sabato 2 luglio 2016

Per una storia del Movimento Cinque Stelle: 15. Giovanni Favia capolista regionale in Modena, Bologna, Reggio Emilia e poi “espulso”.

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«Per una storia del Movimento Cinque Stelle» vuole essere una storia in progress di un Movimento costituitosi ufficialmente il 4 ottobre 2009. Nato nel Nord Italia viene alla ribalta con le elezioni comunali di Parma nel maggio 2012, con le elezioni regionali siciliane dell’ottobre 2012, dove il M5s risulta essere il primo partito, lasciando prevedere il risultato delle elezioni politiche nazionali del febbraio 2013. La storia del M5s è costellata di “casi” e da domande sulla sua organizzazione e sul ruolo della Casaleggio Associati. Di certo non è un Movimento che erige barricate e occupa piazze, o partecipa a scontri di strada, ma ha come suo obiettivo principale se non unico la partecipazione alle competizioni elettorali: è dentro il sistema anche se ai suoi inizi amava apparire come anti-sistema, antipolitico, rivoluzionario. Tutto il potere dei vertici si concentra nella inclusione/esclusione dalle liste elettorali. Il suo successo politico ha delle analogie con ciò che seguì a Mani Pulite, fenomeno caratterizzato da una esplosione di scandali. Da allora è un succedersi di sigle politiche,  ma senza che la situazione complessiva del Paese sia andata migliorando, o abbia cambiato di segno. Poiché la Rete è stato il punto di partenza del M5s, è dalla Rete che attingeremo tutte le nostre notizie, cercando di discernere il grano dal loglio.
CL

Giovanni Favia con Beppe Grillo
Giovanni Favia era stato indicato direttamente da Beppe Grillo per le candidatura alle regionali di Emilia e Romagna. Come  spesso succede nel M5s, attivisti storici ed affidabili, si trovano poi ad essere diffidati, epurati, espulsi, esclusi, allontanati: termini che definiscono diverse situazioni, anche cumulabili. I temi della trasparenza, della democrazia interna e della difficoltà nel rapporto fra gli attivisti e lo staff sono con il tempi fatti propri ed agitati da Giovanni Favia, che si scontra singolarmente o in blocco con una esplosione di Beppe che ha larga circolazione e mette fine a ogni dibattito: «Se c’è qualcuno che reputa che io non sono democratico, che Casaleggio si tenga i soldi, che io sia disonesto, allora prende e va fuori dalle palle». È un modo furbesco per negare che esistano problemi dentro il M5s e per chiudere qualsiasi discussione. Da allora è il terrorismo ideologica interno: «Non venite a rompermi i coglioni (a me!) sulla democrazia. Io mi sto stufando. Mi sto arrabbiando seriamente. Abbiamo una battaglia, una guerra da qui alle elezioni. Finché la guerra me la fanno i nemici veri va bene, ma guerre dentro non ne voglio più». È il classico appello alla guerra esterna per sedare qualsiasi discussione all'interno. Ed è così che il 12 dicembre 2012 sul blog dà il benservito insieme a Giovanni Favia e Federica Salsi: «A Federica Salsi e Giovanni Favia è ritirato l’utilizzo del logo del MoVimento 5 Stelle. Li prego di astenersi per il futuro a qualificare la loro azione politica con riferimento al M5S o alla mia figura. Gli auguro di continuare la loro brillante attività di consiglieri. Beppe Grillo». Con questo benservito Favia si troverà ad essere tacciato dal talebani di “Giuda Iscariota” ed a dover temere per la sua incolumità personale.

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