giovedì 15 gennaio 2015

Nel nome di Charlie: essere o non essere...

Precedente ←Home → Successivo
Mi è al momento difficile fare un censimento sul modo in cui la “gente” si schiera e si divide intorno ai fatti parigini, che dovrebbero essere il nostro “11 settembre” secondo una rappresentazione che se ne è subito data e che di giorno in giorno, di ora in ora sembra alquanto improbabile. Di sicuro vi è stata fin dai primi istanti una regia che voleva condurre la cosiddetta “opinione pubblica”, che un mio compianto amico derubricava a “opinione pubblicata” di appositi professionisti detti appunto Opinionisti, dei quali si suppone che più di quanto non possa il Papa con i suoi cattolici riesca loro meglio ad esprimere ciò che la gente pensa, sono la Gente pensante e quel che peggio la gente che conta e viene poi presa come base da quei parlamentare che entrano alle Camere con un giornale in tasca.

Malgrado ce l’abbiano messa tutta per quella che sempre più persone considerano una “false flag” pare che l’abbiano fatta grossa, anzi troppo grossolana per riuscire a stare in piedi senza le stampelle di occulti operatori in grado di influenzare i grandi canali mediatici, secondo le procedure in ultimo rivelate da Udo Ulfklotte, con cui anni addietro avevo io stesso polemizzato e che adesso ha rivelato lui stesso di essere stato al servizio della CIA, ma senza essere per nulla una mosca bianca... A buon intenditore... Ed infatti, alcuni commentatori, anzi Opinionisti apostolici nostrani si sono oggi lanciati in un florilegio di insulti contro il povero Dieudonné, ma concludendo che anche a lui, perfino a lui, il più abietto degli esseri, va riconosciuta la libertà di espressione. Chiaramente si tratta di una carità pelosa, giacché sarebbe poi arduo far capire ai lettori delle proprie Opinioni Quotidiane come queste possano essere legittime e le altre opinioni di chiunque altro non esserle. Ci si gioca il pane quotidiano, se ogni giorno bisogna trovare qualche Lettore ancora dipendente dal “giornale del cuore” ai cui articoli, alle cui narrazioni del mondo ci si abbandona interamente. In pratica, rischiano di darsi la zappa sui piedi, proclamando solo per sé la libertà di pensiero, e negandola a chiunque sia di avviso diverso dal loro, cosa che accade, come ben sanno se appena leggono le “lettere” che vengono inviate alle redazioni dei giornali sui quali scrivono.

martedì 13 gennaio 2015

Libertà di espressione: Dieudonné risponde a Bernard Cazeneuve (in cinque lingue)

Precedente ←Home → Successivo
(Pour accéder aux versions textes française, anglaise, espagnole, italienne et allemande, descendez plus bas dans l’article. || Per una documentazione si veda: Kelebek, ripreso anche in “Come Don Chisciotte"). Ultim’ora: «Parigi, 14 gen. (Adnkronos) - - Il controverso comico francese Dieudonné è in stato di fermo per apologia del terrorismo. Il provvedimento nei suoi confronti è scattato alle 7 di questa mattina, rende noto l'emittente francese i-Télé», che mi giunge da: Byebyeunclesam. Qualche considerazione estemporanea: In realtà, dei morti ammazzati a Parigi non interessa niente a nessuno, come a nessuno interessa della libertà di manifestazione del pensiero. Il settimanale satirico in questione è in realtà un organo della propaganda neocon sionista, dell’ideologia dello “scontro di civiltà” confezionata a Washington e a Tel Aviv, con uffici locali nelle varie capitale europee, fra cui la redazione di “Charlie Hebdo”. La manifestazione parigina che avrebbe dovuto essere un momento “tragico” è subito degenerata in una versione comica, farsesca, con Netanayu e Hollande che sgomitavano per avere la scena. Al milione o due di francesi che erano stati invitati alla passeggiata, a debita distanza dai capi di stato, è stato fatto credere che stavano scrivendo la storia per il solo fatto di essere lì e venire ripresi dalle televisioni: «c’ero anch’io!», racconteranno ai loro nipoti, i quali probabilmente diranno loro: “come dei gran fessi”. La maglietta con lo slogan: “Je suis Charlie”, preconfezionata su scala industriale, è troppo stretta e piatto il senso. Se non è stato un “false flag”, o è ancora troppo presto per poterno dire, di certo è già evidente l’uso strumentale che se ne vuol fare. Lo slogan non spiega assolutamente nulla e vuole costruire sul nulla «l’unità repubblicana». Non è spiegato il perché i vignettisti siano stati ammazzati e quale fosse l’effettivo mestiere degli stessi vignettisti. Ancora una volta, con un semplice batter di ciglia, con un anti-slogan (“Je suis Charlie Coulybaly"), postato per una sola ora su Facebook, Dieudonné ha fatto cadere la maschera a un potere tanto feroce quanto ipocrita. Solo degli assoluti idioti possono credere che in Francia vi sia libertà di pensiero nonché di sua pubblica manifestazione. Se poi questi idioti vogliono far passare che le loro opinioni idiote sono un “diritto” e le opinioni diverse o opposte alle loro sono invece dei reati, ecco che gli idioti diventano pericolosissimi criminali di gran lunga peggiori dei “terroristi” ai quali si dà la caccia come a dei moderni untori.

