mercoledì 23 giugno 2010

Freschi di stampa: 43. Mario Moncada di Monforte: «Israele uno stato razzista (anche verso gli ebrei non europei)».

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Questa volta ho voluto aspettare di leggerlo tutto, fino all’ultima pagina, il libro la cui uscita nelle libreria mi è stata segnalata da un amico, che ne parlava in termini entusiastici. Il libro era già stato venduto e ne ho dovuto chiedere una nuova copia per me. Buon segno per il libro che ha evidentemente un riscontro di pubblico. Il libro si apre con una presentazione oltremodo positiva di Paolo Barnard. Eppure fin dalle prime pagine qualcosa non mi convinceva. Non che abbia da dirne male e da inserirlo nella rubrica “Delenda”, qui aperta a proposito di un libro non recente di Giorgio Israel, che avrà nella stessa rubrica una nutrita compagnia. No! Il libro di Moncada è da approvare con voto positivo, diciamo un sei e forse un sette e perfino l’otto, ma il dieci onestamente non mi sento di dargliere. E cercherò di spiegare il perché con un discorso delicato, difficile e perfino pericolo in tempi di regime e di censura: sappiamo di essere sotto tiro. Un sedicente “Osservatorio del Pregiudizio Antiebraico” è all’opera ed in servizio permanente effettivo per contro del Pregiudizio Ebraico, ricevendo perfino 300.000 all’anno su una legge a firma Alessandro Ruben, uomo che ha curato – leggiamo qui – i rapporti di Gianfranco Fini con Israele e per questo è stato gratificato di un seggio in parlamento, dove ormai si accede non per “elezione” ma per “nomina”, se che ne ha il potere ti mette in lista fra i primi numeri che risultano automicamente sui voti di lista. Fra poco aboliranno anche la formalità del voto degli elettori e ciò sarà certamente un fatto positivo per le finanze pubbliche: quelle attuali sono elezioni farsa che non hanno nulla a che fare con la democrazia e costano parecchi soldi, che vengono tolti altrove, anche riducendo gli stipendi dei pubblici dipendenti.

Ma veniamo al libro di Moncada. All’amico Barnard dirò con franchezza quello che trovo sbagliato nel libro, mentre sottoscrivo senz’altro la denuncia di un “razzismo” israeliano che proprio in questi giorni sta venendo fuori nei mainstream senza che se ne sappiano tirare fuori le conclusione: è un episodio di “razzismo” la discriminazione di una certa ortodossia ebraica verso altro ebrei sefarditi, i cui figli non vengono ammessi nelle scuole dei primi. Bisogna stare anche attenti sull’uso dell’espressione “ortodossia”, perché quelli che vengono definiti comunimente sempre dai mainstream “ortodossi” e perfino “ultraortodossi” non avrebbere invece, secondo altri, ad esempio Neturei Karta, nulla a che fare con il giudaismo per il fatto stesso di risiedre in Israele, ossia in una Palestina occupata, dalla quale sono stati espulsi i suoi legittimi abitanti, veri ed unici semiti della regione, ad opera dei sionisti, che provengono da 104 diversi stati della terra, portando con sé tutte le loro differenze ed i loro antagonismi e perfini i loro opposti razzismi.

Non sapevo nulla della “Burkina” prima di leggere il libro di Monforte, che riprende semplicemente da giornali israeliani. Cosa è la burkina? Lo potete subito vedere nella foto qui annessa. Lo sapevate che il Burka è portato anche certe frange dell’ebraismo? Io no! Eppure, proprio nella lotta contro il Burka si è concentrata da parte dell’«odio» e del «pregiudizio ebraico» verso l’Islam una delle loro più stupide ed incivili campagne di «odio» nello fin troppo scoperto tentativo di portare l’Occidente (= costruzione ideologico che crolla davanti ad un’analisi critico-filologica) in guerra contro tutto il mondo islamico, il quale una volta sconfitto e asservito come lo è stato all’Europa, verrebbe poi gravato dello stesso “debito morale dell’Europa verso Israele”, secono le parole di Arturo Diaconale in un loro recente raduno, presenti gli strateghi della propaganda italiano contro l’Islam e l’Iran, che si vorrebbe vedere distrutto come l’Iraq e l”Afghanistan, a beneficio di una democrazia che non esiste neppure negli USA, come afferma Noam Chomsky in un suo libro, Stati falliti, di cui parleremo nella prossima scheda. Ma ecco che noi, difensori del diritto di ognuno di vestirsi come meglio crede, scopriamo che esiste anche la Burkina! I Diaconale, i Panella, i Feltriani non ce l’avevano detto e noi sapendolo da Moncada ci stiamo sbellicando dalle risate, di fronte a tanta ipocrisia e a una così stupida propaganda di guerra.

(segue)

sabato 12 giugno 2010

VERSO GAZA: Homepage

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Viene qui dato in una stessa pagina il quadro di unione di tutti i post e le notizie collegate con la vicenda delle navi israeliane che fin dal suo esordio hanno tentato di rompere il blocco di Gaza. Noi stimiamo che il tentativo di rompere l’assedio di Gaza sia l’ultimo episodio di una lunga catena di eventi sanguinosi, le cui remote origini, nel 1882 (Biluim), e le sue scansioni temporali del 1917 (Balfour) e del 1948 (Nakba) con appendice del 1967, vengono deliberatamente ignorate totalità dei media, schierata dalla parte di Israele e assestate sulla linea del “fatto compiuto” legittimante. I media sono parte attiva e non piccolo di un genocidio ancora in atto, ammesso che i termini di “pulizia etnica” e di “genocidio” sono equivalenti. La carta stampata ed i canali televisivi non si limitano ad “informare” come ipocritamente dicono, anzi non informano affatto ed occorre ogni volta saper decostruire ciò che dicono, ma sono essi stessi parte esplicita e determinante dell’operazione genocidio secondo modalità e tecniche proprie della comunicazione, che cercheremo di smascherare di volta in volta.

VERSO GAZA

1. Per la libertà, per la giustizia. – Una flotta di navi parte da Cipro per forzare il blocco israeliano.
2. Video dell’operazioni di carico della navi con rifornimenti per la popolazione assediata.
3. Comunicato dell’Associazione dei Palestinesi in Italia.
4. Israele attacca la Flotilla: carneficina, omissione di soccorso, tradimento della patria. – I politici tacciono e fanno Coop pro Israele.
5. Sequestro di persone e comunicazioni interrotte. - Note in margine ad un “contraddittorio” radiofonico fra Nirenstein e Fassino.
6. Riflessioni etico-politiche sulla strage israeliana a bordo della nave civile turca Marmara.
7. Lista di persone da uccidere preparata in anticipo dall’IDF?
8. Berlusconi sconfessato dal suo ministro degli esteri! – A Ginevra Frattini prende ordini da Netanhayu. - Gli italiani traditi.
9. “Picchiati e rapiti” ed anche “derubati” i nostri connazionali, ma Frattini “ringrazia”.
10. Una strana pretesa della propaganda israeliana, cioè: di imporre i propri filmati dopo aver sequestrato i video degli aggrediti.
11. Corrie circondata. - Tensione in tempo reale. - I media come “fabbrica del falso”.
12. Corrie rapita. – La mancanza di ogni diritto ed il regime di autoesenzione del Tanden USA-Israele.
13. Interviste a Joe Fallisi, anarchico, pacifista italiano sulla nave turca, in YouTube, al suo ritorno da Istanbul.
14. Rassegna Stampa Commentata di prima e dopo il massacro sulla Mavi Marmara.
15. Nota di cronaca in margine alla Manifestazione romana del 4 giugno 2010.
16. Si riparte. Fervono i preparativi per nuove Flotille e già scattano i diffamatori.
17. Peripezie di una nave libica nei mari del luglio 2010.
18. E la nave partirà: dall’Italia “Per la Verità, per Gaza”.
19. «Provocazione» o non piuttosto “vergogna”, per noi tutti, al largo delle coste di Gaza nell’annuncio della nuova Flotilla?
20. Nuova rassegna stampa commentata sulla “Freedom Flotilla Two”.
21. In memoria di Vittorio Arrigoni.
22. L’Omaggio ai Martiri della Freedom Flotilla 1 - Il supporto alla FF2.
23. Due convegni, per capire cosa succede nel mondo arabo, ma con diversa e contrapposta la musica. Annotazioni estemporanee e semiserie.
24. Una corrispondenza da Istanbul, nell’imminenza della partenza della FF2.
25. Riprende la marcia. Comunicato ufficiale da Istanbul.
26. Riprende la navigazione contro il blocco e con essa la diffamazione dei naviganti.
27. Corrispondenza da Istanbul sulla mancata partenza della Mavi Marmara.
28. Quattro convogli per quattro emergenze causate dalla “Israele che ti aspetti”.
29. È partita! - La prima delle due navi francesi, la “Dignité – Al Karama” è in mare.
30. Notizie da Atene, porto di partenza della FF2.
31. Il nome delle altre navi della Freedom Flotilla Two.
32. Silloge delle minacce, delle menzogne, degli atti di sabotaggio e di quanto altro per impedire la partenza della Flotilla II.
33. La “Stefano Chiarini” pronta a partire al largo di Corfù.
34. La “Saoirse”, nave irlandese della Flotilla, sabotata in un porto turco.
35. «L’audacia della Speranza», questa il nome della nave americana.
36. Una mini-FF2 a Londra per attirare l’attenzione di Media e Parlamento.
37. «Tahrir», questa il nome della nave canadese.
38. Nave USA partita, poi catturata in mare dalle autorità greche.
39. FF2-video e foto-cronaca della cattura in mare della Nave USA per Gaza.
40.

mercoledì 9 giugno 2010

Verso Gaza 15: Nota di cronaca in margine alla Manifestazione romana del 4 giugno 2010.

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Ricevo per posta privata il testo che allego, ma che si trova già pubblicato con commenti in corso sul sito da dove il testo originale proviene ed al quale si rinvio. Qui voglio dare un’appendice di informazione. Ero anche io presente alla manifestazione di cui si parla e di cui avevo letto che avrebbe dovuto essere una manifestazione nazionale, che sarebbe partita da Piazza della Repubblica per confluire a Piazza del Popolo. Mi aspettavo una manifestazione analoga a quella del 17 gennaio 2009, quando l’operazione “Piombo Fuso” non era ufficialmente ancora terminata: in realtà, non è mai terminata. Mi sembra invece che in realtà si trattava di una manifestazione soltanto “romana” con molte bandiere rosse e falci e martello. Ho riconosciuto quelli di “Forum Palestina” con i quali non ho più nulla a che fare. Decido lo stesso di unirmi alla manifestazione anche in nome e per solidarietà all’italiano Joe Fallisi, che era sulla nave “8000” e che fa parte dei 6 italiani catturati, picchiati e derubati dagli israeliani. Senza nessun cartello o altro percorro la manifestazione più volta dalla testa alla coda. Una manifestazione assolutamente pacifica e ordinata. Una manifestazione si esprime attraverso i suoi slogan e i suoi cartelli, spesso assai significativi e azzeccati, come quello “media = fabbrica del falso”. Non ho portato con me nessuna macchina fotografica, preferendo vedere con i miei propri occhi. Ho seguito tutta la manifestazione fino quasi alla sua conclusione in Trinità dei Monti. Me ne sono andato un po’ prima, perché non mi sentivo bene. Avevo uno strano mal di pancia, mai avuto prima e per fortuna poi passato a casa senza conseguenze. Ma per ritornare ho fatto credo le stesse strade che sono menzionate nel racconto che segue: da via dei Condotti a via del Corso dove ho preso un autobus. Nessuno avrebbe potuto farmi il trattamento di seguito descritto, perché di fatto indistinguibile dai comuni passanti, a meno che non avessi avuto qualcuno alle costole. Ma ecco l’incredibile racconto, al quale aggiungerò di seguito alcune considerazioni valide per il futuro:
«Mentre stanno strillando che "gli ebrei" sarebbero stati insultati durante il corteo per la Palestina, ecco una testimonianza di cosa è successo quel giorno:


http://roma.indymedia.org/node/21217

Noi, pestati dalle Mini SS di Roma

Lun, 07/06/2010 - 09:53

Dodici ore dopo, ancora non ci credo. Ancora quel senso di frustrazione, rabbia. Saranno i 3 mesi di corso sulla non violenza, la comunicazione orizzontale e tutte le belle parole che poi ti chiedi a cosa sono servite.

Eravamo alla manifestazione di venerdì. Poche bandiere, qualche slogan,mamme velate con bambini nel passeggino, qualcuno vende fischietti, qualcun altro una kefiah, più una rimpatriata di amici che altro. Una bella atmosfera. Dopo un’oretta di chiacchiere, il corteo si muove, direzione piazza del Popolo. Da piazza della Repubblica risaliamo via Orlando, poi scendiamo a piazza Barberini, due chiacchiere, una birra. A Trinità dei Monti ormai ci siamo tutti sciolti. Dietro di noi, un’armata di carabinieri in assetto antisommossa - «e che deve succedere??» -. Ci fanno quasi pure ridere.

Dai, sono le sette e mezzo, io e Sergio decidiamo di rincamminarci verso la stazione. Prendiamo la metro? No dai, è bello, facciamo due passi per Roma.

Risaliamo via di Quattro Fontane, poi svoltiamo per tornare in piazza S. Susanna. Sempre in chiacchiera. Nessun distintivo, nessuna bandiera. Siamo due passanti come tanti altri, l’idea nemmeno mi sfiora il cervello.

All’incrocio con la piazza, quattro pischelli in motorino, polo col colletto rialzato, casco a “scodella”, ci chiedono, senzanemmeno troppo fingere di fare gli attori, se «le strade erano libere, la manifestazione è passata, è finita, mavoi venite da lì?». Non ci torna, malì per lì non ci pensiamo. Certo, salta agli occhi che mai avrebbero pensato di unirsi alla manifestazione. Io, ingenuamente, penso che forse «volevano solo evitarci» a noi zecche comuniste che manifestiamoper quel popolo ancora più zecca e comunista dei palestinesi.

Proseguiamo, arriviamo in piazza S. Susanna, svoltiamo a destra per via Orlando. Succede inun attimo.
Il ragazzetto dal colletto rialzato si avvicina da dietro, finge una telefonata al cellulare. Sergio lo vede con la coda dell’occhio, io sento soloun botto, il botto del casco sulla testa di Sergio. Agguanta Sergio da dietro e inizia a colpirlo violentemente con il casco. Lo stringe, lo butta a terra sul marciapiede e continua a picchiarlo con il casco, gli tira dei calci in petto. È un pestaggio in piena regola.

Io inizio ad urlare. Nonmi viene in mente di strapparlo, di tirargli un calcio, nonostante tiri calci per sei ore alla settimana, ma urlo come una pazza, lo inseguo in quei tre metri tra marciapiede, macchine parcheggiate e strada. Accanto, in strada, gli altri tre lo aspettano in motorino. Lui, finita la sua bravata, urla un «Forza Israele» che suona più fuori luogo che mai, montain sella e scappano. Dieci secondi di terrore. Di rabbia, di un’aggressione più inutile e gratuita che mai.

Rimaniamo lì, nella folla dei passanti, increduli, mentre spiego al 113 che sì siamo stati aggrediti, no non ci siamo fatti male, sì ho preso la targa «però non so se è giusta». «È giusta o no?!», mi fa il poliziotto al telefono, ma che ne sooooo gli vorrei urlare, dov’eravate voi, quando fino a 5 minuti fa eravamo circondati dai carabinieri e nemmeno una scorta al corteo che si scioglie. Aspettiamo inutilmente una fantomatica volante che «è in arrivo». Dopo un’ora decidiamo di andarcene, ormai non c’è più nessuno.

Una bravata del cavolo, un’azione finto-dimostrativa di pischelli che non sanno nemmeno di cosa parlano, ma che non hanno niente di meglio da fare durante il giorno probabilmente. Non i fasci di Casa Pound, non gli scontri in piazza con il Forum Palestina, no. Quattro sedicenni dalla testa bacata, occhi neri di odio «de che non se sa», che per fare i fighetti del pomeriggio e avere qualcosa da raccontare agli amichetti di Ponte Milvio il sabato sera, decidono di improvvisarsi piccole SS e di colpire un ragazzo e una ragazza. Isolati. Poveri scemi, mica vanno a colpire il corteo, mica vanno a rompere le scatole agli organizzatori, mica scelgono i cristoni bardati di kefieh. No. Scelgono due così. Che se non eravamo noi, sarebbe stato qualcun altro dopo di noi.

Fa incazzare, ma fa anche paura. Attenti, stiamo attenti d’ora in poi, che qui, zecche, froci e tutti quanti, siamo a rischio “punizione” gratuita. Che qui c’è una parte della società che si sente autorizzata, intoccabile, impunita, ad andare in giro a picchiare chi “devia”, mossi da un’ignoranza che spaventa, da un odio montato a tavolino che fa impressione. Sarebbero ridicoli, se non andassero in giro a fare male.
È questo il desolante panorama di questo paese. Stiamo attenti.»
Già, stiamo attenti! Un amico, di grande esperienza, che mi mette in guardia dai miei toni a volte accesi, ha il seguente ritornello: «questi sparano alle spalle!» Certamente, ho potuto constatare come siamo gente “senza onore” mentre parlano di onore. La menzogna, l’inganno ed ogni sorta di artifizi sono i loro mezzi abituali. Agiscono nella persuasione di godere di una iena impunità. Bisogna persuadersene e prepararsi di conseguenza.

