacché non ci sarebbero le risorse che invece ci sono (“fuori dai limiti di bilancio”, si sente dire) per i “migranti”... 

Siccome i cittadini non lo capiscono, ecco che diventano “bestie” che vanno ad alimentare il “populismo”. Quegli stessi cittadini che non capiscono come a un Geddafi pochi mesi prima si andasse a baciare la mano, sottoscrivendo un solenne trattato di amicizia italo-libico subito violato. Ma il punto sul quale ci si vuole ora concentrare è il seguente, è la questione della verità:

Hanno di che aver “paura” i cittadini o le loro paura sono immotivate? Sembra che i mezzibusti televisivi e i loro “esperti” riconoscano che le paure, le preoccupazioni siano fondate. La loro preoccupazione non è però il rispetto e il riconoscimento della verità, e quindi una politica governativa conseguente alla verità dei fatti e delle situazioni. Ciò che loro importa è la conservazione del loro potere anche mediatico. E quindi che dalla “paura della gente” non possano trarre vantaggio dei partiti concorrenti e che non vengo comunque compromesso il potere governativo, di cui si riconosce in tal modo la natura: non un soggetto che esiste per rendere un “servizio” al popolo, la “protezione” hobbesiana davanti a ogni minaccia di sicurezza, ma un soggetto che al contrario esiste per meglio organizzare l’asservimento del popolo davanti a chi esercità il potere, senza neppure ormai la finzione di un’avvenuta investitura popolare a seguito di “elezioni” ormai sempre più squalificate come istituto politica della democrazia.

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