 Dieudonné répond à Bernard Cazeneuve:

Hier, nous étions tous Charlie, à marcher, à se tenir debout, pour les libertés. Pour que l’on continue à rire de tout.

Tous les représentants du gouvernement, vous compris, marchaient ensemble dans cette direction.

Au retour de cette marche, je me suis senti bien seul.

Depuis un an, l’État m’a dans le viseur et cherche à m’éliminer par tous moyens. Lynchage médiatique, interdiction de mes spectacles, contrôles fiscaux, huissiers de justice, perquisitions, mise en examen… plus de quatre-vingt procédures judiciaires se sont abattues sur moi et mes proches.

Et l’État continue de me pourrir la vie. Quatre-vingt procédures.

Depuis un an, je suis traité comme l’ennemi public numéro 1, alors que je ne cherche qu’à faire rire, et à faire rire de la mort, puisque la mort, elle, se rit bien de nous, comme Charlie le sait, hélas.

Alors que je propose la paix sous votre autorité depuis plusieurs semaines, je reste sans réponse de votre part.

Mais dès que je m’exprime, on ne cherche pas à me comprendre, on ne veut pas m’écouter. On cherche un prétexte pour m’interdire. On me considère comme un Amedy Coulibaly alors que je ne suis pas différent de Charlie.

À croire que mes propos ne vous intéressent que lorsque vous pouvez les détourner pour mieux vous indigner.

Monsieur le ministre, je vous le rappelle, puisque vous semblez maintenant m’écouter.

Je propose la paix.

Dieudonné M’bala M’bala

English version

Famous comedian Dieudonné replies to Minister of the Interior Bernard Cazeneuve:

Yesterday we all were Charlie. We all walked and stood up for freedoms to be allowed to laugh at everything.

All the Government’s officials – you included – were walking together in the same direction.

Yet, when I came back home I felt all alone.

The Government has been targeting me for a year now and is still looking to eliminate me by any means: media lynching, ban on my performance shows, tax audits, bailiff raids, searches, indictments… More than eighty judicial procedures have struck down on my kinfolk and me.

And the Government keeps on ruining my life. Eighty judicial procedures.

Since the beginning of last year, I have been treated as public enemy number one, when all I try to do is make people laugh, and laugh about death, because death laughs at us all, as Charlie knows now, unfortunately.

Even though I offered peace under your authority in the past weeks, I did not get any answer from you yet.

Whenever I express myself some people will not even try to understand me, they will not listen. They try to find some kind of pretext to suppress me. I am looked upon as if I were Amedy Coulibaly, when I am no different from Charlie.

It seems like you do not care about my words, unless you can distort them and use them to fill yourself with indignation.

Dear Minister, since it looks like I have finally earned some listening from your part, I wish to remind you one thing:

I offer peace.

Dieudonné M’bala M’bala
Versión española

El famoso cómico Dieudonné contesta al Ministro del Interior Bernard Cazeneuve:

Ayer, éramos todos Charlie, estábamos caminando juntos y de pie para defender las libertades. Para que se siga pudiendo reír de todo.

Todos los representantes del gobierno, entre ellos usted, caminaban todos en la misma dirección.

Pero al volverme a casa, me sentí muy solo.

Desde hace un año, el gobierno me tiene acosado, ha buscado eliminarme por todos modos.

Linchamiento mediático, prohibición de mis espectáculos, inspecciones fiscales, alguaciles, búsquedas, acusaciones… más de ochenta procedimientos legales.

Y el estado sigue intentando estropear a mi vida. Ochenta procedimientos legales.

Desde hace un año, me están tratando como si fuera el enemigo público número uno, pero yo a la gente solo intento hacerle reír, y que se burle de la muerte, pues la muerte se burla de nosotros, como lo sabe Charlie, desgraciadamente.

Si bien, en las últimas semanas, he propuesto, bajo su autoridad, la paz, sigo sin noticias de usted.

Pero apenas me exprimo, no intentan entenderme, no quieren escucharme. Siguen buscando excusas para prohibirme y censurarme. Me están considerando como si fuera Amedy Coulibaly, mientras yo no soy nada distinto de Charlie.

Se podría pensar que mis palabras solo le interesan si ustedes las pueden interpretar en mal modo para así indignarse mejor.

Estimado Ministro, le recuerdo, ya que parece que ahora me está escuchando.

Yo propongo la paz.

Dieudonné M’bala M’bala
Versione italiana

Il famoso comico Dieudonné risponde al Ministro del Interno Bernard Cazeneuve:

Ieri, eravamo tutti Charlie. Stavamo camminando tutti in piedi per le nostre libertà. In modo da potere continuare a ridere di tutto.

Tutti i rappresentanti dello stato, lei compreso, stavano camminando insieme nella stessa direzione.