Appendice
Il Portico d’Ottavia zona extraterritoriale
Fonte

Dalla stessa fonte epistolare ricevo la notizia che segue. Aggiungo in via autonoma che mi era già capitato di osservare come nel Portico di Ottavia si svolgano molte delle manifestazioni pro-israeliane o ebraiche. Non abito in Roma molto distante da lì, ma ho sempre considerato quella zona a ridosso del teatro di Marcello ed altri luoghi che frequento abitualmente come zona interamente ed esclusiva cittadina, non come un quartiere di Tel Aviv. Non avevo finora mai svolto questa mia riflessione per iscritto, ma la notizia che segue mi conferma che le mie impressioni non erano campate in aria. La notizie ha la sua fonte originaria in Forum Palestina, ma credo che sia solo per caso già il “turista” non ha nessuna relazione organica con i comunisti del Forum e se lo desidera può comunicare direttamene con “Civium Libertas” e la sua “Societas” di liberi cittadini, appartenenti a tutti gli schieramente politici e religiosi o a nessun schieramento politico.
A Roma non sono accettabili zone di extraterritorialità.
Una nuova denuncia e il Sindaco fa finta di niente.


La lettera denuncia di un turista intimidito per le strade del Portico D'Ottavia. Dopo le botte a due manifestanti filopalestinesi a Largo Santa Susanna i gruppi ultrà della comunità ebraica si rendono protagonisti di un altro episodio inquietante. La comunità ebraica e il Sindaco di Roma prendano pubblicamente le distanze da questi gruppi.

Mi chiamo Antonio Salvati, sono di un paese della provincia di Caserta ma da 6 mesi vivo a Roma per lavoro! oggi, essendo il mio giorno libero ho deciso di recarmi al quartiere ebraico di Roma, dove non sono mai stato ESCLUSIVAMENTE spinto dall’interesse nel visitare una zona mai vista prima e che comunque appartiene alla storia della città dove si trovava il ghetto ebraico!!
[Il signor Salvati era nel pieno dei suoi diritto costituzionali: quello di potersi muovere liberamente, per diporto, nella città in cui risiede e lavora da sei mesi, come ci dice. Roma vive in buona parte di turismo. Vengono da tutto il mondo per visitare la città e fotografarla liberamente]
Ho gironzolato per circa 2ore in piena tranquillità, guardando,
osservando, curiosando, scattando foto, consumato in un bar e un panificio, quindi estremamente tranquillo direi! intorno le 17e15 appena uscito dal bar in prossimità di via del portico d’ottavia e via del tempio, lì dove si trova la piazzetta, ho notato un gruppo di persone raggruppate intorno a un palo mentre cercavano di appenderci su una bandiera israeliana!
[Qui il problema non è tanto se il signor Salvini avesse o non avesse il diritto di scattare una fotografia in luogo pubblico su un obiettivo pubblico, il palo, ma se un gruppo di perssone avesse il diritto di fissare su quel palo una bandiera israeliana, neppure italiana. Chi ha dato quel permesso? Il Sindaco Alemanno? E se per ipotesi avesse dato preventiva autorizzazione a issare bandiera israeliana su suolo italiano, si doveva anche intendere un corrispettivo divieto di fotografare quella bandiera e gli individui che la issavano? Chi ha qui infranto il diritto, ammesso che vi siano state norme di cui gli uni si siano avvalso e che altri avrebbe violato.]
al chè incuriosito dalla situazione ho provato, sottolineo provato, a fare una foto ma esclusivamente x documentare e non x altro!! mentre ho la fotocamera tra le mani una signora anziana urla alla folla
[urlava che? cosa voleva impedire? la violazione di un diritto di issare la bandiera israeliana in una piazza romana e italiana o voleva incitare al linciaggio di chi stava per documentare un illecito innanzamento di bandiera straniera in suolo italiano? E quale era il significato giuridico di simile innalzamento di bandiera? Che il Portico di Ottavia è zona exterritoriale israeliana anziché italiana? Ce lo dica il signor Sindaco che viaggia spesso in Israele e che concede in piena guerra cittadinanze onorarie a soldati israeliani]
che stò facendo delle foto, al chè prima un tipaccio alto 2 metri mi si avvicina con fare minaccioso e subito dopo 1 gruppo di bulletti si dirigono verso di me accerchiandomi!
[Il “fare minaccioso” è reato da codice penale, che un avvocato dovrebbe qui valutare. È da chiedersi poi con quale diritto l’energumeno si sia avvicinato ad un libero cittadino. La “costrizione” di cui si parla subito dopo è chiaramente una violenza privata.]
mi costringono a riporre in tasca la fotocamera e poi onde evitare problemi di qualsiasi genere con fare davvero molto amichevole mi invitano ad allontanarmi!
[Ancora più evidente la violazione del nostro sistema giuridico: nessun in una pubblica piazza, cioè in luogo pubblico, può invitare un altro ad allontanarsi. Si può certamente invitare ad uscire dal proprio privato domicilio un ospite non piùù gradito, ma non si può invitare in una pubblica piazza altri ad allontanarsi.]
colto da razionalità e buon senso accolgo il loro invito dato che ho subito notato che la folla radunata qualche metro più indietro non solo stava aumentando ma comunque osservavano la situazione prima di fare qualcosa, alchè mi sono allontanato come “gentilmente”mi è stato chiesto!

Mentre sono alla fine di questa strada dietro mi si parano i bulletti che poco prima mi avevano accerchiato nella piazza, da notare la loro codarderia, hanno dovuto fare il giro in 4 di loro anziché venirmi di fronte per parlare con me che tra l’altro ero pure da solo!

Mi invitano a spiegarmi e a chiarire
[Il signor Salvati non doveva spiegare e chiarire assolutamente nulla e i quattro tizi non avevano nessun diritto di accerchiare una singola persona, pacifica, non armata, e chiedere a lui spiegazioni di un comportamente assolutamente lecito. Se avessero notato una qualsiasi illegalità da parte del signor Salvini, avrebbero ben potuto rivolgersi ai numerosi carabinieri che 24 su 24 a spese dei contribuenti stazionano nella piazza o a pochi metri distanti, a fare la guardia alla Sinagoga.]
il tutto sempre con questa loro aria parecchio amichevole e piacevole, talmente amichevole che uno di loro ha il suo ginocchio attaccato al mio e il viso a 2 centimetri dal mio,
[comportamento assolutamente minaccioso e chiaro che non ha nulla a che vedere con le fantasticherie con le quali gli stessi personaggio, ovvero la parte politica cui appartengono, millantano per fini propagandistici minacce che loro nessuno ha mai fatto. Qui si trova un nuovo esempio del principio di autoesenzione dalle norme: si invocano contro altri l’applicazione di norme che costoro stessi si ritengono esentati a rispettare]
mi chiedono cosa ci facevo, perché scattavo foto, io ho risposto innanzitutto che quello non è il modo di comportarsi
[La scena del dover spiegazioni non dovute e chi neppure ha titolo a chiederle è altamente umiliante e grida vendetta al cospetto di Dio, degli Uomini e del Sindaco in particolare]
e trattare una persona che era capitata li esclusivamente per osservare e non ne per manifestare ne per prendere posizione, chiarito ciò ho spiegato che mi trovavo solo per fare 1 giro per visitare la zona a me sconosciuta e che si avevo fatto foto ma non alla loro situazione!

Mi hanno chiesto se ero al corrente di ciò che era successo qualche giorno fa e che non era il caso che io continuavo a restare in zona!
[un vero e proprio interrogatorio, forse da parte di un servizio di polizia israeliano, di un Mossad in servizio su suolo italiano: la nostro Digos, anziché interessarsi di questo e di altri blogs, dovrebbe andare ad indagare cosa è successo e sulla base di quale diritto si è potuto verificare.]
hanno voluto vedere foto che avevo fatto
[Incredibile! È una gravissima violazione! È barbarie che avanza! Dal neopresidente della Regione e a tutti i politici che vanno ospiti al Porticod’Ottavia si aspetta una spiegazione della natura giuridica della piazza: suolo italano o zone extraterritoriale di pertinenza del governo israeliano?]
per essere certi che dicevo il vero, ed accertato ciò mi hanno stretto la mano e sono andati via! sono rimasto qualche altro minuto li in fondo alla stradina al telefono sperando che col passare dei minuti la situazione si era del tutto chiarita, macchè! mentre mi dirigo verso la piazza che si trovo appena prima della strada dove ho parcheggiato il motorino, noto ancora tutta la gente parcheggiata in fondo e che appena mi vede mi si para davanti impedendomi di continuare!
[Violenza di gruppo! reato associativo! Dov’erano carabinieri, poliziotti, esercito! È questa la “sicurezza” che Alemanno ci ha promesso in campagna elettorale?]
iniziano frasi dette a gran voce tra cui te ne devi andare, non puoi stare qui!! non essendo d’accordo alzo il tono della mia voce sperando di essere ascoltato e per provare a spiegare loro che me ne voglio solo andare ma mi si avvicina 1 vecchio molto arrogante e infastidito che mi OBBLIGA ad andare via dandomi anche delle manate su una spalla!
[ o Non più minaccia di violenza, ma violenza consumata. Poco importa che non siano i 4 colpi alla testa e 1 al petto, sparati a bruciapelo al 19enne che era sulla nave turca. Poichè non vi sono limiti al peggio, non possiamo escludere che si arrivi a ciò. Ma appunto per questo le nostre autorità pubbliche ci devono far sapere per tempo, se sono autorità italiane o israeliane.]
non ci ho più visto, ho iniziato ad urlare e a tentare di farmi strada ma mi è stato impedito da alcune persone che mi hanno allontanato e che continuavano a dire che non era il caso che restavo lì!

ho fatto tutto il giro dell’isolato per tornare al mio motorino e mentre mi dirigevo là mi sono accorto di essere seguito, quando ho girato l’angolo mi sono nascosto e ho avuto la conferma che seguivano proprio me, perché si sono fermati per guardarsi intorno! sono spuntato fuori io dicendo che se mi cercavano ero la e che la dovevano smettere di seguirmi perché mi stavo esclusivamente recando al mio motorino!

hanno insistito anche loro col fatto che me ne dovevo andare e accertato che andavo verso la sinagoga sono andati via! ho trovato 1 pattuglia dei carabinieri e ho raccontato loro tutto ciò che ho scritto su, e solo in quel momento ho appreso che stava per cominciare una manifestazione pro-israele e che loro erano li appositamente!
[Il fatto che iniziasse una manifestazione pro-Israele non significa che i luoghi devono essere svuotati da ogni presenza non gradita. Le piazze pubbliche restano piazze pubbliche ed ognuno può accedervi. Non sono certo autorizzati gli scontri di piazza o le aggressioni. Ma il signor Salvini era solo, ignaro, pacifico e non aveva molestato assolutamente nessuno né disturbato o impedito alcuna manifestazione. Se l’issamento della bandiera isrealiana faceva parte della manifestazione, si suppone autorizzata, allora il signor Salvini aveva assoluto diritto di poter fotografare una manifestazione pubblico, così come sono state fotografate e filmate le numerose bandierie palestinesi che hanno sfilato nella manifestazione da Piazza della Repubblica a Rrinità dei Monti. A proposito della quale posso affermare come testimonare oculare che eran poche 2000 persone (e certamente erano poché rispetto alle 200.000 di un anno prima) le manifestazioni pro-israeliane a stento toccano le 100 persone. A detta di un poliziotto presente in piazza Montecitorio, non erano più di 400 le persone che madonna Fiammetta è riuscita a mettere in piazza durante l’operazione Piombo Fuso. Alcuni venivano direttamente da Israele. Tra questi un rabbino con barba che pretendeva da me rispondessi in ebraico alla sua richiesta di informazioni. Ero sulla piazza, ordinatamente, ad ascoltare ciò che i parlamantari, fra cui Cicchitto, dicevano per appogguare e coprire quello che Goldstone nel suo rapporto ha definito un “crimine”. Erano più i parlamentari presenti che non i cittadinini che in virtù del loro mandato, avrebbero dovuto rappresentare: 100 deputati a parlare e neppure 400 cittadini italiani ad ascoltarli!]
ho spiegato che ero li solo per turismo e non altro e 1 agente mi ha detto che se volevo tornare in piazza mi avrebbe scortato lui!!! ma vi rendete conto? la cosa orrenda di questa storia è che hanno calpestato la mia libertà, quando le mie uniche “armi” erano 1 macchina fotografica e la mia voglia di visitare!

Vi scrivo per cercare di trasmettervi il mio dissenso a queste persone che appartengono a questo popolo e che se tutto ciò che vi ho scritto vi possa essere d’aiuto o che altro, io sono qui!

Spero mi contatterete anche per 1 incontro magari ma non parlare della mia storia perché non è nulla ma solo per aggiungere 1 voce alle vostre!!!

Non so come contattare qualche organizzazione di roma, sento l’esigenza di rendermi utile!!!

Antonio Salvati


È in effetti giunto il momento di dire: basta! Se sono esatte le statistiche, per le quali in Roma non si contano più di 10 o 15 mila “ebrei” (?), di cui un terzo libici, a fronte di una comunità non organizzata di 400.000 calabresi fra prima, seconda e terza generazione, non vi è nessun motivo perché questa piccola, minuscola comunità debba avere un peso sovradimensionato alla loro consistenza. Roma non è una citta ebraica, non è un sobborgo di Tel Aviv o se preferiscono di Gerusalemme. Roma è Roma ed appartiene a tutti i suoi 3 milioni di abitanti ed ogni turista o visitare che ogni anno visita Roma è il benvenuto ed è un ospite “sacro” non già secondo le radici “giudaico-cristiane”, ma secondo la religione che fu dei romani antichi prima ancora che a Roma comparissero ebrei o cristiani. Noi qui di «Civium Libertas» (= non a caso in lingua latina a significare “Libertà dei cittadini”) ci appelliamo a queste radici “pagane” e non “giudaico-cristiane”.

Consiglio al signor Signor Salvati, se ama la sua e la nostra libertà, di sporgere querela per tutti gli articoli del codice penale che gli energumeni hanno manifestatamente violato. Non sarà difficile individuarli e riconoscerli. Non sarà solo, perché è stato violata la libertà di noi tutti: quella di poter circolare liberamente nelle vie della città, della “nostra” città! Che Alemanno lo sappia!

lunedì 7 giugno 2010

Verso Gaza 14: Rassegna Stampa Commentata di prima e dopo il massacro sulla Mavi Marmara.

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Mi è giunta nella posta di questo pomeriggio una rassegna stampa sulle vicende delle vicende connesse al viaggio “Verso Gaza” dal suo prodursi, quando era quasi ignorato dalla grande stampa e sembrava che la parola d’ordine fosse il silenzio, fino all’esplosione di notizie in conseguenza del massacro sulla nave turca. La mia “rassegna stampa commentata” non è solo una raccolta di links, ma più spesso un intervento critico sulla notizia stessa. La rassegna è stata da me sdoppiata in due parti: prima e dopo il massacro. Nell’accavallarsi di notizie spesso tragiche, che comportano un forte coinvolgimento emotivo, non è sempre facile mantenere ordine nella scrittura, correggere i refusi, rivedere la forma italiana, completare il discorso bruscamente interrotto. Poiché ci rendiamo conto che è in atto una vera e propria guerra mediatica dove Israele ha mobilitato tutte le sue risorse e i suoi uomini, essendo noi uomini del nostro tempo, e non potendo prescindere da esso, cerchiamo di esserlo nel modo migliore. Riporto qui e unifico le precedenti due “Rassegne stampa”, che continuo aggiornandole e risistemandole in modo da renderle più fruibili a quanti di fronte ad articoli di stampa spesso menzogneri ed infami sentono il bisogno di una voce critica di contradditorio. Avverto quanti saranno interessati ad una Rassegna stampa così concepita che dovranno avere la pazienza di leggere e saper leggere un testo in costante aggiornamento e revisione.


