mercoledì 21 settembre 2016

Paolo Becchi e Cesare Sacchetti: «Il M5s ha violato le sue stesse regole: è l’inizio della fine per il Movimento?»

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Anche questo articolo, come il precedente mi giunge direttamente nel suo file di testo ed ignoro al momento se è apparso in qualche quotidiano: ne darò i riferimenti, appena e se noti. I temi toccati sono quanto mai trancianti. Qui però vorrei aggiungere di mio una severa critica a tutta la pletora degli attivisti romani. Non è che le cose non si sapessero o non si potessero prevedere. Non è che non ci fossero state le “coltellate alle spalle” di cui icasticamente parla il governatore della Campania, Vincenzo De Luca. Si è scelta la possibilità, regalata dalla contingenza politica, di andare comunque al potere: si sarebbe poi visto. I famosi tavoli tecnici di lavoro, se fossero stati davvero dei tavoli tecnici, avrebbero dovuto consentire un decollo ordinato della nuova amministrazione capitolina. Invece, erano dei centri di formazione delle cordate e di spartizione dei voti. Da questi “tavoli tecnici” non è venuta nessuna di quelle competenze tecniche di cui la cittadinanza ha disperato bisogno. Anzi, posso dire, per quanto a me noto, che sono stati congegnati proprio per allontanare le competenze tecniche, avvertite come una pericolosa concorrenza per il salto sulla diligenza.

 AC

IL M5S ha violato le sue stesse regole: è l’inizio della fine per il Movimento?
Di Paolo Becchi e Cesare Sacchetti

C’era un film di qualche anno fa dal titolo “L’aereo più pazzo del mondo”, nel quale i passeggeri di un volo di linea sono protagonisti di innumerevoli disavventure comiche, guidati da un equipaggio allo sbando che non riusciva a governare più l’aereo. Il M5S a Roma dà esattamente la stessa impressione, quella di un equipaggio completamente alla deriva che non sa più quale sia la rotta da seguire. Dopo la pioggia di dimissioni a catena innescate dall’ex Capo Gabinetto Raineri, sono seguite le dimissioni dell’Assessore al bilancio Minenna e dei dirigenti di AMA ed ATAC, è arrivata la conferma ufficiale che sia Virginia Raggi sia l’Assessore all’Ambiente, Paola Muraro, erano informate già dal 18 luglio dell’iscrizione nel registro degli indagati di quest’ultima avvenuta il 21 aprile 2016. Le dichiarazioni della Raggi e della Muraro vengono rilasciate davanti all’audizione della Commissione Eco-Mafie, davanti alla quale viene confermato che le due signore hanno clamorosamente mentito ai propri elettori e ai cittadini romani, quando affermavano in precedenza di non essere a conoscenza di alcuna notizia di indagine nei confronti di Paola Muraro.

Virginia Raggi ha precisato di aver informato il direttorio del Movimento di questa situazione, ma è lo stesso organismo che guida politicamente il Movimento  a smentire la versione del sindaco. Sembra di rivivere la situazione di qualche mese addietro nel comune di Quarto, quando il sindaco  Rosa Capuozzo dichiarò di aver informato il direttorio dell’indagine per voto di scambio dell’ex consigliere De Robbio, e anche in quella circostanza i membri del direttorio  si smarcarono e smentirono la versione della Capuozzo. A quanto pare nel M5S sembra di ripercorrere gli stessi accadimenti in maniera ciclica, ma Quarto non è Roma.

Un dato è certo: il M5S ha violato le sue stesse regole di trasparenza. Se si legge il “Codice di comportamento per i candidati ed eletti del Movimento 5 Stelle alle elezioni amministrative di Roma 2016” e precisamente la disciplina delle sanzioni all’art. 9 si troverà scritto che “Il Sindaco, ciascun Assessore e ciascun consigliere assume l’impegno etico di dimettersi se, durante il mandato, sarà condannato in sede penale, anche solo in primo grado. Assume altresì l’impegno etico di dimettersi laddove in seguito a fatti penalmente rilevanti venga iscritto nel registro degli indagati e la maggioranza degli iscritti al M5S mediante consultazione in rete ovvero i garanti del Movimento decidano per tale soluzione nel superiore interesse della preservazione dell’integrità del MoVimento 5 Stelle.” A questo punto appare del tutto evidente, sulla base di quel codice (peraltro a nostro avviso allucinante) che Paola Muraro debba dimettersi perché in flagrante violazione di questa prescrizione dal momento che non solo è stata confermata l’ufficialità dell’indagine per abuso d’ufficio a suo carico, ma appare ancora più grave che abbia nascosto questa importante notizia all’opinione pubblica, con il consenso del Sindaco Raggi.