Però quando sono tornato a casa, mi sono sentito molto solo.

Da un anno, lo stato mi ha preso come bersaglio, e cerca di eliminarmi in ogni modo.

Linciaggio mediatico, interdizione dei miei spettacoli, verifiche fiscali, ufficiale giudiziario, perquisizioni, accuse… Più di ottanta procedure giudiziarie si sono abbattute su di me e sulla mia famiglia.

E lo stato continua a rovinarmi la vita. Ottanta procedure giudiziarie.

Da un anno, mi state trattando come se fossi il nemico pubblico numero uno, mentre io provo solo a fare ridere la gente, e farle ridere della morte, dato che la morte ride di noi, come lo sa Charlie, purtroppo.

Anche se da diverse settimane ho proposto la pace più volte e sotto la vostra autorità, rimango però senza risposta da parte vostra.

Pero appena mi esprimo, non cercate di capirmi, non volete ascoltarmi. State solo cercando scuse per censurarmi. Mi state considerando come se fossi Amedy Coulibaly, invece io non sono per niente diverso da Charlie.

Si potrebbe pensare che le mie parole, a voi non interessino, salvo per male interpretarle, con cattiva fede, per indignarvi meglio.

Signor Ministro, siccome sembra che adesso lei mi stia ascoltando, le ricordo che:

Io propongo la pace.

Dieudonné M’bala M’bala
Deutsche Version

Dieudonné antwortet Bernard Cazeneuve:

Gestern waren wir alle Charlie, gemeinsam marschierend, aufrecht stehend, für die Freiheiten. Damit wir weiter über alles lachen.

Alle Vertreter der Regierung, Sie eingeschlossen, marschierten zusammen in diese Richtung.

Auf der Rückkehr von diesem Marsch habe ich mich sehr alleine gefühlt.

Seit einem Jahr hat mich der Staat im Visier und versucht mich mit allen Mitteln zu vernichten.

Mediales Lynchen, Verbot meiner Aufführungen, Steuerprüfungen, Gerichtsvollzieher, Hausdurchsuchungen, Anklageerhebungen… mehr als achtzig gerichtliche Verfahren sind auf mich und meine Familie niedergegangen.

Und der Staat fährt fort, mein Leben zu verpesten. Achtzig Gerichtsverfahren.

Seit einem Jahr werde ich als öffentlicher Staatsfeind Nummer 1 behandelt, obgleich ich nur zum Lachen anregen will, und auch um über den Tod zu lachen, denn der Tod, er, er lacht über uns, so wie Charlie es weiß, leider.

Obgleich ich den Frieden unter Ihrer Autorität seit mehreren Wochen vorschlage, bleibe ich ohne Antwort von Ihnen.

Doch sobald ich mich äußere, versucht man nicht mich zu verstehen, man will mir nicht zuhören. Man sucht nach einem Vorwand, um mich zu verbieten. Man betrachtet mich als einen Amedy Coulibaly, obgleich ich nicht anders bin als Charlie.

Anscheinend finden meine Äußerungen nur dann Ihr Interesse, wenn Sie sie verdrehen können, um sich besser empören zu können.

Herr Minister, ich erinnere Sie daran, denn Sie scheinen mir jetzt zuzuhören:

Ich schlage Frieden vor.
                                                                   Dieudonné M’bala M’bala

Attentato al Vaticano: obiettivo raggiunto!

Precedente ←Home → Successivo
Nessun allarme, per favore. Il titolo vuole solo attirare l’attenzione e dare una sintesi del contenuto. Il concetto è subito espresso e chiarito. Ovviamente, io qui ragiono e scrivo da semplice cittadino comune, uno fra tutti, non certo come uno addetto o intricato con i servizi segreti, che sono sempre per me qualcosa di losco, anche quando vengono usati entro i limiti della legge e per la giusta causa e a protezione di ognuno di noi e delle nostre libertà. In una Stato ideale, che non esiste, retto da onestà e trasparenza, non avrebbe senso l’idea stessa di “servizi segreti” o «Intelligence», come si dice con anglicismo che rivela anche l’origine di questo torbido mondo.

Dunque, tutti noi attraverso gli abiettissimi media siamo stati intimiditi dalla notizia, data dal Mossad (ma senza riscontro), che dopo Parigi viene Roma, e precisamente il Vaticano, colpevole evidentemente di non aver proclamata - dopo parecchi secoli - una nuova crociata contro gli infedeli musulmani. Non dimentichiamoci che le “crociate” sono cosa nostra e non è stata una storia sempre limpida ed esemplare.