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RASSEGNA STAMPA COMMENTATA
aggiornata e rivista al 7.6.10
a cura di
Antonio Caracciolo

Sommario: 1. Isteria di madonna Fiammetta. – 2. La faccia tosta in mare. – 3. Dichiarazione del Forum Politiche Internazionali di Sinistra Ecologia Libertà. – 4. Cronache di Infopal. – 5. Cronache di ‘Osservatorio Iraq. – 6. Le bugie di stato. – 7. La flottille en danger. – 8. Informazione e note di agenzia dal fronte nemico: a) b) c) d) e) f) g) h) i) j) k) l) m) n) o) p) q) r) s) t) u) v) w) x) y) z). – 9. L’intoppo cipriota. – 10. Apertura egiziana. – 11. Esilaranti dichiarazioni di Lieberman. – 12. Minacce e rischio di arrembaggio. – 13. Perfidia israeliana. – 14. La stampa sionista in senso stretto. – 15. Rassegna stampa in lingua francese. – 16. In lingua spagnola. – 17. In lingua inglese. – 18. In lingua tedesca. – 19. In lingua portoghese. – 2o. Antisemiti a Roma o assassini a Tel Aviv: quale la verità? – 21. A Pigi Battista: ti manca la definizione oggettiva di “antisemita”. – 22. Le foto che non dicono nulla e quelle che mancano. – 23. Frattini chiede… spiegazioni. – 24. Le voci della Israel Lobby. – 25. Le voci che accusano. – 26. Le voci che nicchiano. – 27. La propaganda israeliana in Italia. – 28. Le manifestazioni in Italia e nel mondo. – 29. Morti, feriti, arrestati. – 30. Joe Fallisi. – 31. Angela Lano. – 32. Articoli contenuti in “Come don Chisciotte”. – 33. Rachel in viaggio verso Gaza. – 34. Anticristianesimo sionista e/o ebraico-giudaico. – 35. La rassegna stampa cristiano sionista. – 36. Il Venezuela rifiuta la Risoluzione del Consiglio di Sicurezza contro l’Iran. – 37. Manolo Luppichini. –

1. Isteria di madonna Fiammetta. – Sono sempre così unilaterali i giudizi, le “analisi” di Fiamma Nirenstein, da noi bonariamente chiamata Fiammetta, da produrci una sensazione difficilmente definibile. Ognuno di noi ha normalmente il senso della misura e sa fino a quanto grosse può spararle. A dirle troppo grosse o a manifestarsi sfacciatamente unilaterali e di parte nei giudizi si sa bene di non poter ottenere nessun credito. Invece in Fiamma Nirenstein manca totalmente qualsiasi senso della misura. Non ha la più pallida idea di cosa sia oggettività di giudizio. Normalmente, un giornale serio non guadagna lettori con simili giornalisti. Ma probabilmente “il Giornale” non ha bisogno di lettori, ma esaurisce la sua funzione nello stampare le cose che pubblica. Terrorismo, terrorismo, terrorismo: la solita cantilena! Non sarebbe difficile, se servisse a qualcosa, stilare un elenco di fatti e date per dimostrare alla signora Nirenstein come non vi sia maggiore terrorista della stessa Israele e dei sionisti nel corso di tutta la loro storia. Evidentemente, la tecnica che seguono è quella del marketing: ripetere all’infinito una menzogna o una diffamazione per convincere un numero direttamente proporzionale di persone ignare o che vogliono trovare giustificazione per la propria cattiva coscienza e le cattive azioni. In fondo, ai massacratori di Gaza, delle varie guerre al Libano, agli autori della pulizia etnica del 1948 e anni successivi, non si può certo chiedere di avere una cattiva coscienza: una ragione di quello che hanno fatto e fanno tuttavia devono pure farsela ed interiorizzarla. Chiaramente sono “anime perse” e non è nostro compito salvarle e redimerle. È sufficiente se riusciamo a difenderci e salvarci dalle mene di costoro. È veramente il colmo dell’indecenza come costei abbia scambiato il parlamento italiano per una sottocommissione esterna della Knesset («Ho provato a dirlo all’ambasciatore turco…»!!!) e dal primo giorno del suo insediamento in Montecitorio operi e parli proprio come se fosse alla Knesset. Credo che gli interessi del popolo italiano siano l’ultima cosa che possa starle a cuore: non capisce neppure il problema! Se vi fosse bisogno di smantellare le sciocchezze a stampa di donna Fiammetta, basterebbe osservare che nella propaganda israeliana si poteva sentire la stessa musica prima che Hamas fosse, ed il giorno in cui Hamas non fosse più, ma apparisse sulla scena un ”ihh”, la musica sarebbe la stessa, almeno fino a quando non riusciranno a produrre il fantoccio, il kapò, di cui hanno bisogno: è questa la loro politica estera, un Vicino Oriente tutto composto da stati fantoccio. E per ottenere questo sono ben disposti a superare il fatidico numero dei sei milioni di morti, se già non è stato superato dal 1948 ad oggi. Torno appenda adesso da una conferenza di geopolitica tenuta da militari italiani: la loro verità è ben diversa dalle frottole che vengono ammannite al popolo italiano a mezzo stampa.

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2. La faccia tosta in mare. – Mentre prende corpo un poderoso tentativo di rompere l’assedio israeliano di Gaza, in pratica un genocidio per fame e avvelenamento ambientale, con navi che partono da Cipro – una vera e propria flotta – con a bordo autorità turche, il governo sionista corre ai ripari per sventare l’iniziativa pacifista e umanitaria. A meno che non ci si debba aspettare un vero e proprio combattimento navale, o meglio un affondamento di mercantili civili da parte della marina israeliana, sembra difficile rompere la determinazione di quanti sono decisi a portare aiuti a chi ne ha disperatamente bisogno. Nella certezza, patologica e davvero allarmante, di poter opporre ragioni morali a tanta disumanità che dura da oltre un secolo: la disumanità di chi pretendeva che vi fosse una terra senza un popolo, eccetto pochi selvaggi, che si poteva tranquillamente occupare e popolare. Il vero e proprio genocidio che si consuma ancora sotto i nostri occhi pretende di avere dalla sua ragioni morali. Si partono in coloni con delle loro navi, yacht, per andare a rinfacciare ai turchi il genocidio degli armeni, pensando evidentemente in questo modo di non dover rispondere da quello in atto proprio nella Striscia di Gaza. Altro argomento: la repressioni dei curdi. Una carità assai pelosa se si considera l’ingerenza israeliana nel quasi stato del Curdistan che è pensato per destabilizzare tutta l’area geopolitica: vivono di guerre, procurando guerre, aizzando alla guerra! Confidano nella copertura della stampa sionista occidentale, che dovrebbe far risaltare le ragioni portate in mare dalla Contro-Flotilla della Vergogna, che ha un organizzatore: Guy Bechor.

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3. “Free Gaza” - Dichiarazione del Forum Politiche internazionali di Sinistra Ecologia Libertà. – «L’embargo contro Gaza, con le sue caratteristiche di vera e propria punizione collettiva, costituisce un grave attentato contro i diritti fondamentali alla vita, alla salute, alla sicurezza degli abitanti – donne, uomini, bambini – di Gaza. Siamo di fronte a una violazione del diritto internazionale umanitario: violazione che richiederebbe da parte della comunità internazionale, a cominciare, per quel che ci riguarda, dai Paesi europei, una chiara assunzione di responsabilità nella critica e nel contrasto alla politica di Israele. La crisi di Gaza al contrario va avanti nell’indifferenza generale mentre cadono nel vuoto le raccomandazioni del presidente Obama al governo israeliano e vengono avanti progetti che aggraveranno le condizioni di sopravvivenza degli abitanti di Gaza. Tra questi, la costruzione da parte dell'Egitto di un muro in ferro che misurerà 30 metri in profondità (sottoterra) e 20 metri di altezza al confine Sud di Rafah,. Esso impedirà in modo definitivo alla popolazione Palestinese di procurarsi beni di prima necessità. Le missioni di Free Gaza, nello spirito di solidarietà, giustizia, libertà che le muove, nelle forme di sfida non violenta contro l’illegalità del blocco e di richiesta di ripristino del diritto internazionale, rappresentano una pratica di assunzione di responsabilità che rafforza la speranza di processi di pace costruiti direttamente da chi la pace la vuole e in grado di attirare l’attenzione di governi e istituzioni internazionali. Per questo vanno sostenute e fatte conoscere. Il Forum delle politiche internazionale di Sinistra Ecologia Libertà, impegnato a rompere il silenzio e l’indifferenza che regnano intorno al dramma di Gaza, esprime la sua solidarietà nei confronti della missione di mare per rompere l’embargo, in cui nel mese di maggio è impegnata Free Gaza».

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4. Cronache di Infopal. –Sulla nave “8000" (questo il nome) viaggia Angela Lano, che tiene – come è giusto e naturale che sia – un canale privilegiato di informazione con l’Agenzia Stampa Infopal. Noi qui ci limitiamo a segnalarne i links via via che arrivano e specializzando il nostro lavoro su un altro fronte: a) È partita la nave ‘8000’ della Freedom Flotilla. La partenza esatta da Atene è avvenuta il martedi 25 maggio, ore 21. – b) È partita alle 13 la nave cargo ‘Mediterraneo libero’. – c) Ai Colleghi di RaiNews24: perché non vi occupate della Freedom Flotilla anziché continuare ad attaccare Infopal? – d) Turchia a Israele: ‘Basta minacce alla Flotilla’. – «Ahmet Davutoğlu, ministro degli Esteri della Turchia (una delle nazioni maggiormente coinvolte nella Flotilla), ha affermato nel corso di una conferenza stampa seguita a un'assemblea in sede dell'Onu che il proprio governo conduce dei colloqui costanti con Israele, in particolare sulla necessità di porre fine all'embargo di Gaza». e) Rifiutata l’offerta israeliana di arrivare via terra. – f) La copertura stampa. – Si legge qui che da parte italiana vi è solo Infopal che possa trasmettere notizie. – g) Deploriamo le minacce israeliane. – h) «Non occorre nessun permesso di Israele». – È quanto afferma il leader del Movimento islamico in Israele, Sheykh Raed Salah, secondo il quale né gli atti di solidarietà verso il popolo palestinese - come la spedizione attualmente diretta verso la Striscia di Gaza - né la rottura dell'assedio richiedono il permesso israeliano. i) False le notizie degli arresti di Fallisi e Lano. – Da Fallisi, che avrebbe dovuto mandarci un video ed un testo, non abbiamo notizie da alcuni giorni. Ed apprendiamo adesso la notizia, per fortuna falsa, di un loro loro “arresto”. Resta da studiare sotto il profilo geopolitico il ruolo del governo greco-cipriota e mi chiedo come mai gli organizzatori non abbiano previsto la posizione greco-cipriota.

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5. Cronache di “Osservatorio Iraq”. – Insieme ad Infopal anche Osservatorio Iraq è una delle poche agenzie che hanno una particolare sensibilità per la spedizione. Diamo di seguito i principali links, escludendo i doppioni di notizie sostanzialmentte già date: a) Israele si prepara ad affrontare la Freedon Flotilla. – b) Gaza si prepara ad accogliere la Freedom Flotilla. – c) Pronte azioni legali contro Israele. –

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6. Le bugie di Stato. – Siamo ormai abituati, dopo anni di monitoraggio e di letture specifiche, alle più incredibili menzogne da parte di Israele. L’ultimo ostacolo alla Flotilla è motivato dalla pretesa che in realtà in Gaza scorre latte e miele e dunque non vi è nessun bisogno di aiuti umanitari, di viveri, medicinali, sedie a rotelle per i numerosissimi gambizzati, ecc. Ci si scontra ogni giorno contro una massiccia propaganda che offende non solo la nostra pietà ma anche la nostra intelligenza. Registriamo il fatto e non ci lasciamo trasportare dallo sdegno: non aspettano altro che per recitare la solita cantilena dell’antisemitismo.

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7. WAFA: La Flottille en danger. – La notizia è di 11 minuti fa. Ne riporto il testo integrale, soprattutto per evidenziare gli aspetti di diritto internazionale e la completa illegatà dell’agire israeiano: «STRASBOURG, le 27 mai 2010 wafa- Ce jeudi le 27 mai, lors d’une conférence de presse au Parlement européen, Isabelle Durant (Verts/ALE), Vice-présidente du Parlement européen et Louis Michel (ALDE) ont fait le point sur la situation afin d‘appuyer la possibilité pour cette mission humanitaire d'arriver à bon port. Chargée de 10.000 tonnes de matériel humanitaire et de construction à destination de Gaza mais aussi de quelques 600 volontaires de diverses nationalités, la Gaza Freedom Flotillla a quitté Antalya ce mardi 25 mai. Elle est gravement menacée par les autorités israéliennes, y compris militaires, de ne pas arriver à destination. La marine israélienne aurait reçu l’ordre d’empêcher cette « flottille de la liberté » de s’approcher de Gaza et d’y débarquer la cargaison humanitaire qu’elle transporte (essentiellement du matériel de construction, du textile et de la nourriture). 'Nous souhaitons un positionnement clair de l’Europe, signataire de la Convention de Genève, en matière d’aide humanitaire.' Isabelle Durant et Louis Michel ont ainsi souligné leur volonté de faire respecter cette convention, contenant tous les éléments juridiques pouvant assurer la bonne arrivée de la flotte et de l’aide humanitaire qu’elle transporte ainsi que la sécurité des civils à son bord. 'Les autorités israéliennes, en vertu du droit international humanitaire, devraient au contraire assurer l'escorte de cette flotille pour lui assurer une arrivée à destination en toute sécurité' ont-ils ajouté».

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8. Informazione e note di agenzie dal fronte nemico. – Nel giornale sionista Arutz Sheva si leggono in lingua inglese questo genere di articoli: a) Israel Prepares to Detain, Deport Gaza Flotilla Activist. – Nella Flotilla ci sono sei italiani, ma il nostro ministro degli esteri è dalla parte di Israele, for ever e mai con gli italiani. Povera Italia!

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b) Sionisti, brutta razza. – Non potevano mancare i diffamatori di professione che da anni riversano in lingua italiana quanto giunge loro da Israele. Che Israele sia uno «Stato criminale» non è cosa difficile da dimostrare, ma non avendo come interlocutori dei semplici propagandisti con i quali non vale perdere del tempo prezioso. Le loro analisi non hanno consistenza concettuale tale da dover impegnare la nostra intelligenza. Ciò che abbiamo capito e detto di loro può essere qui richiamato brevemente. Ho già chiarito più volte come il termine “negazionismo” non sia lo stesso di idealismo, kantismo, materialismo ecc. per il fatto di finire in -ismo. Nessuno storico revisionista si professa “negazionista”. Il termine è stato coniato da Lor Signori con intenti precisi: a) diffamazione; b) denigrazione; c) delazione. Pertanto, chi usa il termine “negazionista” per colpire chi, ad esempio, contesta l’identità di un Elie Wiesel, o pone seri ed incontestati problemi storiografici, non lo scalfisce per nulla con la sua infamia. L’accusa torna al mittente che può a ragione essere tacciato di “diffamatore”, “denigratore”, “delatore”. Di Ferrara mi piace ricordare quello che una volta ne disse Claudio Martelli, avendo questi deciso di levarsi un sassolino dalla scarpa. Non ho qui sotto mano i riferimenti testuali, ma chi vuole, può fare una ricerca. In fondo, il Giulianone non è cambiato in abitudini rispetto a quello che era allora, ai tempi in cui andava ad attingere informazioni da Bettino Craxi. A quanti si trovano oggetto di critche insensate ricordo come le critiche che possono colpirci e metterci in discussione sono solo quelle che colgono nel vero, ma la diffamazione allo stato puro, la denigrazione, la delazione non possono sfiorarci intimamente e neppure trovano ascolto e credito presso la gente dabbene. Al contrario, esse dimostrano soltanto la bassezza morale di chi non ha altri mezzi e risorse concettuali che la diffamazione, la denigrazione e la delazione. Quanto all’accusa di “antisemitismo” è ormai così logora e dilatata che serve non già a riconoscere l’antisemita, di cui sempre meno si sa chi sia o cosa possa essere, ma serve invece ad individuare subito oltre all’idiota anche il diffamatore, il denigratore, il delatore. Infatti, di vera e propria delazione si tratta, nella turpe presunzione che dire “negazionista” o “antisemita” a qualcuno che si vuol prendere di mira sia come dare una notizia criminis. Ma, per fortuna, non siamo ancora in Germania, dove 200.000 persone sono state processate per reati di opinione sulla base di leggi di cui altrove ricostruiamo la storia, avendone già individuati i gruppi promotori. Quanto all’«odio» – altro cavallo di battaglia di questi diffamatori, denigratori e delatori – non è difficile rintracciarlo ad abundantiam proprio in chi fa ricorso abituale alla diffamazione, denigrazione, delazione contro il suo prossimo, cioè nel caso di specie contro chi dimostra con abnegazione, da sempre, un autentico amore verso una umanità sofferente, ancora oggi messa in croce da chi si professa discendente di quanti, 2000 anni fa, crocefissero il Cristo. A costoro null’altro si deve che il dovuto disprezzo, senza lasciarsi distogliere dal continuare serenamente la propria opera al servizio della Carità e della Verità e senza lasciarsi tentare dal Demonio. E se occorre un ulteriore recente esempio di follia sionista, che vaghezza una terza guerra mondiale, dove a tutto il mondo islamica è allargato il trattamento già applicato con successo all’Europa, basta andare al link.