La condotta della Raggi allo stesso tempo non spicca certo per correttezza ed etica, un tempo supremo vessillo che distingueva i candidati grillini dalla palude politica. Onestà, bla, bla, bla… ve lo ricordate, ebbene è proprio il Sindaco ad aver avallato la condotta scorretta dell’Assessore Muraro, e la giustificazione di aver informato il direttorio di questa circostanza non può essere certo considerata un alibi. Ad ogni modo, non era ” lo scaricabarile” considerato una pratica della peggiore politica di palazzo che il M5S aveva giurato di distruggere? I cittadini romani hanno eletto Virginia Raggi o un  direttorio e un mini-direttorio  privi di qualsiasi legittimazione giuridica e democratica? Appare del tutto evidente che dopo il caso Muraro, il M5S ha definitivamente superato il punto di non ritorno passato il quale non potrà mai più rivendicare alcuna verginità politica né presunta superiorità morale nei confronti dei suoi avversari.

 Di fronte alla circostanza di un’indagine penale, i grillini si stanno  comportando  come e peggio dei suoi predecessori. Difatti, se si scorre nuovamente il suddetto codice di comportamento, all’art. 5 si troverà la voce “trasparenza”, sotto la quale il sindaco eletto si impegna a informare i cittadini delle sue attività durante il suo mandato attraverso lo strumento di YouTube. Ovviamente i video e lo streaming on line sono solamente utili quando si tratta dei propri avversari oppure quando si tratta di mostrare le stanze del Campidoglio, con figli e familiari.

Una giunta formata da improbabili personaggi in cerca di autore,  vincolati da una sorta di contratto  che giustamente la Appendino si è rifiutata di firmare, e sostenuta da personalità tecniche, sarà priva in partenza delle qualità politiche e amministrative che servono a gestire una macchina complessa come quella capitolina. Anche la nuova scelta dell’ assessore al bilancio è sbagliata. Come lui stesso dichiara è stato convinto “dall’amico Sanmarco”, guarda caso il titolare  dello studio dove aveva lavorato la Raggi. Altro che scelta condivisa in streaming. Anche ammesso  che sia una persona giusta, è la persona giusta, ma nel posto sbagliato.  E la persona giusta, come tutti sanno, c’era e avrebbe rilanciato tutto  il Movimento. Scelte sbagliate in questo caso una seconda volta, scelte  sbagliate  in partenza come la Muraro , un sindaco paralizzato che si trova impossibilitato a governare perché eterodiretto da un direttorio e da un mini direttorio che impediscono  la normale gestione dell’amministrazione comunale. Beppe Grillo che comunica via sms le direttive da seguire. Ma è così che si governa Roma?

 Questo caso tra l’altro ha fatto anche emergere le mille contraddizioni che dilaniano il M5S, quando abbiamo assistito alla notte dei lunghi coltelli in salsa grillina con il mini-direttorio romano formato dal duo delle badesse Taverna-Lombardi che fa lo sgambetto all’odiata Virginia, per la troppa visibilità mediatica che  oscurava entrambe. Uno spettacolo disgustoso. Dall’ uno vale uno al tutti contro tutti, ecco quello che ora sta succedendo a Roma e sulla pelle dei romani.

 L’unico vero capo del Movimento era Gianroberto Casaleggio, solo la sua presenza, la sua autorità,  riusciva a frenare i protagonismi dei personaggi più in vista dell’universo grillino. Scomparso lui, chiunque si sente legittimato a impugnare lo scettro. E non è affatto detto che Grillo con il Vinavil riesca a incollare i cocci di un Movimento  che preso dalla frenesia del potere ha rinunciato ai suoi principi e alle sue visioni politiche. Un Movimento  con espulsi  reintegrati  perché cacciati  sulla base di un regolamento  illegale, con un sindaco che aspetta da mesi di sapere se fa ancora parte del Movimento o meno, con un nuovo  regolamento  che doveva essere approvato in rete, ma di cui  poi  non si è saputo più nulla e le votazioni sono saltate. E questo il  partito che  aspira a governare l’Italia?

 Faranno intervenire lo spirito del padre facendo parlare il figlio Davide? E con quale autorità, forse  quella che gli deriva dalla guida dell’azienda, la Casaleggio & Associati? Vengono in mente le parole di Paola Taverna di qualche mese fa: ”c’è un complotto per farci vincere”. Al momento sembra che l’unico complotto sia quelle del Movimento contro sé stesso. Comunque vada a finire il M5s ha  già tradito la sua stessa ragione d’essere, quella di restituire la politica ai cittadini, e quando la bolla  scoppierà e gli italiani si accorgeranno del bluff saranno cazzi amari per chi, come Di Maio, sogna di sostituire Renzi.  È solo questione di tempo.

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