Il furto della scena: Fonte.
Un noto politico diceva: a pensar male, a sospettare, si fa peccato, ma spesso ci si indovina. Ritenendo io il Mossad il più scellerato e criminale di tutti i servizi segreti, mi sono chiesto: ma come fanno a saperlo? E mi sono risposto: perché l’attentato lo faranno loro o lo possono fare loro, come forse lo hanno già fatto a Parigi. Anche se non lo faranno, hanno già prodotto il danno perché come minimo hanno prodotto uno spostamento di risorse finanziarie. Tutti gli statali hanno già da anni lo stipendio bloccato, ma economie sugli stipendi dei poliziotti e di tutti gli apparati repressivi non se ne potranno e vorranno fare. La gente soffrirà sempre più la fame, i licenziamenti continueranno, la gente si continuerà a suicidare, ma la sicurezza, la prevenzione, la repressione non potranno subire tagli. Basta soltanto una soffiata come quella data dal Mossad per fare già parecchio danno. Se in un treno suono per scherzo l’allarme, mi procuro una denuncia penale per procurato allarme. il Mossad non corre di questi rischi... Il problema, comunque, non è cosa c’è dietro, ma cosa già si vede davanti a noi, e come i vari soggetti geopolitici o gruppi sociali stanno già sfruttando e strumentalizzando l’accaduto. Il nostro intento è di ragionare su questo. Ad altri lasciamo il compito di ricostruire la reale dinamica o regia dei fatti, analisi che noi seguiremo con costanza ma senza poter essere in grado di dare un nostro autonomo contributo.

Fonte.
Ormai nella controinformazione più avvertita e agguerrita che si trova in rete è quasi assodato che l’attentato di Parigi sia una false flag ordita da CIA e/o Mossad, per evidenti ragioni politiche che non hanno bisogno di essere illustrati: in ultimo, aderisce a questa testi anche Stephen Lendman. Gli USA vogliono tutti i sudditi europei schierati contro la Russia e contro i propri stessi interessi economici, geopolitici,  religiosi, culturale. Lo «stato ebraico di Israele» non vuole ostacoli al suo «processo di pulizia etnica» che inizia già nel 1882 con i primi biluim che mettevano piede in Palestina, assai prima del processo Dreyfus e prima ancora della nascita di Hitler. La propaganda israeliana è solita invertire i nessi cronologici e causali, sentendosi tranquilla davanti alla quasi totalità di media asserviti o fortemente condizionali e manipolati.

In quelle oscenità quotidiane che sono i “talk show” diventa sempre più chiara la manipolazione anti-islamica: sono addirittura più realisti del re, essendo chiaro alle comunità ebraiche - beneficiarie della manipolazione, per non dire altro - come la religione islamica nel mondo non abbia una struttura gerarchizzata come la chiesa cattolica o un qualsiasi partito politico, alle quali è sempre possibile comminare “scomuniche” o “espulsioni”. Il mondo islamico di un miliardo e seicento milioni di affiliati non è organizzato così e quindi non si può chiedere ai “capi” di fare un cicchetto o un cazziatone ai sottoposti. Per il resto, il grado di asservimento non è mai abbastanza... La sola condizione chiesta è che sia efficace ed utile senza essere controproducente.

Cazenueve censura Dieudonnè: Fonte.
Osservando le piazze “fetide” dell’informazione televisiva mi è parso abbastanza chiaro e trasparente l’obiettivo, ad opera per giunta di ottusi servi, più realisti del re, o più carogne dei loro stessi padroni. Cosa si vuole da ogni musulmano, più o meno saldo e forte nella sua fede e pratica religiosa? Non basta che si sappia che non abbia niente a che fare con attentati o reati di qualsiasi genere, non basta che dica che l’Islam in quanto religione non ha niente a che fare con la violenza e le barbare uccisioni di cui i media ci inondano, non basta tutto questo. E cosa si vuole di più da loro? Quello che già hanno ottenuto da noi. Cosa? Un senso profondo di colpa. Ci di deve «inginocchiare»... Il termine è virgolettato perché udito con le mie orecchie da una trasmissione RAI. Quando ritroverò il link, lo darò... Per adesso posso solo affidare alla mia memoria rimasta assai impressionata.

Non voglio dilungarmi. So che quanto più un testo è lungo, tanto più si pretende da chi pur avendo interesse dovrebbe poi leggerlo. Rinvio quindi gli sviluppi concettuali ad altri brevi articoli di questa serie, concludendo con una posizione piuttosto insolita. Una presenza islamica, indipendente e non addomesticata come si vorrebbe, è utile e preziosa per l’Italia e anche l’Europa. Infatti, per ragioni storiche, religiose, culturali una simile presenza non sarà condizionabile come è avvenuto per la gran massa dei cittadini italiani ed europei, qualsiasi religione dicano di professare o a qualsia partito politico siano affiliati. La “ragione illuministica”, che un grosso e grossonalo personaggio sempre presente nei talk show vorrebbe “pervadesse” la religione islamica, facendo convertire il profeta Maometto (vissuto tra il 570 e il 632 d.C.) all’Illuminismo francese del XVIII secolo, non è affatto immune da critiche di ogni genere... Basti dire che è una ragione “eurocentrica”, “razzista”, “coloniale”, che ha forgiato i concetti di «Occidente» e di «Oriente», che un palestinese come Edward Said, nel suo magistrale Orientalismo, demistificato in ogni suo aspetto, rendendo necessaria la conoscenza del suo testo ad ogni persona colta che non voglia essere un mero pappagallo della propaganda dei servizi segreti, dei loro Think Tank, dei loro media, dei «tall shoh» nostrani e stranieri.

lunedì 12 gennaio 2015

"Due pesi due misure”: la manipolazione è appena agli inizi... Non perdiamoci le puntate!