c) Quanta infamia! – Tacciare di “odiatrice” la giovane Rachel Corrie che ha dato la sua vita per amore è toccare il punto più infimo della scala morale. A costoro che così ragionamo non avremo mai nulla da dire. Possiamo solo esprimere a noi stessi l’augurio di non incontrarli sulla nostra strada. Il male e l’«odio» autentico che portano in sè potrebbe contaminare la nostra natura. È patetito come questi signori pretendano di essere oltre che i signori del discorso, cioè della propaganda, si appellino perfino ad una obiettività di cui non hanno la più pallida idea. Evidentemente, si vogliono autopersuadere delle cose che dicono e possono dire solo a loro stessi. Altro scopo può essere quello di compattare le loro fila. Infatti, molti ebrei non schiacciati sul sionismo – che a detta del Neturei Karta è in realtà l’antitesi del giudaismo – incominciano ad avere crescenti perplessità davanti all’evidenza dei crimini israeliani.

d) La saccenza. – e) L’isteria. – f) La stupidità. – g) La coda di paglia. – h) Il Savio. – È talmente ignorante che verrebbe la voglia di mandargli un libro di Carlo Mattogno. Ma è una “ignoranza” la sua che rende assai bene. i) Silenzio stampa e supponenza. – È ormai una costante quella dei “Corretti Informatori”: saltano gli articoli su cui neppure arrampicandosi sugli o lambiccandosi il cervello per tirare fuori le cose più assurde e bislacche riuscirebbero a dire alcunché. Selezionano di preferenza sempre gli stessi amici (Morigi, Buffa, Meotti…), cioè la stampa sionista per propaganda interna o giusto per mettere qualcosa in bocca agli ascari che poi compaiono in qualche forum a fare da megafoni e pappagalli. Infatti, è sorprendente la monotonia della propaganda sionista che si limita a pochi temi ripresi e ripetuti con assai scarsa originalità. Non bisogna però trascurare il fatto che costoro sono consapevoli che la maggior dei media è cosa loro, nel senso che ne ha la proprietà giuridica o vi tengono loro uomini che magari ricevono un extra per arrotondare. Ma queste sono però cose che si possono congetturare, perchè non si vengono a dire. Come diceva Pasolini riguardo alle stragi: io so tutto ma non posso dimostrare nulla.

i) Altro Savio. – Ancora la monomania dell’«antisemitismo» di cui nessuno sa cosa sia: neppure quelli che tanto ne parlano, eccetto che sono “antisemiti” tutti quelli che non aggradano o non soggiacciono ai loro voleri. Altra costante piuttosto paranoica è la seguente: va tutto bene e non si deve eccepire nulla se questi «Savi» danno ad altri, a chiunque vogliono loro l”epiteto offensivo di «nazisti», ma se poi invece qualcuno rivolge loro lo stesso epiteto offensivo, allora si rivoltano e smaniano. È ridicolo e penoso al tempo stesso. j) Dulcis in fundo: il Mormone. – La materia è qui troppo vile perché se ne possa parlare. Da notare però che se lo stesso elenco di nomi – a proncunciare i quali ilo Tizio dovrebbe prima sciaquarsi la bocca con l’aceto – venisse fatto per indicare personaggi ebraici o filoebraici (vedi ad esempio “Il Foglio” di oggi) si griderebbe subito all’«antisemitismo». Sembra incredibile ma questa palese violazione dell’art. 3 della costituzione non trova sanzione. Godono costoro di impunità e per questo osano tanto. È anche vero che sono così marginali e screditati, anche nel loro ambiente, che è comse se non parlassero affatto e non esistessero. Probabilmente, qualcuno paga loro le querele che collezionano.

j) Danno i numeri. – Andando al link si legge di un Tizio che sostiene la legittimità internazionale dell’«atto di guerra» contro una nave turca, per il quale avrebbe dovuto essere rispettato il Trattato della Nato con tutta l’Alleanza che muoveva in guerra contro Israele. Non si dimentichino in meccanismi giuridici, sanciti da Trattati, con i quali il mondo è entrato in guerra nel 1914. Questi signori sono semplicemente folli ed il mondo è in pericolo. L’insistenza su Hamas, che è un governo legittimo democraticamente eletto, non può spiegarsi altrimenti che come una forma di paranoia di Stato. Il penoso tentativo di giustificare l’assalto banditesco alle nave rientra in quel di “autoesenzione” dal rispetto delle norme internazionali e interne di cui parla l’ebreo Chomsky in uno dei suoi ultimi libri usciti in italiano: Stati falliti. Al colmo di un’impudenza che tocca il ridicolo l’articolista pretende che l’ONU apra un’inchiesta sul ruolo della Turchia. L’articolo è praticamente illegibile per tutte le corbellerie che contiene: non è possibile un’analisi razionale di ciò che non ha nessuna dignità concettuale. Non si distanzia di molto dalle corbellerie dell’ambasciato l’ideologo dell’islamofobia, che bontà sua riconosce una certa «irresponsabilità» nell’attacco israeliano alla nave turca.

k) Brani di ordinaria isteria. – Ci sembra opportuno una più puntuale disamina di due articoli apparsi sul «Giornale», che ha voluto assumere il ruolo di portabandiera del sionismo, sposandone tutte le tesi più retrive, probabilmente con lo scopo di suscitare una forte e incontrollata reazione da parte delle persone direttamente o indirettamente chiamate in causa. Una vera e propria strategia della provocazione. Ogni internauta sa cosa si può trovare nei Forum di discussione, a seconda che sia o non siano moderati. Inoltre la moderazione può essere orientata, facendo passare i commenti che sostengono certe posizioni e bloccando gli altri. La stessa cosa succede se uno ha tempo e voglia di intervenire sui Forum del “Giornale”. Se poi si vanno ad esaminare i Forum sionisti si trovano cose non meno disdicevoli di quelle che l’articolista crede di aver trovato sul sito dell’«Italia dei Valori». Comme osservazione generale, va qui detto non senza sgomento la presunzione per la quali i “sionisti” o come altro dovremmo chiamarli – se hanno un nome con quali poterli chiamare – danno per scontato che ognuno la debba pensare in un certo modo – quello che dicono loro – e non in un altro. Non si capisce se questa “presunzione” sia basata su una sorta di interpretazione autentica della loro legge divina o se sia il risultato di una loro straordinaria assenza di spirito critico. Chi ha appena iniziato un corso di filosofia conosce la formuletta do Protagora secondo cui l’uomo è misura di tutte le cose ed ognuno può pensarla in modo radicalmente diverso da come pensano tutti gli altri. No! Per costoro esiste solo il Pensiero Unico: quello che dicono loro e che pretendono di imporre a tutti gli altri. Ma vediamo qual è il «corretto pensiero»:
Roma. L’Italia dei livori si scopre antisemita.
[Manca purtroppo qualsiasi definzione oggettiva di cosa sia “antisemitismo”. Da Lazare a Poliako, a Schäfer, vado spulciando tutta la letteratura dove cerco di ricavare un significato pregnate del termine, soprattutto con riferimento al nostro specifico contesto storico, sociale e politico e non trovo proprio. Almeno, questi signori, quanto gettano addosso al loro prossimo quella che secondo loro sarebbe la più infamante delle accuse, quella appunto di essere «antisemiti», si degnassero di accompagnare l’insulto con una sua rigorosa definizione. È una fatica vana cercare di ricavare altro significato che il seguente: antisemita è chi io dico essere tale. Naturalemnte, l’indagine si deve poi sopsrae sul “chi” ha il potere semplicemente puntando il dito di mettere alla “gogna” il mondo intero. Proprio così, giacché la quasi totalità degli stati che rappresentano il mondo intero meno gli USA, Israele e qualcun altro, è notoriamente “antisemita”. E forse proprio per tenere a bada un’umanità tutta antisemita che Israele possiede un arsenale nucleare, a voler sapere qualcosa del quale ci si becca nuovamente la patente di... antisemita!]
È bastato un editoriale dell’eurodeputato Luigi De Magistris tutto filoarabo, sul sito del partito, a dare il la.
[E perché uno, se lo crede, non potrebbe essere filoarabo? Che ti hanno fatto gli arabi? A me proprio nulla. Per chi è nato in Sicilia o in Calabria si può dire che scorra nelle sue vene sangue arabo. Se poi si guardane le fisionomie si trovano impressionanti somiglianze. Ma sembra che sia vietato essere “filoarabi”, avere cioè sentimenti di amicizia per gli arabi. Esistono ideologi sionisti, che si estrinsecano in lingua italiano, i quali passano il loro tempo professionale a istillarci l’«odio» profondo e viscerale verso gli arabi e l’Islam. In teoria, la legge Mancino – voluta dal Bnaï B’rith – dovrebbe reprimere soprattutto questo tipo di “odio” che è molto più diffuso e praticato di quello verso altre etnie o gruppi ipeprotetti ed i cui privilegi si potrebbero elencare. L’articolista qui presuppone che sia una colpa e un crimine essere un “filoarabo”, mentre costituisce – secondo lui – un preciso obbligo giuridico l’essere “filoisraeliano” o “filosionista”.]
Poi ci hanno pensato i militanti dipietristi a suonare la grancassa:
[Si noti l’eleganza gionalistica el termine “grancassa”. Se chi scrive ha fatto la scuola fi giornalismo, sembra che non insegnino il principio della continenza formale. A dire il vero, la grancassa la sta suonando in questi giorni proprio l’Hasbara israeliana che ha mobilitato tutte le sue truppe mediatiche. Si pensi al video-farsa, un insulto ai morti, subito dopo ritirato, ma niente di più abominevole poteva essere prodotto: il “Giornale” con il suo titolo inneggiante all’omicidio di stato ha subito accolto le indicazioni che venivano dall’altra sponda del Mediterraneo.]
accuse a Israele, offese agli ebrei, applausi ad Ahmadinejad e persino apologia di Hitler e inni all’Olocausto.
[Tutti gli ingredienti messi insieme! Quelli che in questo dopoguerra hanno fatto la fortuna finanziaria di un’infinità di associazioni ebraiche e di studi professionali. A dirlo è l’«ebreo che odia se stesso» Norman G. Finkelstein, per il quale essendo egli un ebreo, non potendo usare la rituale accusa-insulto di “antisemita” si è invece coniato il termine davvero fantasioso di «ebreo che odia se stesso». Ci sarebbe poi da aprire una lunga digressione per spiegare che i sionisti in realta non sono giudei in senso proprio, essendo il giuadaismo ortodosso, ad esempio quello di Neturei karta, l’esatto opposto del giudaismo. Ma queste cose il grande pubblico non le sa. E come potrà mai saperlo se a tenere banco sono sempre i media fortemente in mano agli stessi sionisti?]
La pancia dell’elettorato Idv trasuda bile nei confronti dei nemici interni e non: Berlusconi, Stati Uniti e Tel Aviv, con un livello di odio che rasenta l’imbarazzo.
[Questa dell’«odio» è na nuova industria, ma non credo altrettanto redditizia di quella già collaudato. Basta qui soltanto misurare l’«odio» che trasuda da ogni riga di questo e di altri articoli che appaiono regolarmente sul Giornale e altri fogli sionisti per chiedersi con quale credibilità costoro pretendono di essere i portatore di quell’amore che solo si può contrapporre all’«odio». Ma quando chi scrive dimostra egli stesso un “odio” feroce contro chi non ha mai avuto odio per nessuno, se non si confonde l’indignazione per la vista dell’ingiustizia con l’odio stessoe che è altra cosa, su cui ben sapeva giudicare l’ebreo Spinoza che ha attribuito proprio all’ebraismo yn’essenza fatta di odio verso l’umanit°: era un grande filosofo! «L’amor patrio degli Ebrei non era semplice amore, era fervore religioso e, insieme all’odio verso gli altri popoli, esso era ravvivato e alimentato dal culto quotidiano, in modo tale da convertirsi, insieme a quell’odio, in una sorta di seconda natura. Infatti il culto quotidiano non solo era completamente diverso dagli altri (per cui essi venivano a trovarsi in una posizione particolare e del tutto separata da quella degli altri popoli) ma anche assolutamente contrario ad ogni altro culto straniero. Da questa specie di condanna, rinnovata ogni giorno, nasceva necessariamente un odio senza tregua verso le altre genti, superiore a qualunque altro che pur si radichi profondamente negli animi. Era un odio che scaturiva da un grande e devoto sentimento religioso ed era ritenuto esso stesso zelo religioso. Come concepire un sentimento più profondo e più tenace di questo?» Citato qui da Poliakov, che nelle sua scientificissima storia dell’antisemitismo in quattro volumi ne ha fatto di Spinoza un precursore dei “forni crematori” che naturalmente non sono le “camere a gas”, come spesso si confonde: da Spinoza, a Herder, Fichete, hegel fino appunto ai “forni crematori”, che però sono ancora in uso per chi preferisce la cremazione all’inumazione. Dobbiamo aspettarci che presto anche Spinora sarà epurato dai corsi di storia della filosofia. In ogni caso, io credo più a Spinoza che non all’articolista del Giornale.]
Qualcuno prova a contenere la furia razzista ma viene subito bacchettato dai dipietristi ortodossi, in politica estera filoiraniani.
[Una doppio insulto in manco due righe: quello di razzismo e l’essere filorianiani, come se ciò fosse impedito da qualche legge che non esiste o forse solo de iure condendo. quanto al razzismo è da ricordare che Durban I equiparò proprio il sionismo al razzismo. Vi fu poi una manovrà che cancellò questa equiparazione, che però resta fondata. Aspetto fra qualche giorno copia di un libro che sta avendo molto successo di vendite: “Israele uno stato razzista”, di Mario Moncada. Del resto, l’accusa di razzismo è così insidiosa che chi la lancia verso gli altri rischia di essere lui razzista senza neppure saperlo]
Già il commento di De Magistris sull’episodio della Freedom Flotilla non lascia spazio a dubbi: «I pacifisti erano animati dal solo intento di rompere l’embargo e portare aiuti umanitari»; «La risoluzione approvata dall’Onu è troppo debole perché non condanna in modo esplicito il governo israeliano»; «Fa male registrare che il nostro Paese ha bocciato con gli Usa la commissione d’inchiesta su quanto accaduto»; «La Palestina è da anni abbandonata a se stessa»; «Israele deve metter fine all’occupazione della Palestina, favorire il ritorno dei profughi, accettare Gerusalemme divisa, metter fine all’embargo di Gaza». «Gaza è sola», è il grido di De Magistris che arriva a paragonare la situazione della Striscia mediorientale a quella di Praga nel ’68, invasa dai carriarmati sovietici.
[Le dichiarazioni di De Magistris, peraltro un magistrato, sono ineccepibili. Possono essere chiaramente non condivise da un sionista e da chi è direttamente o indirettamente, materialmente o moralmente responsabile e complice dell’operazione Piombo Fuso e dello strangolamento per fame e malattia di oltre un milione e mezzo di persone in una nuova forma di prigione urbana, ma non possono essere criminalizzate più non si possono criminalizzare le giustificazioni del Giornale di una vera e propria strage consumata sulla nave turca. Se il Giornale di Fetri crede in questo modo di esercitare la sua libertà di stampa non può criminalizzare la libertà di pensiero di un De Magistris e di quanti con lui consentono. Non puà gettare fango sui dipietristi e poi lamentarsi quando criticano aspramente la linea politica di un giornale apertamente sionista, e cioè “razzista”, se dovesse risultare fondata l’equiparazione sionismo = razzismo, secondo una diffusa opinione, peraltro accolta a Durban I.]
Musica per le orecchie degli italiavaloristi che si sfogano così: «Israele ha dimostrato al mondo intero chi comanda veramente. Loro possono fare tutto quello che vogliono perché godono della protezione del Dio-Denaro-Vaticano-Inglese-Israeliano». E non può mancare l’attacco al nostro governo: «È inaccettabile che un pugno di ebrei come Frattini metta il nostro Paese a fianco di Israele. È ora di cacciare dal nostro Paese Frattini e la mafia anglosassone israeliana, spie infiltrate del Mossad...». Ma c’è pure chi alla piega antisemita prova a controbattere. La risposta è secca e a tratti delirante: «Dopo i recenti massacri di innocenti civili, donne e bambini palestinesi da parte degli ebrei terroristi di Israele... Hitler non senza ragione voleva eliminare questi parassiti mangiapane a tradimento che non vogliono lavorare onestamente ma con l’inganno e la pornografia. Hitler... Che Iddio ti benedica». Il furore antisemita scuote qualcuno. Un altro internauta non ci sta: «Il pregiudizio impera su questo blog. Assurdo leggere che “gli ebrei erano dei predoni ecc...” e poi tacciare di ignoranza gli altri...». Non solo. Tale Rita si spinge oltre: «La Palestina potrebbe crescere senza Hamas. Dove sono i soldi che Arafat aveva nei conti svizzeri? Non dovevano servire per lo Stato Palestinese? Basta armi per sparare contro Israele: se la smettono, Israele non risponderà». Niente da fare. La stragrande maggioranza non ce la fa proprio a togliersi la kefiah dal collo: «Diciamo la verità - sostiene uno -... Gli ebrei hanno da sempre rotto le palle a tutto il mondo con la loro puzza sotto il naso e con la prima teorizzazione storica del “razzismo” definendosi “Popolo eletto da Dio”, cosa che indirettamente asserisce l’inferiorità degli altri popoli. Ma tranquilli... Tra poco dovranno se la dovranno vedere con i cinesi...». Un altro ancora ce l’ha con De Magistris: «Hai una posizione pacifista anti-israeliana e antiamericana più adatta a Sinistra e Libertà o al Partito comunista dei lavoratori che non a un partito che spero liberaldemocratico come l’Idv». E ancora: «L’unico posto in Medio Oriente dove gli arabi possono leggere qualsiasi giornale o guardare qualsiasi tv, andare con o senza velo, cambiare religione o cessare di praticarla senza essere uccisi, con uno Stato di diritto che giudica senza ricorrere alla Sharia è uno solo: si chiama Israele». Ma Diego ribatte così: «A proposito di Israele, vorrei vedere se l’Iran avesse fatto la stessa cosa... Giù minacce di guerra e ultimatum con l’ipocrita del millennio, Barack Obama, in prima fila a fare l’americano democratico. Dov’è lui adesso? Dico solo che Ahmadinejad, qualche volta, non sbaglia affatto». E sempre a proposito di Iran, sul sito dell’eurodeputata dipietrista Sonia Alfano, impazza una teoria dietrologica. Scrive Marina: «Io credo che Israele e l’America stiano studiando da tempo come attaccare l’Iran. Viste le difficoltà su vari piani per attaccarla direttamente, potrebbe essere questa mossa, del tutto impopolare, a scatenare una ritorsione da parte dell’Iran o di altre nazioni dell’area, dando la giustificazione a farlo... Mi ricordo di Pearl Harbor, del Golfo del Tonchino... Tutte false flag per aver la scusa di fare la guerra! Svegliamoci».