PrecedenteSeguente
Ahmed Merabet
Se l’11 Settembre americano mi era e mi resta lontano non solo in termine geografici, ma decisamente ostico sul piano intellettuale e morale, non accade così per l’operazione che a Parigi mi sembra essere appena iniziata. Quando non si segue un evento dall’inizio, come in un film o in una trama narrativa, si perde poi il filo. Già sono parecchi i blog e le pagine web che si occupano del caso. Cercherò di seguirli tutti, ritagliandomi un mio spazio, consono ai temi della libertà di pensiero e di espressione, proprio di questo blog. Credo che ci troviamo in una di questi momenti e mi propongo perciò, armato di pazienza e di tempo, di seguire gli sviluppi di eventi che ci toccano tutti da vicino e che non possono essere grossolanamente travisati, come fa un giornalista televisivo, che vede assai strabicamente “due pesi e due misure”, ignorando il caso Dieudonné - immediatamente tirato in ballo dai fatti stessi, ma accuratamente ignorato da tutti i media - e salmodiando l’eterno vittimismo di Israele, che non mi stupirei avesse impiegato il suo Mossad anche per una edizione europea dell’11 settembre, in un momento in cui con il pieno riconoscimento della piena statualità** della Palestina sembrano mettersi male le cose per lo «stato ebraico» che potrebbe essere chiamato davanti a una corte di giustizia a rispondere per crimini di “pulizia etnica” equiparati al “genocidio”, come illustra Ilan Pappe nel suo ben noto libro, pare esaurito e introvabile. Stando alla prima ricostruzione dei fatti, e con tutte le cautele che bisogna avere, un altro personaggio ignorato da quella che sembra una vergognosa montatura è il poliziotto arabo e musulmano che è stato freddamente ucciso nella scena del filmato: è arabo e musulmano anche lui! Ma tutti sono interessati ad accentuare la natura “islamica” dell’attentato “terroristico”! Già questo solo fatto induce al sospetto. Non interessano né le vittime né la sicurezza dei comuni cittadini (che non corrono pericoli di nessun genere), ma interessa soltanto far passare il messaggio mediatico che esiste il pericolo islamico...

Ho dunque visto buona parte della diretta televisiva e ieri sera anche buona parte della trasmissione televisiva la “Gabbia”, attratto dalla presenza annunciata di Giulietto Chiesa e Massimo Fini... Se fosse stata per la presenza degli altri ospiti mi sarei risparmiato il tempo... Vi assicuro: è per me un’autentica tortura seguire i talk show e la comunicazione main stream!... Hanno parlato di più proprio quelli che avrebbero faro più figura a stare zitti, come quell’Adinolfi di cui addirittura si annuncia che oggi se ne esce con un nuovo quotidiano: “La Croce”, titolo adatto a indicare la sua persona: è una “croce” starlo ogni volta ad ascoltare senza poterlo invitare a starsene zitto o almeno a lasciar parlare gli altri che dicono cose molto più sensate delle sue... Ma non voglio fare una recensione della trasmissione. Voglio solo citare uno spunto che è stato dato da alcuni degli ospiti presente e già citati:

A debita distanza: Fonte 1 / 2.
La manifestazione parigina è stata un segno di forza da parte del popolo francese? Per nulla! Saranno stati pure uno o due milioni, ma via via che venivano intervistate con domande stupide alle quali non sapevano sottrarsi tutte quella gente – non un “popolo”, non “il popolo francese” – mi ha fatto una gran pena, presi in giro e per il da “buffoni” che si sono ben guardati dal lasciarsi avvicinare dai loro governati e beffati. Qual è la caratteristica essenziale di un popolo? Quella caratteristica che gli dà consistenza politica? La capacità di riconoscere il proprio nemico. E dov’era a Parigi il nemico non già del solo popola francese, ma addirittura di tutti i popoli europei che avrebbero dovuto essere lì rappresentati dai “governanti” ivi riuniti? Ho visto alcune disgustosissime vignette dei Carletti del giornale satirico che a me non avrebbe fatto ridere affatto, se fossi stato mai un lettore di quelle oscenità... Forse che due milioni di persone stavano lì a difendere il diritto all’oscenità sacrilega in nome dei sacri principi della libertà di stampa, di pensiero, di espressione, quando questi stessi diritti sono calpestati per la stragrande maggioranza dei cittadini francesi che non possono neppure seguire gli spettacoli di Dieudonné o le conferenze di un Faurisson? Forse non tutti i lettori di questo blog sanno chi è Dieudonné... Riporto un brano non mio, lo stesso che ho mandato al giornalista televisivo della Rai che se ne era uscito con un post infelice dal titolo: “due pesi due misure”:
Rimaniamo in Francia. Quanti di voi hanno sentito parlare di Diedounnè M’bala M’bala? È un comico e attivista politico francese di origine camerunense. Negli ultimi anni, contro questo politico, si sono mobilitati tutti gli intellettuali di sinistra francesi, la comunità ebraica francese, arrivando perfino a scomodare il Ministero dell’Interno per far si che venissero proibiti i suoi spettacoli. Cosa che, in un certo senso, è accaduta, poiché, sulla scia della fortissima e criminalizzatrice campagna mediatica che è stata condotta contro questo comico prestato alla protesta civile (una sorta di Beppe Grillo alla francese) Diedounnè ha faticato persino a trovare teatri che volessero ospitarlo. Recarsi ai suoi spettacoli, ad un certo punto, è diventata una scelta di coraggio. Secondo i suoi detrattori, e la comunità ebraica francese in primis (attiva, come quella italiana, sul fronte della repressione delle idee politicamente scorrette), Diedounnè sarebbe un antisemita. Cosa avrebbe mai fatto per meritare un simile e diffamante appellativo? Mettere qualche bomba in una sinagoga? Organizzare il pestaggio di qualche rabbino? Dipingere qualche swastika sui muri di Parigi? Niente di tutto questo. Il comico Diedounnè si è limitato a fare semplicemente… il comico. Si. Come comico ha solo rivendicato il diritto – quello stesso diritto che ora si rivendica tra le lacrime e la rabbia dopo la strage di Parigi – di fare satira con tutti e di tutti. Anche di quella categoria che solitamente, e in Europa in special modo, gode di una protezione speciale: gli Ebrei. Che per Diedounnè diventano, né più né meno, bersaglio di critica e di satira allo stesso modo di come lo diventano i musulmani, i cristiani, gli scozzesi e gli italiani.  
Se poi consideriamo la popolazione di Parigi città e area metropolitana, forse il numero anche di due milioni (all’inizio si diceva un milione) non sarebbe granché per una popolazione complessiva di oltre 12 milioni di persone... Ma non voglio occuparmi di numeri. Vado al punto dicendo che i cittadini lì convenuti non hanno saputo riconoscere il loro nemico proprio nell’assembramento di governanti che li ha convocati per meglio strumentalizzarli, facendo passare misure che saranno una ulteriore restrizione dei diritti civili e costituzionale e che segneranno un ulteriore peggioramento delle condizioni di vita. Quel milione di persone che è sceso in piazza è stato turlupinato, ma non lo sono stati quei dieci milioni e passa che se ne sono stati a casa e non hanno partecipato alla sceneggiata.

Una nota di comicità. Il nostro ministro degli interni Alfano, che se sta inchiodato a una poltrona che già da tempo avrebbe dovuto lasciare, si mostrava stranamente preoccupato per i maggiori controlli interni che si annunciano alle frontiere degli Stati. Che può mai significare? Posso sbagliarmi, non sono un esperto, riconoscere i miei errori di valutazione senza esitazione, ma ciò che mi è venuto subito in mente è il quadro seguente: i flussi immigratori dall’Africa, dalla Libia e da ogni dove continueranno ininterrotti in Italia, con segreto compiacimento dei cugini francesi che attaccando la Libia hanno in realtà inteso mettere in ginocchio l’Italia che con Geddafi aveva fatto un buon accordo. Questi immigrati dall’Italia passavano poi negli altri paesi d’Europa... Ora dobbiamo tenerceli, aggravando i problemi che oggettivamente discendono da una immigrazione scriteriata e incontrollata, che assume i carattere di una vera e propria “invasione”, come ai tempi delle «invasioni barbariche», titolo idiota di cui si fregia una delle tante trasmissione televisive preposte all’istupidimento di quel che resta del “popolo italiano”, destinato a perdere ogni carattere proprio di “popolo” nel senso pregnante sopra detto, o nel senso biologico di “nazione”, per trasformarsi in una moltitudine di “gente” da adibire ad ogni uso...

Altra nota è l’immagine di Netanayu*** sorridente, che quasi quasi si leccava i baffi che non ha... Le agenzie riportano di accordi con il governo francese, di misure protettive adottate in favore di “cittadini” che sono in Francia, ma la cui “vera” e principale “patria”* è altrove... In pratica, è come se la Francia fosse essa stessa una “colonia” con abitanti la cui “madrepatria” è altrove... Non solo la Francia... Lo stesso si può dire per ogni singolo stato europeo... Un certo Weizmann, citato spesso da Gilad Atzmon, soleva dire agli inizi del secolo scorso, che in realtà non esistono ebrei francesi, italiani, tedeschi, inglesi... ma solo ebrei che vivono in Francia, in Italia, in Germania, in Gran Bretagna... Si poteva essere più profetici?

Ogni evento tragico dei nostri tempi consente sempre una stessa domanda: cui prodest? Se avremo la costanza, noi popolo della rete, distinto e antagonista al mainstream, al giornalismo televisivo del signore dei “due pesi due misure”, dovremmo seguire giorno per giorno i mutamenti della politica estera e interna che i “nostri” (per modo di dire) governi adotteranno. Alla prossima!