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l) La solfa del diritto di difendersi con licenza preventiva di uccidere. – Il principio di autoesenzione da un diritto che gli altri devono invece rispettare, per giunta nell’interpretazione di volta in volta data, è una costante assoluta dell’Hasbara. Andando al link e prestando attenzione a quelli che presumono di essere un “commento stampa”, se ne coglie immediatamente il senso. Per fortuna, abbiamo imparato faticosamente a non reagire in toni che sarebbero immancabilmente tacciati di “antisemitismo”, un altro dei collaudati ed ormai spuntati cliches dell’Hasbara. Quanto poi alle “liste” ne fanno a piacimento, manco fossero le “liste” della spesa al mercato. Madonna Fiammetta messa in parlamento ce la mette proprio tutta per rendere questa istituzione sempre meno credibile ed autorevole. Vi era stato un’altro caso, ma al confronto infinitamente più dignitoso: Cicciolina. Se Israele è l’Occidente - come pretende Fiammetta – siamo davvero messi male. E dagli con questi “antisemiti”. Almeno una volta ci dicessero cosa sono, che roba è. Figuriamoci la “nausea” di Bernardo! Vi sarebbe da chiarire il senso: se quella che prova lui verso altri o quella che altri provano verso lui. Lasciamo impregiudicato il dilemma. Non si capisce bene se nella prosa di Fiammetta il “modno” di cui parla, il mondo «ci ripensa» sarebbe poi lo stesso Bernardo. Beh! Insomma. I “ceffi armati” con i quali vengono gratificati i pacifisti che ci hanno rimesso la vita la dice lunga sulla “superiore moralità” di chi scrive sempre sul “Giornale”. La parzialità delle posizioni di donna Fiammetta non si smentisce mai. Il problema è che qualcuno l’ha voluta in parlamento, non certo gli elettori. Se avessero messo il famoso cavallo di Caligola, con questa legge elettorale, anche lui sarebbe stato eletto. Se ognuno di noi potesse fare una “Lista” delle persone più intelligenti, di quelle meno intelligenti e così via, e questa lista dovesse poi acquisire carattere “normativo”, credo vi sarebbe una grande confusione. Il fatto che UE e USA si arroghino il diritto di fare “liste” se non è cosa che ricorda le classiche di proscrizione, che non erano un grande esempio di civiltà giuridica, dà certo la misura di quanto si sia perso quel valori che i filosofi chiamano “certezza del diritto”. Il Corriere della Sera sempre più merita il nome di “Corriere di Sion”. Ad ogni passo – più avanti – ti tirano di mezzo sempre il soldatino Gilad Shalid, in tutte le salse e in tutte le pietanze. Mah! Basta! Quel che è troppo e chi vuol documentarsi ha il link, dove può suoi personali commenti non coperti da censura e autocensura.

m) L’incredibile che più incredibile non si può. – Mi astengo da un commento non difficile da intuire in quali termini mi detta il cuore. Voglio vedere in che modo sarà letto e interpretato da altri la notizia secondo cui «10.06.2010 - Riccardo Pacifici visita i soldati feriti dai 'pacifisti' della Flotilla e li invita in Italia». È qui totalmente ribaltata ogni idea di identità e dignità nazionale. E lo lasciano fare e forse non per celia lo si dice il vero sindaco di Roma. Possiamo aspettarci tante nuove cittadinanze romano onorario per ogni soldato israeliano che si si è calato dalla corda, armato di tutto punto, per andare a massacrare civili inermi, fra cui si trovano sei nostri concittadini italiani. A chi ha dubbi su cosa sia la “doppia o tripla fedeltà” può essere indicato un caso sa passare ai manuali. Già qualcuno a Nord ha detto cosa se ne fa della bandiera italiana, qui al Centro sappiamo di quale considerazione gode l’italianità, l’essere il dirsi il sentirsi italiani… Incredile! Orribile? Scandaloso!

n) Un personaggio tutto d’un pezzo. – Di Daniel Pipe basta leggere un solo articolo per poter dire di averli letti tutti: quelli già scritti e quella che ancora scriverà. La sua mente pensa sempre la stessa cosa. E non diciamo quale. Osserviamo soltanto che nella politica legislativa seguitiva dal sionismo per la repressione interna si è molto lavorato sul concetto di «odio». Gli avversari politici, gli oppositori, i critici tollerati sarebbero tutti affetti da “odio” contro Israele, e magari contro i suoi ideologi. Ergo, trovano un apparato giudiziario “amico” ed esso stesso “sionista”, la trappola è bella e pronta. La casistica consente di documentare come uno dei cardini della civiltà giuridica, cioè la “certezza del diritto”, è ormai totalmente inesistente. Non è però che con tanta lotta contro l’«odio» sia stato finalmente instaurato sulla terra il regno dell’amore, cosa mai riuscita in 2000 anni di cristianesimo. Certamente l’Ipocrisia e la Menzogna hanno raggiunte vette mai toccato in passato. L’unico «odio» – questo sì autentico – che si può accertamente, e raccogliere in barili, è quello di chi si serve dell’accusa strumentale di “odio” lanciata contro gli avversari, peraltro assolutamente legittimati nella loro difesa. E ciò rende quanto mai attuale una certa pagina di Spinoza al riguardo: aveva saputo vedere con profondità filosofica il suo presente, il suo passato ed anche il nostro futuro.

o) Una carrellata. – Non ho seguito né la stampa né internet per una settimana. Trovo dunque un arretrato di notizie che commento e segnalo in modo continuativo. Intanto, un dato importante: con internet, che non a caso si cercca disperatamente di imbavagliare, Israele e le Comunità ebraiche hanno perso il monopolio pressochè assoluto dell’informazione che da sempre hanno avuto. Non puà che essere “angelica” la riflessione che si trova al riguardo: naturalmente da un punto di vista tutto sionista. Riteniamo sufficiente la segnalazione senza addentarci oltre. Altre notizie di analogo tenore devono fare i conti con la nostra stanchezza che diventa insidiosa quando manca anche la pazienza.


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9. L’intoppo cipriota. – Come in un romanzo giallo. Mentre era previsto che da Cipro partissero le nove navi della Flotilla, si legge di “pressioni” da parte di israele sul governo turco affinché impedisca la partenza delle navi dai suoi porti alla volta di Gaza. Di che natura saranno mai state queste pressioni? Un bombardamento su Cipro? Una testatina atomica che possa distruggere tutta l’isola? Ricatti economici? La geopolitica è comprendere quali mezzi di “pressione” uno stato riesce ad esercitare su di un altro stato sovrano, o forse sovrano. Si legge anche che i parlamentari europei – contro cui esiste una campagna del sionista Albertini – avrebbero intenzione di unirsi all’equipaggio della Flotilla, ma ne sarebbero impediti dal governo cipriota, sempre su pressione di Israele. Come da un punto di vista giuridico si possa impedire ciò, pare strano e vorremmo cercare di capirlo, se ci riesce. Ecco, quale può forse essere stato l’escamotage motivazionale: «"Il governo cipriota non vuole che lasciamo Cipro", ha denunciato Audrey Bomse della 'Flotta della poverta', mentre da Nicosia riferiscono di non aver ricevuto dall'autorita' palestinese alcuna richiesta formale di aiuti umanitari» (Fonte). Ma se fosse per Abu Mazen costui sarebbe ben contento che tutte le navi affondassero in mare con tutto il carico di merci e di persone. Se questa può essere stata la motivazione, restano da capire di quali effettivi strumenti di pressione sul governo cipriota disponga Israele.

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10. Apertura egiziana. – Alla notizia dell’intoppo cipriota, a seguito di pressioni israeliane sul governo di Cipro, giunge invece la notizia di segno opposto secondo cui il governo egiziano non ostacolerebbe le operazioni di sbarco della Flotilla, sempre che riesca a partire da Cipro.

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11. Esilaranti dichiarazioni di Lieberman. – Eccole da una nota di agenzia: «Gerusalemme, 28 mag. (Adnkronos) - La flotta di navi della "Freedoom Flotilla" che intende sbarcare a Gaza per portare 10mila tonnellate di aiuti umanitari rappresenta "una violenta propaganda contro Israele". E' quanto ha dichiarato oggi il ministro israeliano degli Esteri Avigdor Lieberman, sottolineando che il governo "non permettera' violazioni della nostra sovranita'". Il ministro ha poi aggiunto che a Gaza "non c'e' una crisi umanitaria"» (Fonte).

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12. Minacce e rischio di arrembaggio. – Si fanno sempre più insistenti le minacce di pirateria e arrembaggio con sequesto delle merci e impriogionamento dei passeggeri: a) navi turche minacciate di arrembaggio; b) Pronti ad arrestare gli attivisti; c) Passa o non passa Freedom Flotilla? - In questo link di “politicamentecorretto.com” si trovano raccolte notizie accurate, ben ordinate e aggiornate.

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13. Perfidia israeliana. – Ogni studente di un corso istituzionale di diritto internazionale conosce la distinzione fra acque internazionali e acque territoriali. Classicamente, il limite della acque territoriali comincia a tre miglia marine, cioè fuori del limite dei cannoni di un tempo. Alcuni stati cercano di portare più avanti possibile il limite delle loro acque territoriali, che però deve sempre essere internazionalmente riconosciuto. Ed in ogni caso non potrà essere mai tale da annullare il concetto stesso di acque internazionali e di mare libero al punto di trasformare perfino gli oceani in acque interne o al massimo in un condominio. Che Gaza abbia coste e mare proprio basta un’occhiata su una carta geografica. Il punto è la legittimità dell’assedio israeliano e lo strangolamento per fame di oltre un milione e mezzo di persone. Insomma, dal punto di vista del diritto internazionale – se ha senso, se si può parlare di un diritto internazionale e di una legalità internazionale – Israele oppone la forza bruta ad ogni principio di equità e di legittimità giusnaturalistica. Il filosofo Jaspers aveva offerta una sua prestazione gratuita, formulando il concetto di “stato criminale”, che però lui voleva applicare ad una Germania che ormai non c’era più: la Germania nazista. Molto coraggiosamente, il filosofo Jaspers, al pari del nostro Maramaldo, uccideva uno stato morto. Ben si è guardato, che io al momento sappia, dal rivolgere lo stesso concetto allo stato di Israele, il cui deficit di legittimità era già allora chiaro agli occhi esperti di un filosofo. La perfidia di cui si legge in questa agenzia avanza la pretesa di ricevere in consegna quegli aiuti internazionali che in quattro anni di assedio Israele non ha mai voluto lasciar passare, nel suo tentativo di spezzare la resistenza eroica di un popolo che per nostra vergogna, cioè a causa dei nostri governi complici ed aguzzini, non si è mai piegato in una disparità stratosferica di forze ed armamenti. Tanta capacità di resistenza, in pratica fino alla morte, è possibile solo in chi ha una coscienza assoluta del proprio diritto e della propria dignità umana. E qui più non dico, ma osservo che gli organizzatori della spedizione hanno ben compreso l’insidia loro tesa: il riconoscimento di una occupazione e di un assedio che a parola, attraverso l’ONU, il mondo avrebbe già avrebbe invece respinto e condannato. La nostra generazione vive tempi ancora più tristi della generazione che ci ha preceduto. Vogliono perfino ingannarci nell’interpretazione del passato storico e negarci la comprensione della nostra quotidianità. Mai menzogna fu più potente e sfacciata. Il regno hobbesiano della tenebre e della menzogna si è realizzato pienamente nella nostra epoca, come mai prima è successo. La perfidia si manifesta anche con disturbi delle comunicazioni in atto, per impedire alle navi le comunicazioni fra di loro ed al mondo di sapere, un mondo sempre accuratamente tenuto all’oscuro ovvero a bassa intensità di informazione su ciò che è vero, per non dire ad intensità zero. Anche sul piano dei media l’Hasbara israeliana tenta una manovra diversiva, prontamente raccolta, ad esempio, da Rainews24, che già si è distinta nella collaborazione e piena disponibilità con la sionista Nirenstein, affaccendata ad archittettare dispositivi legislativi per metterci il bavaglio. Sempre in tema di perfidia spendo alcune righe per evidenziare le “astuzie” dell’informazione faziosa. In due distinte note su Rainews24 e su la Repubblica.it, si dà l’apparenza della oggettività d’informazione giornalistica, ma cui curiosamente si aggunge che i partecipanti alla Flotilla sarebbe “filosionista”, come se la cosa davanti all’evidenza della barbarie propria dell’assedio avesse una qualche rilevanza. È chiaro l’intento di ridurre la portata morale dell’impegno di quanti anziché starsene comodamente a casa sono lì a rischiare la vita. Ho scritto, in tono pepato ma civile, a Rainews24 che posso assicurare loro, per le persone che ben conosco, che sono su quelle navi a prescindere di chi si trovi vittima di un assedio barbaro e inumano come quello di Gaza. Non sarebbe cambiato nulla se la pelle dei palestinesi di Gaza fosse stata di un colore diverso. A Gaza non ci sono “palestinesi” – certamente intensamente e totalmente “odiati” dallo “Stato ebraico” – ma solo esseri umani. Anche in questi esempi notiamo ciò che si è appresso circa il ruolo dei media durante il massacro di “Piombo Fuso”: l’informazione è parte della guerra, del massacro in atto. Probabilmente, fra 50 anni, quando gli archivi saranno desecretati e se esiste traccia documentaria, sapremo con certezza e ricchezza di dettagli quanto denaro Israele ha investito nell’acquisto di testate e nel pagamento di loro agenti nel sistema dell’informazione globale. Lo si è scoperto per la guerra in Vietnam. Non abbiamo motivo di pensare che il mondo dell’informazione sia da allora cambiato in meglio. E non potevano mancare i diffamatori di professione. Dice il Sommo Poeta: guarda e passa. All’articolista del “Corriere di Sion” è da ribattere che il «gruppetto di italiani» presente nella spedizione salva quell’«onore» nazionale che i Frattini hanno gettato alle ortiche. Ho scritto al Corriere di Sion che la stratosferica offerta di papa Shalit non deve aver compreso il nome della nave “8000”, così chiamata per ricordare gli 8.000 palestinesi che con procedimenti amministrativi giacciono nelle fetide prigioni israeliani, dove viena praticata ordinariamente la tortura, la stessa tortura che sperimentò monsignor Capucci, fra i partecipati alla spedizione, in spregio del pericolo, malgrado la sua età e in pietosa fedeltà del suo “popolo”, sofferente come la figura del Cristo Crocefisso, oggi come 2000 anni fa. Vedilo qui.
Al sindaco Alemanno ho già detto attraverso i media che non ha nessun senso logico e morale l’aver dato una cittadinanza onoraria ad un soldatino, portatore di morte, piuttosto che a un Mordechai Vanunu, rapito dal Mossad israeliano proprio a Roma con sommo dispezzo delle leggi italiane e della città di Roma. Pipì ci fa sapere sul “Corriere di Sion” che a Gaza è come in un Club Mediterrané, meglio che alle Maldive. Peccato, che non possiamo andarci a fare le vacanze!

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14. La stampa sionista in senso stretto. – Non è esaltante, ma può avere un senso studiare i moduli ed i paradigmi della propaganda sionista, che si esprime attraverso i suoi organi ufficiali. Così è per questa traduzione da un quotidiano israeliano, il Jerusalem Post, dove si incomincia con veri e propri insulti: «flottiglia sedicente “umanitaria”». E certo, è una crociera di piacere, organizzata dal dopolavoro dei postali e telefonici! La cantilena su Hamas, regolarmente eletto e fornito di una legittimità che il sionismo non ha mai avuto in tutta la sua storia, non può mai mancare, ma la sua funzione è puramente autopersuasiva, se ci credono almeno loro, e certamente irritante e controproducente agli occhi di chi è capace di un minimo di imparzialità e terzietà. Menzogne e propaganda: nessun argomento nuovo! Ipocrisia vomitevole. E che ci azzecca Shalit? Mah! Sulla legittimità della resistenza palestinese si era già pronunciato Craxi: il fatto è che l’innocenza, la giustizia e il diritto non hanno sempre la forza. Terroristi, terroristi, terroristi! Questa cantilena è già stata messa in evidenza da Robert Fisk come costante della propaganda israeliana. È da chiedersi se il fine sia l’autopersiano o la speranza di poter ancora ingannare qualcuno, ovvero che non abbia autonomamente interesse a farsi ingannare e sia complice e connivente con il disegno sionista.