* Non cito un link filologicamente testuale, per evitare di innescare polemiche e scintille. Per quanto possibile, in questo e in tutti i post della serie, vorrei mantenere un tono il più pacato e civile e legale possibile.
** Quanto patetici gli argomenti che vengono opposti nella rete dalla propaganda israeliana per impedire il riconoscimento della statualità palestinese, atto in sè eminentemente politico e non certo formale notarile. Ogni studente di geografia politica legge che uno stato è costituito da territorio, popolazione, governo. E quindi per lo «stato ebraico di Israele» in futuro neostato non avrebbe un suo “territorio” in quanto appunto “occupato” da Israele nella gloriosa guerra lampo del 1967. E che dire poi di Gaza, un enorme prigione a cielo aperto che non riesce a comunicare con il restante territorio di Cisgiordania, che ogni giorno si rimpicciolisce di più per gli insediamenti da parte di nuovi “coloni”, insediamenti regolarmente autorizzati e protetti dall’esercito israeliano... Un’autentica «pulizia etnica» (per tutti si veda Ilan Pappe) a cui il mondo intero assiste impotente mentre va a rotoli qualsiasi parvenza di diritto internazionale, quella cosa che in Europa ha incominciato a costituirsi dal 1948... Perché succede questo? Perché gli Stati Uniti fiancheggiano Israele, in pratica la più grande base militare USA in Medio Oriente... E perché?... La storia è un poco lunga e non possiamo raccontarla tutta in una nota. 
*** Sui retroscena che non cessano mai di sorprendere si veda questo link, secondo il quale Hollande avrebbe chiesto inizialmente a Netanyahu di non venire alla manifestazione per non dare all’evento una connotazione israelo-palestinese: maggiori dettagli a quest’altro link.  Il “bugiardo” Netanahu si è poi rimangiato quel che aveva promesso ed è stato così che la Francia ha invitato anche Abu Mazen, che aveva acconsentito a non venire. Ormai, sulla parte più intelligente della rete, prevale la tesi della false flag. E si legga ancora dal sito Aurora un articolo dove spunta anche il Mossad, in quale in data odierna ci dice che anche Roma il Vaticano è a rischio, in pericolo, ma ci dice come è che sa queste cose e su cosa si basano: forse perché i servizi ne sono gli autori, i governi lo sanno, ma devono far buon viso a cattivo gioco... Un tecnica mafiosa...

domenica 11 gennaio 2015

Io non sono Charlie

Home || Seguente.
Fonte: Aurora
Io non sono Charlie, come ho subito risposto a chi mi aveva rivolto un invito a dichiararmi tale. Non lo sono per tanti, tantissimi motivi che cercherò qui di enucleare, motivi importanti e non importanti, o meno importanti. Intanto, non ho mai letto il settimanale francese, che mi è noto solo per la fama che si è conquistando insultando e offendendo i cittadini di religione islamica. Assurdo oltre che idiota e turpe pensare che l’arte del ridere consista nell’offendere il prossima, per giunta al riparo di ogni impunità, garantita in Francia da un governo largamente dipendente e asservito a quella che i due politologici americani hanno chiamato timorosamente “Israel lobby”, cui viene attribuito di determinare la politica estera americana contro gli interessi del popolo americano. Ahimé, se ciò è vero per gli USA, lo è ancora di più in ogni singolo paese d’Europa per l’azione congiunta degli USA che schiacciano e opprimono i territori da loro conquistati nel 1945 e per l’azione di una eguale e più pervasiva lobby che occupa tutta l’apparato mediatico (Charlie) e tutte le istituzioni politiche, economiche, culturali, pedagogiche. Siamo messi proprio male! E non possiamo neppure parlare, ovvero se lo facciamo dobbiamo stare molto cauti, per non sbagliare una sola virgola o un solo aggettivo. I “sayanim” sono sempre in agguato, a sentire Gilad Atzmon che crede all’esistenza di questo strano esercito occulto di cui ha parlato per la prima volta una ex-spia del Mossad, che ha pure scritto un libro tradotto anche in italiano: Attraverso l’inganno. Questo il titolo, se ricordo bene: l’ho letto, però!