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15. Rassegna stampa in lingua francese. – a) 30.5.10: La «Freedom Gaza» veut briser le siège israélien de Gaza; b)

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16. Rassegna stampa in lingua spagnola. – a) 2.6.10: Nicaragua suspende relaciones con Israel. – b)

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17. Rassegna stampa in lingua inglese. –

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18. Rassegna stampa in lingua tedesca. –

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19. Rassegna stampa in lingua portoghese. –

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2o. Antisemiti a Roma o assassini a Tel Aviv: quale la verità? – La diffamazione sistematica che caratterizza la propaganda israeliana e sionista gioca qualche volta brutti scherzi. Nel nostro monitoraggio ci è capitato un perfetta simmetria speculare, se è giusta la terminologia, che sarà meglio chiarita dalla documentazione che segue non senza prima recepire la raccomandazione di Monia Benini, soprattutto in questi giorni. Esattamente il 19 gennaio 2009 usciva sul quotidiano israeliano Haaretz la notizia secondo cui il governo israeliano aveva arruolato un vero e proprio esercito di blogger in vari paesi. In loro compito era ed è quello di intervenire nello spazio commenti dei blog, anche in questo, che però ha messo un filtro, per fare la tipica opera di disturbo e spostare su altri temi l’attenzione e l’analisi. La cosa funziona particolarmente in questi giorni. Si può ben capire quanto sia forte per il governo israeliano distogliere l’attenzione da un crimine omicida e forse assassino di pirateria in mare aperto, per il quale è condannato da tutto il mondo, con la sola eccezione degli Stati Uniti, che tentano di attenuare l’indifendibile. Figuriamosi se la classica accusa di antisemitismo non doveva venir risfoderata. È quanto ha appena tentato di fare, ier sera, l’«eccelso sionista» Giorgino Israele. Dalle colonne della sua «Informazione Corretta» Giorgino tenta ancora una volta di gettare fango sui suoi avversare, poveri goym privi di alte protezione. Si noti che G. Israel è redattore organico della testata diretta da Angelo Pezzana: è tutto dire e non faccio la storia di questa agenzia sionista che sembra possa permettersi di tutto. Vi era stata al riguardo una polemica dove era intervenuto Piergiorgio Odifreddi. La cosa rientrò, ma scese in campo tutto il rabbinato italiano e si è potuto così scoprire di quali coperture la testata goda. Ma veniamo al fatto.

Sabato scorso vi è stato in Roma una manifestazione, quasi immediata alla notizia della strage sulla nave turca Marmara. La folla si è data appuntamento in Piazza San Marco, a Roma, e da lì si è mossa verso il vicino Campidoglio e l’altrettanto vicino Ghetto, luogo storico dell’ebraismo romano. Per maggiore efficacia lasciamo la parola allo stesso Giorgino, riportandone il testo:
«Basta leggere i commenti sui siti dei principali giornali per rendersi conto che l’opinione pubblica ha orientamenti diversi ma che coloro che comprendono le ragioni di Israele sono molti di più delle poche migliaia di ebrei italiani. Eppure, ieri sera, per rinverdire gli eventi di una trentina di anni fa, un corteo filopalestinese dell’estrema sinistra è passato davanti al quartiere ebraico di Roma urlando «assassini!». Anzi, a quanto riferisce la stampa: «Li avete ammazzati voi»… Coloro che comprendono le ragioni di Israele magari sono soltanto «fascisti», gli ebrei italiani («voi») sono direttamente «assassini».

Come se non ci fossero altre prove che ormai antisionismo e antisemitismo sono la stessa cosa, hanno voluto confermarlo in prima persona e con una dichiarazione pubblica resa davanti a testimoni» (Fonte
Con la “correttezza” che gli è propria Giorgino omette di dire che vi era stata una provocazione da parte di ebrei con la bandiera di Israele, verso i quali più verosimilmente erano rivolte le grida dei manifestanti: che gli israeliani siano degli «assassini» sono i morti i morti da loro ammazzati a dirlo. Vi è poco da discutere. Prima di leggere il testo e il fatto nel suo preciso contesto:
«Lo spray, invece, ha poche ore. Risale a lunedì pomeriggio, al corteo pro Palestina. Da lì hanno gridato «assassini, fascisti» al centinaio di ebrei romani corsi con la bandiera israeliana in piazza dell’Enciclopedia Italiana, il varco accanto a Palazzo Caetani, per evitare pericolose «invasioni» del Ghetto. Alberto Mayer, 41 anni, è un commerciante ma è anche uno studioso di ebraismo: «Cantavano "Bella ciao" verso di noi. Io ho dei partigiani, tra i miei familiari. E proprio non vedo similitudine tra la Resistenza e ciò che è avvenuto in queste ore...». I manifestanti non sono entrati ma hanno lasciato una scritta. Che amolti ebrei pare un segnale».
[Un segnale? Certo, il fatto che in Roma vi siano degli “ebrei” che in quanto ebrei si associno ai “crimini” di Israele vuol semplicemente dire che se ne assumono le responsabilità. I 700 cittadini di 42 paesi che - armati di scatole di latte in polvere - volevano andare a Gaza, intendevano semplicemnte portare aiuti alle “vittime” degli eredi, arricchiti, delle “vittime”, non certo per dare la caccia all’«ebreo» che oggi in quanto «ebreo» non è diverso dall’esquimese o da uno zulu. Naturalmente, quanto un parà ammazza civili dicendosi “ebreo” si pone un problema, posto però da chi dice di essere “ebreo” (?)… Se non avessi letto Rabkin, sarei facilmente caduto nella trappola di Giorgino che ha un bisogno esistenziale del “persecutore antisemita” per poter esistere e prosperare].

Il testo del “Corriere di Sion” nella stessa fonte già citato, prosegue nella sua narrazione mistificante, con un testo di cui evidenziamo un solo rigo:

«…L’incubo degli ebrei romani ha una data: 9 ottobre 1982…»

Gia! Il 1982! Guarda caso è l’anno dell’operazione “Pace in Galilea”, quando Israele invase per la prima volta il Libano e dove gli orrori immani e immensi commessi dalla Stella di Davide superano ogni immaginazione e oscurano l’epopea tradizionale del vittimismo ebraico. Basta ricordare solo Sabra e Shatila, che è solo una sintesi di tanti orrori che rimarranno forse per sempre nascosti. Ho appena terminato di leggere le 800 pagine dell’ultimo libro di Robert Fisk, Martirio di una nazione, al quale rinvio. La propaganda israeliana e sionista ha operato in profondità nella propagazione del suo sistema di menzogne, inquinando purtroppo anche la scuola, dove un sapere critico non è più possibile. Per questo diventa necessario, importante leggere il più possibile, per demistificare un castello di menzogne, facile da demolire se appena si ha la conoscenza dei fatti: una conoscenza che temono negli altri e che inibiscono senza esclusione di colpi, omicidio compreso. Si apprende leggendo Fisk, che è stato testimone oculare e fonte ad esempio per il massacro di Qana, il cui video era stato nascosto e non sarebbe mai comparso, se una caso blu non ne avesse fatto una copia per darla proprio a Fisk, che in questo modo fece conoscere al mondo uno degli infiniti massacri israeliani. Vi fu in quegli anni una reazione morale in tutto il mondo e l’«incubo» di cui sopra si parla si riferisce appunto a quella reazione mondiale, a quel contesto, di cui oggi ci si dimentica. Bisogna dire che da allora Israele ha investito molti capitali nel controllo della stampa e dei media. Mai l’arte della corruzione è stata così estesa e raffinata. “Mani pulite” non nasce dal nulla. Quindi, si decidano: quelli che sopra nella foto hanno sbandierato la stella di Davide ci dicano se si assumano anche la responsabilità storica del massacra di Sabra e Shatila o di quello di Quana. E poi non si dispiacciano se siamo di altro avviso e di altro orientamento. Visto che ne hanno il diritto e la possibilità materiale, a noi non dispiacerebbe affatto se raggiungessero la loro Terra Promessa, naturalmente regolando poi i loro conti con la popolazione autoctona dei palestinesi, che non ha mai inteso rinunciare ai suoi diritto e soprattutto al suo di “diritto al ritorno”, ricononosciuto dall’ONU non meno di un altro sciagurato riconoscimento. Quando il governo italiano mi chiederà il mio piano per il “processo di pace”, sarò ben lieto di illustrarlo.

In assenza di contesto, eravamo quasi caduti in inganno, pensando che ci fosse stato una caccia all’ebreo nel ghetto! Cosa che sembra accadesse secoli e secoli addietro, per ragioni certamente interessanti da indagare e studiare.

Quasi ce lo immaginavamo gongolante il nostro Giorgino: «eccovi, vi ho presi nel sacco, antisemiti! Mancino, Mancino, Mancino! Goal!». E già! Ma non tutte le ciambelle escono con il buco. E spostiamoci di diverse migliaia di km in linea d’aria, nelle patria di elezione di Giorgino, di cui porta il nome: ad Ashkelon, in Israele, e precisamente davanti al Tribunale, dove una folla assatanata di... come dobbiamo chiamarli? Lasciamo in bianco! Che ce lo dica Giorgino, dico una Folla innominata gridava non “Assassini, li avete ammazzati voi"”, ma «A morte gli Arabi!». E li hanno ammazzato per davvero, mica tanto per dire. Ma che qui per simmetria lasciamo parlare le agenzie:
«An-Nasira (Nazareth) - Infopal. Il tribunale di pace israeliano di Ashkelon ha esteso ieri, di una settimana, il fermo dei membri della delegazione di "Arabi del '48" [si tratta dei palestinesi che vivono all'interno di Israele, "cittadini israeliani" che tuttavia vengono discriminati in vari modi, ndr], che partecipava alla spedizione della Flotilla.

Tra le persone coinvolte dal prolungamento della sentenza vi sono il presidente del Comitato di monitoraggio arabo israeliano Muhammad Zaydan, il presidente del movimento islamico in Israele shaykh Raed Salah, il presidente dell'ala sud del movimento Hammad Abu Da'abis e l'attivista umanitaria e coordinatrice del movimento Free Gaza, Lubna Masarwa.

Questi ed altri membri della delegazione saranno trattenuti per il proseguimento degli interrogatori, che puntano a creare un quadro legale entro cui poter muovere delle accuse legate alla partecipazione di "Arabi del '48" alla Flotilla.

A questo proposito, il giudice di pace Dina Cohen sembra essere vicina al parere della Procura, secondo cui il rilascio dei membri della delegazione ostacolerebbe gli interrogatori e metterebbe in pericolo la vita della popolazione.

Come riportano fonti palestinesi, tra le accuse mosse agli attivisti rientrano "la pianificazione di reato, la presenza sul luogo di un reato, la messa a rischio della vita dei soldati israeliani e il possesso e uso d'armi".

In risposta alle affermazioni della procura, la squadra legale che ha assunto la difesa degli "Arabi del '48" ha annunciato che stamattina farà ricorso al Tribunale centrale contro la sentenza di estensione della custodia.

È opportuno segnalare che durante la lunga seduta - iniziata ieri all'una del pomeriggio e terminata alla mezzanotte tra ieri e oggi - che ha visto il Tribunale di pace prolungare l'arresto degli attivisti, decine di dimostranti dell'estrema destra israeliana hanno manifestato davanti al tribunale di Ashkelon ripetendo slogan razzisti, tra cui "A morte gli arabi"» (Fonte).
La notizia che specificamente ci riguarda, ai fini della simmetria speculare da noi evidenziata, si trova verso la fine, ma non sono meno sconvolgenti le notizie che precedono. Ed allora: sono “antisemiti” i manifestanti di Roma scesi in piazza per protestare contro la strage criminale in mare, dove è stata minacciata la vita e la dignità anche di nostri sei concittadini? O sono per davvero “assassini” i manifestanti di Ashkelon? Di essi poco mi importa se sono di destra, di sinistra, di centro, di sopra, di sotto. Gli “assassini” sono per me sempre “assassini” ed esecrabili, qualunque sia il loro colore politico.

Or bene, i morti ammazzati ci sono stati, 9, 19 o 99 che siano. I feriti non si sa quanto siano. Il trauma e la dignità offesa non la contabilizziamo. Ma quei morti, turchi o arabi o altra nazionalità, chi li pagherà? Passeranno in cavalleria? Tanto con tutte le migliaia fatte solo a Gaza, per non parlare quelle innumerevoli in 62 anni di gloriosa esistenza dello Stato ebraico di Israele qualche decina in più o in meno è una quantità del tutto trascurabile. Ed è curioso che ancora sulla stampa non si parli di responsabilità per i morti ammazzati. Ci vogliono quasi far credere che in fondo se lo sono ben meritato! Portavano... latte in polvere per i bambini denutriti di Gaza.

Ma non è finita qui. Ho voluto mantenermi nel dubbio, ma la notizia mi è giunta e non ho potuto ignorarla. Eccola:

Fonti turche e alcuni media hanno rivelato un documento in cui risulta che una lista di persone da uccidere era stata preparata in anticipo dall'IDF per l'assalto alla “Freedom Flotilla”.

Il documento rivela i nomi e le immagini delle persone a bordo, che secondo Israele sono stati «coinvolti in organizzazioni internazionali umanitarie di aiuti per Gaza».

Secondo le fonti turche le centinaia di soldati israeliani che ha preso d'assalto la nave turca avevano una copia dell'elenco della morte.

La lista comprendeva i nomi di molti civili sulla flotta che avrebbero dovuto essere uccisi.

Il documento è stato recuperato, a quanto pare, dopo che uno dei soldati israeliani lo ha perso durante il massacro.

Sono già più che sufficienti i crimini certi e accertati di Israele e non vi è nessun bisogno di inventarsene. Resto dunque nel dubbio in attesa di conferma della notizia sopra indicata. Ma il suo accertamente cambierebbe solo il titolo minimo del reato da “omicidio colposo” in “assassinio premeditato”, anzi “strage premeditata”. I precedenti di cosa Israele ha fatto e sia capace di fare sono tanti e tali da non dover qui dare nessuna illustrazione.

Concludiamo, ritornando al principio. Cioè, alla campagna di diffamazione che sionisti e stampa sionista tentano, con scarso credito, contro pacifici ed innocui cittadini, armati solo del loro sdegno, che manifestano democraticamente, avendone il pieno diritto, anche contro quelle frange sociali che hanno sempre coperto lo stato ebraico di Israele qualunque cosa abbia fatto e faccia. Non sarebbe difficile documentare i legami fra la Diaspora, anche quella romana, e lo Stato ebraico di Israele, che offre un passaporto ad ogni ebreo del mondo che voglia fare trasferirsi nella Eretz Israel, cacciando via dalla Palestina un altro po’ di Arabi, anzi meglio se li si ammazza o li si fa morire in forme più discrete, che non diano all’occhio e creino problemi con i media.

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21. A Pigi Battista: ti manca la definizione oggettiva di “antisemita”. – Stavo per mandare una Lettera al “Corriere di Sion”, ma sarebbe stato cosa vana e forse anche controproducente. Ho però letto con attenzione l’articolo di Pieluigi Battista, cercando di cogliere se almeno nella sua prosa, cioè di uno che viene indicato fra le migliori penne della propaganda sionista, si trovasse quella definizione oggettiva di “antisemitca” che vado cercando con il lanternino. Manco qui la si trova. Il termine “antisemita” resta un insulto gratuito proveniente sempre da una delle possibile parti in causa ed ha il pravo scopo di favorire l’applicazione di leggi repressive, in questo caso la legge Mancino, non a caso dovuto ad un lavorio del B’naï B’rith. Neppure le migliori penne del sionismo non sanno cosa dire se non lanciandosi nei più frusti luoghi comuni che ormai non rendono più. Sfruttano un passato di oltre 60 anni fa, un passato che non è neppure concesso di indagare liberamente, oppure tirano fuori un altro argomento tipico: una sorte di aliunde, ma il termine non è forse il più adatto per esprimere un modo ricorrente di respingere le critiche, le accuse, le condanne che sempre più frequentemente e da persone disparate vengono rivolte ad Israele, e cioè rispondono: guardate quel che succede altrove. Perché dovete guardare le persone che ammazzo io? Guardate quelli che ammazzano altrove! Loro ammazzano di più di quanto ammazzo io! E dunque voi siete: antisemiti! È incredibile, ma si arrampicano sugli specchi per negare e respingere la più solare delle evidenze: la Nakba, Sabra e Shatila, Qana, Piombo Fuso, Mavi Marmara... E non la finiscono mai con le loro cantilene: antisemita, antisemita, antisemita! Terrorista, terrorista, terrorista! Hamas, Hamas, Hamas! Iran, Iran, Iran! E più di tutte, la più gettonata: Olocausto, Olocausto, Olocausto! Quello che sperano è proprio che qualcuno perda la pazienza, cada nella trappola e dica loro proprio una di quelle paroline che vogliono sentirsi dire, per gridare ancora più forte: antisemiti, antisemiti, antisemiti! È anche il tentato che sul “Corriere di Sion” fa Pigi Battista che vuole separare l’eretico, la strega, l’untore da un corpo sano dei critici di Israele, al quale si concede una patente governativa (made in Israel) di legittimità. A pensarci bene è proprio questa una subdola forma di razzismo ex art. 3 della costituzione italiana nella misura in cui vuole discriminare categorie di cittadini, sulla base di assoluti pregiudizi e senza nessuna forma di contraddittorio e di difesa da parte di soggetti indefiniti colpiti da diffamazione collettiva a mezzo stampa.

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22. Le foto che non dicono nulla e quelle che mancano. – Ho già osservato, ma giova ripeterlo in questo festival della follia omicida come sia una ben curiosa pretesa quella di esibire foto e video prodotte dal Mossad, mentre sono stati sequestrati tutte le foto e tutti i video che i passeggeri della nave turca avevano fatto. La maggior parte delle persone erano giornalisti ed erano tutti o quasi venute attrezzati con apparecchiature che dovevano servire a documentare tutto ciò che avrebbero visto. Queste apparecchiature, anche parecchie costose, sono state sequestrate, anzi oggetto di rapina a mano armata, ed ora pretendono che noi ci beviamo i loro filmati, le loro foto. Ma chi vogliono ingannare questi idioti? Ma se purtroppo non ci sono le foto e i video degli attivisti umanitari, ci sono i loro corpi massacrati che parlano da soli: un giovane di 19 anni ucciso a distanza ravvicinata con quattro colpi alla nuca e uno al petto! Il corpo sta ancora lì ed aspetta da noi giustizia.


23. Frattini chiede... spiegazioni. – Mai insipienza fu più insipiente e male nasconde la profonda comunione di sentimenti che ha sempre legato il nostro Ministro degli esteri con gli odierni massacratori e aggressori dei nostri connazionali. Già Frattini fece poco o nulla, quando con dispregio per il popolo italiano il pacifista Vittorio Arrigoni fu rinchiuso a mo’ di prigione in un cesso israeliano infestato di parassiti. Un “onore” concesso dal governo israeliano, peraltro, anche ad un alto rappresentante dell’ONU. A fronte del governo turco che ritira il suo ambasciatore, Frattini invece chiede... spiegazioni! Ed è quello stesso Frattini che aveva detto al parlamento italiano di aver ricevuto assicurazioni dal governo israeliano che durante “Piombo Fuso” non vi sarebbe stata l’invasione di terra su Gaza. A menzogna consumata, l’insulto era già stato evidenziato e rimarcato dal precedente ministro degli esteri, Massimo D’Alema. Il governo israeliano prese per il … lo stesso Frattini, ma quel che è peggio il popolo italiano. Ma Frattini sta ancora al suo posto di ministro degli esteri e chiede... spiegazioni. Ho lanciato a Berlusconi, in quanto suo fedele elettore, una solenne Invocazione: leva questo Frattini dal dicastero degli esteri. Se ci sei, o Berlusconi, batti un colpo! Questo è una voce che viene dal popolo, non dalle camarille che ti attorniano e stanno tentando di farti le scarpe!

Le posizioni di Frattini non sono per nulla difficile da spiegare: è il portavoce del governo israeliana con una parzialità che perde la consapevolezza della sfacciataggine. Qualche volta si rende conto di aver sfidato troppo la sopportazione di chi lo ascolta ed allora fa una piccola giravolta: questa è la politica estera italiana, che dico israeliana, nelle mani e sotto la guida di un Frattini.

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24. Le voci della Israel Lobby. – Probabilmente, se i governi avessero fatto sentire la loro voce, mentre le minacce israeliane erano in corso, il governo israeliano non avrebbe interpretato il “silenzio” come un avallo a ciò che hanno fatto. Dalle dichiarazioni che via via vengono diffuse si potranno ricavare in una sorta di monitoraggio le protezioni e le coperture di cui Israele si è avvalso e continua ad avvalersi. La natura e dimensione del “crimine” commesso è indifendibile, come sul dirsi: senza se e senza ma. Chi attenua, copre o depista dalla condanna giuridica e morale, firma una “copertura” di cui deve assumersi la responsabilità davanti alla sua coscienza ed all’opinione pubblica. Il censimento che qui andiamo a fare non è una “lista nera”, come è probabile ci verranno a dire, ma un elenco di dati rigoramente pubblici, spesso da parte di uomini pubblici, la cui condotta non può che essere pubblica, nello spazio pubblico che è proprio della politica. Resi esperti dal nostro Monitoraggio, siamo ormai abituati alle più fantastiche corbellerie che riusciamo perfino a prevedere. Ecco dunque la 1ª) delle ineffabili dichiarazioni che aprono qui una serie che teniamo sempre aperta:
«11:09 Belgio: "Attacco sproporzionato" L'attacco dei commando israeliano contro la flottiglia diretta a Gaza "sembra essere stato piuttosto sproporzionato" ed "estremamente deplorevole" la quantità di forza usata. Tuttavia, il diritto di Israele a vivere in pace resta un fattore "di immensa importanza". Questo il commento del ministro degli Esteri belga, Steven Vanackere alle notizie sull'attacco alla flottiglia di attivisti diretta a Gaza» (Fonte).
E che c’azzecca, direbbe Di Pietro il “tuttavia” del ministro belga Vanackere, il cui nome giunge a noi per la prima volta? È il caso di ripetere e rispondere per l’ennesima volta ad ogni “tuttavia” che ancora sentiremo come lo stato di Israele soffre di un insanabile deficit di legittimità, che è se non è evidente ai ministri lo è però ad ogni onesta coscienza guidata dal lume della ragione naturale: non si possono cacciare 750.000 palestinesi dalle loro case e dai loro villaggi, distrutti e cancellati dalla carta geografica in numero di 531, pari ad oltre il 50 per cento, durante la Nakba e pretendere di avere un riconoscimento di legittimità da parte del mondo intero. Potranno avere, ed hanno avuto, un riconoscimento di legalità da parte dei governi e dei media che hanno già corrotto, minacciato, sui quali hanno il potere di esercitare pressioni, ma non potranno mai avere riconoscimento dei loro “crimini” fino a quanto non riusciranno a pervertire la natura umana, a lobotomizzare i cervelli, facendo sì che l’omicidio mirato e programmato, la pulizia etnica pianificata, appaia come un “diritto” e la difesa dalla prepotenza altrui addirittura un crimine di “terrorismo”. Ne abbiamo le scatole di ministri sche sragionano e pretendono di parlare a nome nostro, mentre sono spesso i pupazzi di ben individuabili lobbies.

2ª) Non poteva mancare la dichiarazione dell’ambasciatore israeliano in Italia. Fortunatamente, è andato persa accidentalmente una prima stesura, dove ci eravano lasciati andare nello scrivere. Ci limitiamo pertanto a dare il testo nudo e crudo di Gideon Meir, le cui incredibili e faziose dichiarazioni ci hanno già altre volte lasciati esterefatti:
«17:29 Ambasciatore israeliano alla Farnesina: "Colpa degli organizzatori". Per Gideon Meir, ambasciatore israeliano a Roma, la responsabilità di quanto è accaduto "deve essere imputata agli organizzatori della Flottilla". E' quanto si legge in una nota dell'ambasciata in seguito al "colloquio telefonico con il capo di Gabinetto del Ministro degli Esteri Franco Frattini". Precisando che "per una versione definitiva sarà necessario attendere maggiori informazioni da Israele", spiega la nota, Meir ha detto che l'esercito israeliano è stato "costretto a reagire" dopo la decisione della Flottilla di "forzare il blocco" e che "secondo quanto dichiarato dagli stessi organizzatori, la missione non era '''destinata a consegnare aiuti umanitari, ma a rompere l'assedio di Israele"» (Fonte).
Come a dire che se i morti sono stati ammazzati, è in fondo tutta colpa loro e se lo sono ben meritata. La “falsità” delle dichiarazioni israeliane ha una lunghissima storia. Rinvio, in ultimo, alla mia recente lettura di Robert Fisk, Il martirio di una nazione, dove le menzogne israeliane, sostituite con altre quando proprio non erano più sostenibili e non producevano nessun effetto, anzi risultano controproducenti ai loro ideatori, venivano sostituire con nuove menzogne, finché anche queste non diventavano insostenibili. Mentono ordinariamente, sapendo di mentire e sapendo che noi sappiamo che essi mentono. Parafrasando il Poeta, dicoamo: Leggi e passa!

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25. Le voci che accusano. – Riteniamo che in questo giorno del 31 maggio 2010 sia importante prendere nota delle dichiazioni e delle posizioni che i protagonisti della scena via via assumono. La fonte dei testi, che potrebbero anche sparire dalla rete, sono da noi riprese finora dal “Repubblica”, un giornale certamente a noi non amico, ma proprio per questo non sospetto di essere il nostro preferito. Precede nell’ordine degli accusatore il primo ministro turco Erdogan, la prima delle vittime in quanto rappresentate di almeno 10 morti turchi:
«17:24 Erdogan: “Un atto di terrorismo di Stato”. Il premier turco Tayyip Erdogan definisce "un atto di terrorismo di Stato" l'assalto israeliano al convoglio di navi che portavano passeggeri e aiuti umanitari ai palestinesi di Gaza e che ha fatto diverse vittime anche turche.Erdogan è sulla via del ritorno dal Sudamerica, dove stava compiendo una visita ufficiale in vari paesi» (Fonte).
Che Israele pratichi fin dalla sua fondazione ed anche prima il “terrorismo” è cosa detta da numerosi scrittori. Ciò che adesso cambia è che a dirlo sia direttamente un capo di stato. Staremo ad osservare come le diplomazie europee, ad incominciare della nostra gioia, il ministro Frattini, potranno ancora recitare la cantilena “terroristi, terroristi, terroristi”, che Robert Fisk ha in merito di aver messo in evidenza nei suoi reportages dal Medio Oriente.

2ª) Sul fatto che lo Stato di Israele sia sempre stato privo di “legittimità” ho insistito parecchio in numerose occasioni, sia a voce, sia per iscritto. Vedo che adesso questo concetto è formulato espressamente da un ministro in una sede istitizionale di massimo livello, cioè l’ONU. Ecco il testo della dichiarazione:
«20:18 Turchia a Consiglio sicurezza Onu: "Israele, persa legittimità internazionale". Con l'attacco alla flottiglia filo-palestinese al largo di Gaza, Israele "ha perso la legittimità all'interno della comunità internazionale" . Lo ha detto il ministro degli esteri della Turchia, Ahmet Davutoglu, intervenendo al Consiglio di Sicurezza dell'Onu. "Un atto di barbarie", "un assassinio di Stato" le espressioni usate dal capo della diplomazia di Ankara» (Fonte).
La “legittimità” è cosa diversa dalla “legalità”. La “legittimità” è connessa alla storia ultramillenaria del diritto naturale ed è associata ai principi di giustizia ed umanità. La “legalità” è ordinariamente praticata dagli stati per fini che spesso poco hanno a che fare con i nostri comuni principi di giustizia, umanità, equità. Il caso dello “Stato ebraico” di Israele è tipico di una “legalità”, già alquanto dubbia di pe sé, in totale assenza di “legittimità”.

3ª) Si è trattato di “aggressione criminale”. Il termine “criminale” ricorre sempre più spesso. Ad usare questa espressione è il premier libanese Saad Hariri:
«20:15 - Condoglianze ai turchi dal premier libanese Hariri. Anche il premier libanese, Saad Hariri, ha telefonato al presidente turco Abdullah Gul per fargli le condoglianze per la morte dei "martiri turchi" nell'"aggressione criminale" israeliana contro la Freedom Flotilla. Il primo ministro libanese ha sottolineato che il suo Paese, in quanto presidente di turno, ha convocato una riunione d'emergenza del Consiglio di Sicurezza dell'Onu» (Fonte).
La nozione di “stato criminale” che il filosofo Karl Jaspers aveva coniato per lo Stato nazista diventa qui molto più appropriata per lo Stato sionista.

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26. Le voci che nicchiano. – Si può prevedere che le dichiarazioni che tergiversano saranno la maggioranza. Nessuno oserà difendere l’indifendibile, ma se già erano amici del giaguaro non saranno per questo meno amici e poco servirà loro perfino cambiare di campo, non potendo in tal modo annullare le loro responsabilità per il passato. Di Enrico Bernardo Levi, il “nuovo” e ora vecchio filosofo francese, riporto una dichiarazione, ma non potrò mai dimenticare la sua foto in divisa israeliana accanto ad un carro armata. È lui uno dei primi firmatari del Jcall, avendo semplicemente compreso che in fondo al tunnel, anche per lui, vi è solo il suicidio politico. Con maggiore dignità e coerenza Avraham Burg ha capito, fatto comprendere e ha denunciato quello che il “filosofo” sembra aver capito tardivamente, ma senza per questo essersi redento da pesanti responsalità morali e intellettuali. Non vi sarà nessun trasformismo che potrà attenuare la mia disistima per il collega filosofo. Ecco la 1ª delle dichiarazioni di quelli che nicchiano:
«16:58 Il filosofo Bernard Henri-Levy: "Devastante per l'immagine d'Israele". L'assalto israeliano contro una flottiglia umanitaria diretta a Gaza è "stupido" ed è "devastante" per l'immagine di Israele. Lo ha detto il filosofo francese Bernard Henri-Levy, nel corso di un forum sulla pace a Tel Aviv. "Le immagini faranno il giro del mondo. Per questo Paese sono più devastanti che un attacco militare"» (Fonte).
Chiaramente, non vi è qui nessuna preoccupazione “umanitaria”, ma solo la costernazione per la perdita di immagine di quella parte politica, che Bernardo ha difeso perfino davanti agli orrori di “Piombo Fuso”.

27. La propaganda israeliana in Italia. – La propaganda israeliana in Italia è così strutturata: a) Una serie di testatine che sono interamente sioniste. A leggere regolarmente questi giornali, che non si trovano nelle edicole, invano si leggerebbe un articolo in controtendenza. b) Vi sono poi un numero imprecisato e non facilmente individuale di “uomini”, “agenti”, collocati nelle redazioni delle maggiori testate giornalistiche e televisive. c) Vi sono poi appositi gruppi di pressione, vere e proprie lobbies, truppe di assalto, il cui compito quotidiana è la denigrazione di ogni stormir di vento che non spiri a favore di Israele. Tra questi spicca «Informazione Corretta», che anche oggi brilla nella difesa dell’indifendibile. Non ce ne occupiamo oltre per ragioni di profilassi. Da segnalare poi anche una testata cristiano sionista, «Notizie su israele» che riporta quasi sempre gli stessi testi della prima. Poi vi sono altre testate che traducono in italiano articoli per lo più dal “Jerusalem Post”, ma che potrebbero essere confezionate direttamente all’estero, forse in Iraele. Non si vedono più in giro sul web italiano gruppi pararmati di blogger, che secondo una nota di agenzia erano assoldati direttamente da Israele per azioni di disturno sul web italiano. Danno spesso luogo al noto fenomeno del trollismo. Si leggono gli stessi stupidi cliché di sempre, resi ora più immondi per la gioia del sangue innocente ancora una volta sparso. Naturalmente, per questo genere di «odio», autentico, non vi è nessuna Commissione di indagine parlamentare!

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28. Le manifestazioni in Italia e nel mondo. – In modo ordinato e con recezione critica cerchiamo di stilare un elenco delle manifestazioni di cui ci giunge notizia. Avvertiamo che ci troviamo spesso costretti ad attingere da fonti giornalistiche “embedded”, di cui facciamo critica quando possiamo. La nostra principale intenzione è tuttavia quella di redigere un elenco delle reazioni a questo ennesimo crimine israeliano. Purtroppo dobbiamo constatare come costoro abbiano assoluta certezza della loro impunità. È come se sapessere che al massimo potrà esservi un clamore giornalistico, in attesa che venga incalato dai “loro uomini” strategicamente collocati nei punti nevralgici del sistema mediatico, oltre che dalla presa di posizione dei “loro” politici, delle “loro” lobbies.

1ª) In ordine casuale apprendiamo di una prima manifestazione in Genova, dove davanti alla Prefettura è stata recitata un preghiera in lingua araba: sono queste le “armi” di cui dispongono i manifestanti, in sintonia con il “latte in polvere” che gli attivisti della “Flotilla” portavano ai bambini di Gaza:
«20:08 - Genova, minuto di silenzio e preghiera in arabo davanti alla Prefettura. Si è concluso con un minuto di silenzio davanti alla Prefettura il corteo di protesta contro l'uccisione dei pacifisti diretti a Gaza. Il corteo, connotato dalle grida "Palestina libera" e "Israele criminale", ha attraversato le vie del centro e ha visto la partecipazione di molti palestinesi residenti a Genova, arabi, musulmani e rappresentanti di associazioni che sostengono la causa del popolo palestinese. Davanti alla prefettura è stata recitata anche una preghiera in arabo per i defunti» (Fonte).
Naturalmente, vi è da sperare che la reazione popolare cresca a livelli mai prima raggiunti e soprattutto che non si arresti mai e dia vita ad istanze permanenti.