Immagine diffusa da Gilad Atzmon
Io non sono Charlie, per tanti motivi che dirò poco alla volta, anche seguendo la cronaca quotidiana di eventi ancora in divenire. Naturalmente, non giustifico in nessun modo la strage parigina. Ma per un motivo molto semplice che non ha niente a che fare con “i nostri valori” di cui tanto sento sbrodolare i politici e i “giornalisti”, ceto professionale tra i più infami mai esistiti. Pretendono di essere loro la nostra testa e la nostra bocca. Noi siamo dei poveri mentecatti che possiamo avere pensieri e parole solo quando e se a loro aggrada attribuirceli. Così si sono inventati che come delle scimmie ammaestrate dovremmo ripetere: “Io sono Charlie”. E devo ammettere che molti stupidi ci stanno cascando, senza accorgersi di essere manipolati, come sempre del resto tutti quelli che non sono capaci di andarsi a trovare le notizie per loro davvero importanti o almeno essere capaci di smontare e decostruire i flussi di menzogne che ogni giorni scorrono da televisioni di regime e carta stampata, per giunta a nostre spese. È molto semplice la ragione per la quale non posso gioire per l’uccisione dei Carletti parigini come invece gioisce e tripudia un quotidiano italiano di merda per l’uccisione dei “terroristi islamici”: la vita umana (e direi anche quella animale e vegetale) è sempre e comunque sacra! Gli uomini fin dalla notte dei tempi avvertono il “sacro” che poi diventa religione strutturata. Ma la sacralità della vita viene prima di ogni religione sia essa cristiana, musulmana o giudaica. Il dio biblico - gran sanguinario lui stesso - pone il divieto di uccidere Caino non perché deve scrivere i Comandamenti, ma perché ciò che è sacro viene e veniva prima di Lui: si facciano buone letture di storia comparata delle religioni.

Certo, se i Carletti francesi avessero concesso il diritto di replica a ogni insulto e diffamazione che quotidianamente, settimanalmente, spargevano scialandosi e facendo scialare della loro impunità, noi oggi non dovremmo parlare di una tragedia dove eccetto i morti che son certi tutto il resto è oscuro e incerto. Si dice già che la Strage dei Carletti sarà il nostro 11 Settembre... Ma quali altre guerre che già non abbiamo fatto dobbiamo ancora iniziare? Al Vaticano? A San Marino? Dove ancora dobbiamo portare guerra, fame, distruzione, malattia... appunto i nostri “valori”? Vogliono metterci tutti in prigione se quotidianamente non saremmo proni a ciò che televisioni e giornali comandano? Se non rideremo quando ci dicono di ridere? Se non piangeremo e ci commuoveremo con le lacrime agli occhi quando ci faranno segno? Se non ci metteremo «in ginocchio» davanti a chi ci dicono? Certo, diventa un poco difficile immaginare cosa vanno tramando... Dobbiamo avere pazienza ed aspettare per vederlo.

Lo conoscete? Chi lo ha visto?
Su vari siti (per tutti: “Come don Chisciotte”, si clicchi sopra nel frontespizio al n. 1, per la Homepage) si possono leggere articoli di informazione puntuale, con commenti liberi e approfonditi, su cosa poi fosse questo “settimanale satirico” nel quale si fa consistere ogni libertà di pensiero e di espressione: un’autentica schifezza! Non mi va di farne l’analisi... La tragedia ha fatto loro, ai Carletti, da volano pubblicitario: se prima nessuno sapeva niente di loro, adesso venderanno più copie. Appunto, i nostri “valori”, in un senso tutto commerciale e monetario! Gli affari! I soldi... Mi soffermo invece su un fatto che dovrebbe subito saltare agli occhi e alla mente di tutti i talkshowisti nostrani che ogni sera ci affliggono e mettono a durissima prova la nostra pazienza. Questi infami... Se sapessero tutti gli improperi che ricevono dalle nostre case... Ma è probabile che lo sappiano e facciano il classico gesto del dito, come fece ai cittadini un noto politico, protetto da cordoni di poliziotti... Lo stesso politico che spesso allieta le nostre serate...

Il più grande “pericolo”: Dieudonnè!
Dicevo (e chiudo): si riempiono la bocca sulla “libertà” di espressione e di pensiero, che esisterebbe solo quando la usano e per come la usano i Carletti, ma non esiste per un Dieudonné al quale sono state fatte tutte le angherie possibili e immaginabili per tappargli la bocca. È un comico musulmano che sul piano della satita (e dell’arte) avrebbe potuto benissimo fare da contraltare a tutti i Carletti messi insieme. Ma una satira “musulmana” non è consentita, mentre quella anti-islamica, o meglio la propaganda sionista dei Carletti, è sostenuta dal regime francese con tutti i suoi mezzi. Senza parlare poi dei Faurisson, di una legislazione infinita e capillare, a livello europeo, che reprime ogni autentica libertà di pensiero e introduce un vero e proprio regime di terrorismo ideologico, trasformato anche in sistema educativa... Orwell è superato al di là di ogni immaginazione...

Dal Blog di Giald Atzmon
Ho finito di assistere, in parte, alle dirette televisive della manifestazione francese. Difficile ascoltare commenti più idioti di quelli che ho dovuto sorbirmi... Maniacale l’insistenza con cui si chiedeva alla gente se avevano “paura”... Ma di chi? Di cosa? In realtà, l’unica paura che quegli sciocchi potessero avere è proprio da parte dei governanti del mondo lì convenuti, ad incominciare dal presidente Hollande che sparge “terrore” in ogni parte del mondo e restringe in una morsa i diritti dei cittadini. Già immaginano le misure da prendere contro il terrorismo, ma le uniche misure che prenderanno saranno contro noi tutti... Prepariamoci!