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29. Morti, feriti, arrestati. – Sul numero dei morti e dei feriti si assiste ad un vergognoso balletto di cifre, date soltanto da fonte israeliana. Da Fernando Rossi, ritornato in Italia, sappiamo che ne erano state contate 19 di morti, poi in ultimo scesi a 9, come se ciò rendesse meno grave il fatto. Si tratta sempre di fonti israeliane, giacché hanno attuato lo stesso blocco delle informazioni che avevano usato per “Piombo Fuso”. Non si devono conoscere le loro malefatte, se non per bocca delle pagliette dell’informazione e dei velinari dell’esercito. Raccogliamo qui, in modo selettivo e con le consuete cautele, tutte le notizie o almeno quelle più significative che ci arrivano sui morti, sui feriti, sulle sorti delle persone trattenute, eliminando i doppioni e scartando quelle di qualità inferiore.

1ª) Non possiamo che rispettare una forma di silenzio, o di omaggio revente verso persone che non stavano certamente lì per propri comodi, ma per un impegno di “amore” verso un’umanità sofferente. Meritano in senso proprio la qualifica di “martiri” e noi dobbiamo raccogliere il loro testimone.
«21:01 Haaretz: "Nove i morti, arrestati 32 attivisti, feriti otto soldati, due gravi". Secondo il sito del quotidiano israeliano Haaretz, tutte le navi della Freedom Flotilla sono nel porto israeliano di Ashdod. Il bilancio, secondo Haaretz, è di nove morti, 34 attivisti feriti ricoverati in ospedali israeliani e almeno altri 32 arrestati. Nel raid sono rimasti feriti otto soldati israeliani, due dei quali sono gravi. Gli attivisti palestinesi a bordo della "Mavi Marmara" - 500 o 600 a seconda dei siti israeliani - sono ancora trattenuti a bordo, in attesa di essere identificati e interrogati. Successivamente, spiega il sito Ynet News, verranno divisi per nazionalità e trasferiti nel carcere di Beersheba. Al momento, riferisce Haaretz, solo 25 attivisti che erano a bordo delle altre navi della Freedom Flotilla hanno accettato di farsi espellere da Israele. Altri 32, fra i quali 16 che hanno rifiutato di farsi identificare, sono stati arrestati» (Fonte).
Non possiamo dimenticare questi morti, siano essi 9, 19 o 99. Essi sono per davvero “tutti noi”. A chi ha scritto un libro osceno dal titolo “Israele siamo noi” rispondiamo che “noi” ci identifichiamo non con Israele, ma con quei morti per mano israeliana.

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30. Rassegna stampa su Joe Fallisi. – Raccolgo qui tutte le notizie che trovo in rete su Joe Fallisi, facendo opera di selezione e di scarto di doppioni e di testi irrilevanti o infondati. Con Fallisi mi ero sentito prima della partenza, all’inizio del suo viaggio e poi non ho più avuto notizie. Provo anche adesso a telefonare sul suo cellulare, ma non ricevo nessun segnalo, ovvero un rumore strano. In mancanza di fonti dirette raccolgo quel che trovo, per Fallisi, e per ognuno degli altri italiani di cui ho il nome.

1ª) Reuters, 1° giugno 2010, ore 13.45: «ROMA (Reuters) - Sono sei i cittadini italiani - due dei quali con doppia cittadinanza - detenuti in Israele dopo il raid di ieri contro il convoglio navale che trasportava aiuti umanitari a Gaza, nel corso del quale, secondo Israele, sono stati uccisi almeno 9 attivisti filo-palestinesi. Lo ha riferito questa mattina un portavoce della Farnesina, aggiungendo che un rappresentante dell'ambasciata italiana oggi rende visita ai sei. In un comunicato diffuso in tarda mattinata, il comitato italiano di sostegno alla "Freedom Flottilla" ha fornito i nomi dei sei italiani, che sarebbero detenuti a Be'er Sheva. Si tratta di Giuseppe 'Joe' Fallisi, Angela Lano, Marcello Faracci - che ha doppio passaporto italiano e tedesco, Manolo Luppichini, Manuel Zani e Muhim Qaqer, che ha doppia cittadinanza, italiana e giordana» (Fonte).

2ª) Corriere del Mezzogiorno, 2 giugno. Appare qui un bell’articolo su Joe Fallisi, con titolo: Blitz israeliano sulle navi per Gaza. Ostuni freme per il suo “Joe”. In Ostuni, in Puglia, Fallisi si è definitivamente trasferito per abitarvi. Ha lasciato Milano per questa bellissima località della Puglia dove si è subito inserito, si trova a proprio agio e gode dell’affetto e dell‘amicizia dei suoi nuovi concittadini, che condividono le sue posizioni su Gaza e la sua solidarietà verso i palestinesi.

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31. Rassegna stampa su Angela Lano. – Si legge in questo link la notizia del 1° giugno secondo cui il marito di Angela Lano non riesce a comunicare in nessun modo con la moglie “sequestrata”. Infatti, è quanto improprio il termine “arresto”. Si tratta di un vero e proprio “sequestro di persona”, che se fosse accaduto in Itale sarebbe un reato gravissimo, ma a Israele è concesso questo ed altro! Altri links in rassegna: a) adn kronos, 4.6.10, ore 14:35, Angela Lano è arrivata con gli altri italiani a Malpensa. – b) CNR, Media.com, 4.6.10: «Hanno puntato un fucile alla testa di un bambino». – Sono infatti degli esperti in “scudi umani”. Ne parlano sempre… - c) Cronacaqui.it - 4.6.10: Angela Lano, il ritorno in Italia dopo l’incubo: «Su quelle navi ho visto una violenza terribile». –

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32. Articoli contenuti in “Come don Chisciotte. – Si trovano qui raccolti i maggiori approfondimenti. Elenco di links in ordine casuale: a) L’attacco israeliano contro la Freedom Flotilla fa parte di una strategia militare più ampia, di Michel Chossudovsky; b) Più schifo di così, è impossibile fare, di Carlo Bertani; c) Assassini israeliani, la NATO e l’Afghanistan, di Craig Murray; d) L’Amministrazione Obama è stata coinvolta nel piano dell’attacco di Israele contro la Flottigia Gaza Freedom?, di Michel Chossudovsky; e) La letale chiusura mentale di Israele, di Ilan Pappè; f) Israele sta pianificando un atto disperato?, di Gordon Duff; g)

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33. Rachel in viaggio verso Gaza. – In questo momento in cui scrivo (22.25 del 4.6.10) è altissima la tensione. Non mi sento di scrivere un post autonomo, ma mi si forma nella testa l’immagine della giovane Rachel Corrie che con il suo corpo si pone davanti ad una casa palestinese che sta per essere demolita da un buldozer dell’esercito. Ho visto il film-documentario realizzato su questa vicenda umana. Penso a quelle immagini. Alla guida del buldozer si trovava un soldatino israeliano… Potrebbe essere stato Shalit! Adesso il nome di Rachel Corrie corrisponde al cargo intitolato al suo nome: è come se la stessa Corrie si dirigesse verso Gaza per donare ancora una volta la sua vita. Ma subirà per la seconda volta la stessa sorte? - Do qui di seguito i links più significativi che mi capita di trovare: a) ami, 19:57 del 4.6.10: Gaza, fiato sospeso per Rachel Corrie. –

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34. Anticristianesimo sionista e/o ebraico-giudaico. – Si sente quasi esclusivamente parlare di “antisemitismo” senza mai però riuscirne, oggi, ad evincere il significato. Si trascura invece di menzionare un diffuso e corposo anticristianesimo di vaga provenienza distribuita fra sionismo, ebraismo, giudaismo. Si tratta di termine che hanno bisogno di una loro distinzione e per la quale rinviamo a Jakob Rabkin. Nessuno protesta mai o si indigna per il continuo dileggio che da parte ebraica viene fatta al cristianesimo, in particolare al cattolicesimo, ed alle sue istituzioni e gerarchie. Credo che il colmo di questo oltraggio che non ha trovato risposta sia stata l’interruzione nel suo discorso subita dal Pontefice nella Sinagoga. Èra contestata perfino l’espressione «Terra Santa». Quale dialogo sia possibile tra fratello “maggiore” e fratello “minore” ce lo dovranno spiegare quegli ecclesiastici che al tempo del Concilio Vaticano II brigarono con il B’naï B’rith per introdurre modifiche dottrinali che ribaltavano 2000 anni di cristianesimo, che ha senso in quanto sia e si presenti come un superamento radicale dell’antico giudaismo ed in questo senso si ponga su un piano di assoluta incomunicabilità teologica, salvo la “carità” che è relazione fondamentale e imprescindibile che lega non solo tutti gli uomini ma tutti i viventi e perfino na natura inorganica. Questa verità era ben compresa dal vituperato “paganesimo” ovvero gli “idolatri”. Ma è un’altra storia... Ritornando, invece al tema, troviamo qui un bel «disonesto» dato al Papa. È semplicemente da chiedersi cosa sarebbe successo se qualcuno, anzi un Signo Nessuno, si fosse messo a dare del «disonesto» ad un qualsiasi esponente ebraico? Ricordate la vicenda del bigliettaio romano che aveva perso la pazienza, non avendo da dare il resto a un’«ebrea»? Qui il papa può tranquillamente essere sbeffeggiato a mezzo stampa – che si tratta non di un blog personale che non costituisce “stampa” ma di una vera e propria testata registrata in Tribunale – senza che nessuno se ne scandalizzi. Vige qui un di “autoesenzione’ dal rispetto delle norme che invece devono valere per tutti gli altri, per gli spregevoli e da sempre “odiati” «goym». Sul merito della questione pubblicherò fra qualche giorno, nel testo latino e nella traduzione italiana, nel mio blog di Geopolitica, un’Allocuzione non di Benedetto XVI, ma di Benedetto XV del 1921, dove appare chiaro come già da allora la situazione della chiesa cattolica fosse difficile non per l’ostilità degli islamici, ma proprio per l’azione dei sionisti.

Non so se sia ancora così, ma vi è stato un tempo in cui proprio “Famiglia Cristiana” fu definito il “più diffuso” settimanale italiano, per numero di copie vendute o distribuite. Lo disse Aldo Moro che aveva appunto rilasciato a quel settimanale una sua intervista. Che nel “corretto commento” vi sia dell’anticristianesimo è cosa che ha molto maggior fondamento della vacua accusa di “antisemitismo” che i “Corretti Informatori” distribuiscono a destra e a manca. Che poi il pezzo diffamatorio contro Angela Lano, apparso su un “Foglio” sionista, fantasma nelle edicole, sia un pezzo di “magistrale” giornalismo è cosa che possono crederlo solo i diffamatori di professione, che devono perlomeno autopersuadersi delle diffamazioni che lanciano. Sono lieto che su “Famiglia Cristiana” si parli di Angela Lano, certamente non in termini diffamatori come sul “Foglio”: la denuncia dei fatti avvenuti è una prosa tacitiana. Cosa avrebbe mai fatto di male Angela Lano? Stava su una nave che portava aiuti a persone sottoposte da anni a lento e programmato «genocidio», come testimonia e certifica un Premio Nobel per la Pace, che era sul cargo “Rachel Corrie”, nome di una pacificista disarmata uccisa da un buldozer israeliano guidato da uno dei soldatini israeliani, poco più che ventenni ma ammaestrati ad uccidere con belluina ferocia, che hanno picchiato, derubato e insultato i pacifisti italiani, nostri connazionali che ci rendiano fieri del nome Italia, da altri infangato. L’ultima vittima di questi soldatini è stato un giovane turco-americano di 19 anni, loro coetaneo: gli hanno sparato a bruciapelo 4 colpi alla nuca, e uno al petto. I soldati israeliani vanno dicendo che loro armati si difendevano da gente disarmata, fra cui Angela Lano, che per fortuna è ritornata traumatizzata, ma viva per poterci raccontare cosa le hanno fatto. “Famiglia Cristiana” le presta credito. Il “Foglio” no, ma sono gli italiani che non prestano nessun credito al “Foglio”, non comprando in edicola neppure la milionesima parte delle copie stampate e diffuse da “Famiglia Cristiana” alle “famiglie cristiane”, come posso testimoniare io stesso per aver distribuite – parecchi, ma parecchi anni fa – le copie di “Famiglia Cristiana” ai numerosi fedeli che uscivano dalla messa.

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35. La rassegna stampa cristiano-sionista. – Ho avuto una piccola soddisfazione nel leggere la bocciatura del papa Benedetto XVI delle interpretazioni pseudo-cristiane che sulla base di motivazione peudo-teologiche pretendono di giustificare il genocidio del popolo palestinese ad opera dei sionisti. Ho anche letto il modo in cui il Tale che cura da circa 10 anni la rassegna sionista ha tentato di rimuovere le puntuali, definitive e sovrane critiche del pontefici. Sembrava di assistere alle rimostranze di un ladro colto in fraganza di reato.È vero che in America chiunque si può improvvisare e atteggiare ad un novello Gesù Cristo, ad un fondatore di una nuova religione. Ma siamo in Italie e non ancora in America. I ciarlatani da noi non la passano ancora tanto liscia. È in atto, usando tutta la potenza della Lobby, una campagna stampa che tenta di ribaltare le evidenze di un corpo armato che scende con gli elicotteri sulle navi: sono loro gli aggrediti e non gli aggressori. La Menzogna diventa più grossa delle Montagne: vadano pure avanti così e si portino pure appresso il Signori Frattini.

36. Il Venezuela rifiuta la risoluzione del Consiglio di Sicurezza contro l’Iran. – Trovo importante e significativa la presa di posizione del Venezuela, che rimarca come il Consiglio di Sicurezza non sia stato capace di adottare nessuna sanzione contro la flagrante criminalità di Israele che assale la nave turca e sequestra le navi pacifiste che intendeva rompere il blocco illegale di Gaza ed adotta invece sanzioni contro l’Iran che non ha infranto nessuna norma di diritto internazionale. Una iniquità manifesta che oltraggia l’idea stessa del diritto, che annulla ogni concetto di giustizia e di diritto. Ma la nota che segue e che riporto per intero è più chiara:
Venezuela respinge la risoluzione dell'ONU contro l'Iran.

10 giu (Prensa Latina) Venezuela ha espresso oggi il suo rifiuto alla risoluzione promossa dal Consiglio di Sicurezza dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) per imporre nuove sanzioni politiche ed economiche all'Iran, ha confermato un comunicato della cancelleria. Ignorando gli sforzi che i paesi di buona volontà hanno fatto per raggiungere insieme a Teheran un accordo senza precedenti in materia di cooperazione nucleare, il Consiglio di Sicurezza si scaglia di nuovo contro la dignità della nazione persiana, sottolinea la nota.
Questa insolita decisione, aggiunge, si produce a pochi giorni dal massacro provocato dallo Stato di Israele, in acque internazionali, senza che questo organismo fosse capace di condannare il paese aggressore, lasciando evidente che non ha la legittimità etica e la rappresentatività necessarie per garantire la pace vera e la giustizia nel mondo.
“Il presidente Hugo Chavez, insieme al popolo venezuelano, respinge categoricamente la Risoluzione S/2010/283 approvata dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU, attraverso la quale si impongono nuove sanzioni politiche ed economiche al fratello popolo iraniano ed al suo coraggioso governo”.
Nel testo, Caracas reitera il suo appoggio alle legittime aspirazioni dell'Iran sull'uso dell'energia nucleare con fini pacifici e condanna questa nuova azione orientata ad ostacolare la sua marcia verso lo sviluppo ed il benessere.
“Il governo venezuelano alberga la convinzione che la forza etica del popolo e del governo iraniano, insieme all'appoggio solidale delle nazioni amiche come il Venezuela, vinceranno questa nuova imposizione, contribuendo così alla nascita di un mondo pluripolare dove imperino la giustizia ed il rispetto alla sovranità”, sottolinea il documento.
Ig/is/ap.
(Fonte)

Resta adesso da capire e da vedere cosa potrà succedere in concreto. Se il Venezuela – e magari altri paesi – decideranno di ignorare la Risoluzione del Consiglio di Sicurezza ed intratterrano normali relazioni politiche, diplomatiche ed economiche con l’Iran, subiranno lo stesso trattamento? Le loro navi verranno abbordate e affondate?

37. Manolo Luppichini. – Si trovo qui un video di Rainwes24 dove è assai marginale l’intervento di Manolo Luppichini. Ha fatto la parte del leone il corrispondente israeliano con Remondino che gli faceva da spalla. Ciò è in linea con la politica giornalistica di Rainews24, quale si è già vista nel video contro Infopal e altri siti, dove perfino i dati di fatto vengono stravolti.